Internazionale: Rio, California e Portorico



Nel ricchissimo fine settimana dell'atletica internazionale, passiamo al setaccio per la consueta rubrica "estera" i risultati ed i fatti più importanti, ad iniziare dai meetings del continente americano. 

Visa Championships Series 

Sei appuntamenti nel miglior circuito USA: dopo le Penn Relays e le Drake Relays, ecco l'Adidas Track Classic di Carson di sabato scorso, cui seguiranno il Reebok Grand Prix di New York, il Prefontaine Classic di Eugene ed i campionati USA (sempre a Eugene) nella terza decade di giugno. Vediamo cosa è successo a Carson, nel bene e nel male. 

Clement, vittoria ad handicap 

Gli unici non colpevoli del "fattaccio" sono loro, gli atleti. Il riferimento va alla gara dei 400 ostacoli, il cui risultato tecnico non potrà essere omologato a causa di un errato posizionamento (diversi metri prima dei 35 previsti dal regolamento) dell'ottavo ostacolo. Clement, Angelo Taylor, Sanchez e compagnia hanno dovuto anticipare il valicamento tagliando la frequenza (contati nove-dieci passi per atleta) per poi trovarsi a percorrere un autentico deserto (fino a diciotto passi!) prima di raggiungere l'ostacolo numero nove. Più arrabbiato di tutti il campione olimpico Taylor. Peccato per Clement, primo al traguardo in 48.38 (salva la leadeship mondiale del portoricano Culson), davanti al rimontante Taylor (48.70) ed a Felix Sanchez (48.95, prestazione ampiamente nelle sue corde dopo il 45.82 sui 400 piani la scorsa settimana). 

Star assenti, come il pubblico 

I forfaits annunciati di Asafa Powell, Tyson Gay, Veronica Campbell e Priscilla Lopes (presenti invece a New York) hanno allontanato il pubblico, presente in quantità sparuta sulla tribuna dell'impianto dell'Home Depot Center, situato nell'area circostante Los Angeles. Si tratta di un impianto gigantesco, inaugurato nel 2003, che comprende anche campi di soccer, un velodromo, ed è accreditato come centro di preparazione olimpica nazionale.  

Nonostante la pista di Carson sia considerata una delle più veloci del suolo degli Stati Uniti, i risultati non sono stati granché, in particolare sui cento metri, tra le gare più attese sia al maschile che al femminile. Si sono imposti Carmelita Jeter in 11.09 (con prestazioni davvero mediocri di personaggi come Lauryn Williams e Torri Edwards) e Darvis Patton in 10.12, divenuto sprinter breve di ottima fattura "obtorto collo" (era duecentista vero, ora praticamente solo centista), un po' per l'età un po' per problemi tendinei. In ombra Padgett e Thompson, in particolare il primo che ha corso malissimo.  

Chi sale 

Quattro migliori prestazioni mondiali stagionali sono state realizzate nel sabato californiano: Merritt sui 200 (20.07, uno schianto di bellezza la sua corsa, che ha fatto sembrare Xavier Carter, secondo a molti metri,  uno capitato lì per caso), la Stuczynski con 4.76 (discreto il secondo tentativo ai 4.93 del record americano), le piccola etiope Kiros (14:56.33 sui cinquemila metri in cui ha assai deluso la Flanagan) e la siepista Anna Willard (9:26.85). Avrebbero potuto essere cinque, senza l'infortunio "tecnico" dei 400 ostacoli maschili. 

Ottima impressione è stata destata anche da Jeremy Wariner, che ha vinto i suoi 400 in 44.66. Ha corso molto bene, transitando ai 200 in poco più di ventuno secondi. Note anche per Allyson Felix, al debutto sui 200 (vinti in 22.66 controvento e soprattutto contro Sanya Richards, apparsa leggermente appesantita), e per Dwight Phillips, 8.37 in apertura, che sembra tornato la molla dei bei tempi. Ha esordito anche Bernard Lagat, bello pimpante con un rettilineo assassino che ha vinto i 1500 in 3:36.38. 

Chi scende 

Per ora male Crawford (20.82, macchinoso nonostante la stazza muscolare meno massiccia che in passato), male anche Carter, così così la Richards, ingiudicabile Bianca Knight (squalificata per falsa nei cento, quarta sui 200). 

Saladino no, Vili si 

Un nuovo atto del South American Grand Prix si è consumato a Rio de Janeiro (seguirà Belen), con il martello disputato sabato (vittoria del campione olimpico Kozmus con 77.81 per soli quattro centimetri sul tagiko Nazarov, che è anche il presidente della federazione del Tagikistan, ed insufficiente settimo posto di Marco Lingua con 72.02) ed il programma più succoso domenica.  Il risultato più importante è giunto dalla pedana del peso, dove Valerie Vili ha migliorato il primato dell'Oceania con un lancio di 20.69. E' mancato all'appello Irving Saladino, annunciato in pedana e poi rimasto in tribuna per un leggero infortunio, che ha posticipato il debutto stagionale tra due settimane a Hengelo. 

Tra i nomi di grande richiamo presenti nell'impianto brasiliano anche Nelson Evora, olimpionico del triplo, battuto dai cubani Giralt (17.39) e Betanzos (17.19) ma discretamente efficiente con 17.11. Vittoria anche per la Maggi, olimpionica del lungo, con 6.85, e per l'ottocentista di casa Davide, ancora ottimo in 1:44.97 con Pecanha secondo in 1:45.08. Da anni due brasiliani non si esprimevano a questi livelli. Da segnalare il buon ritorno della cubana Menendez (dopo l'inizio balbettante di stagioni), vincitrice della gara del giavellotto in 62.74. 

Spalato in delirio 

Sulla pedana di casa Blanka Vlasic ha confermato di trovarsi in uno dei migliori momenti di forma della carriera: dopo il debutto sfolgorante di Doha (2.05), la croata ha danzato nell'aria davanti al suo pubblico valicando quota 2.04. Il duello a distanza con la tedesca Friedrich è iniziato. La bionda campionessa d'Europa ha saltato 1.95 ai campionati universitari di Darmstadt. 

Ossessione diciassette  

Il giovanissimo saltatore cinese Cao Shuo si è reso autore di una notevole impresa nel corso dei campionati nazionali maschili di Yulin. Nato l'8 ottobre 1991, quindi ancora diciassettenne, ha saltato domenica scorsa (17 maggio) la bellezza di 17 metri e 13 cm nel salto triplo, miglior misura mai realizzata da un atleta under 18. Il precedente limite apparteneva al connazionale Gu Jinjie, che saltò 16.89 nel 2000, a soli quindici anni e mezzo. Tra gli altri risultati 8.08 del diciannovenne Li Jinzhe nel lungo. 

Resistenza Culson 

Il quattrocentista ad ostacoli portoricano ha mantenuto la posizione di leader mondiale stagionale della specialità (48.42) grazie al pasticcio di Carson, ma sabato scorso a Ponce (Portorico) ha dimostrato di fare sul serio correndo in 48.43. Tra i molti personaggi di spicco del meeting centro-americano segnaliamo il duello sui cento metri maschili aggiudicato in favore di Churandy Martina (10.19) contro il britannico campione d'Europa indoor Chambers (10.21), il 45.07 di Ato Modibo (che ora ha cambiato il cognome in Stephens, stesso tempo del bahamense Andrae Williams), il debutto di David Payne (13.35 sui 110) ed il record nazionale della nigeriana Odumosu sui 400 ostacoli (55.02).  

Riunioni universitarie 

Tantissime, nel fine settimana più "caldo" della primavera USA, ma con poche cose da segnalare, tutte dalle sessini domenicali: nel "Big 12" di Lubbock 1.95 di Destinee Hooker, buon 44.86 del ventunenne Roberts e 17.01 ventoso nel triplo del non aocora diciottenne Claye (anche 16.94 con vento al limite).  A Gainesville molte cose interessanti: 10.01 sui 100 di Trindon Holliday che trascina al personale anche Hall (10.08), Rowland (10.13, junior) e Wilks (10.15). Scendono sotto i 45 secondi sui 400 anche il figlio di Calvin Smith (Calvin anche lui) in 44.96 ed inaspettatamente il giamaicano Dwight Mullings, 44.98. Sugli ostacoli alti, 13.29 dell'eterna promessa Richardson, davanti a Nunley, in progresso straordinario negli ultimi otto giorni, che scende da junior a 13.49. In quelli alti Johnny Dutch (venti anni, un mito nelle high school) corre in 48.58, a sei centesimi dal personale ottenuto lo scorso anno ai Trials olimpici, dove fu quinto in finale ancora in età “junior”. 

Altro: in Oklahoma la nigeriana Okagbare (bronzo a sorpresa alle Olimpiadi nel lungo femminile) ha saltato 6.90 (con troppo vento) per poi migliorarsi per due volte sui cento metri: prima ad 11.25 in batteria, poi scendendo a 11.21 nella finale. Grande ed inatteso miglioramento anche per la ventenne altista Kaufman, che partendo da un "personal best" di 1.85 ha bruciato le tappe assetandosi in un colpo solo a 1.93 (a Logan, nello Utah). Nel "Pacific 10" di Eugene 48.90 di Jeshua Anderson sui 400 ostacoli, 11.14 di Charonda Willliams e 10.13 di Ahmad Rashad. 

Lanci 

Osservatorio europeo: in Germania (aspettando Halle) le cose migliori. Robert Harting (66.93 nel disco), Nadine Muller (disco anche lei, 63.46, col ritorno della Dietzsch a 61.49) e soprattutto tre martelliste oltre i 70 metri (prima la Heidler con 73.89) sono già con un piede nella pedana di Berlino. Dalla Repubblica Ceka (notizie rese dall'amico Jiri Havlin), doppio impegno in 24 ore per la discobola Vera Cechlova-Pospisilova, bronzo mondiale a Helsinki. Sabato ha lanciato a Lovosice (62.25), domenica a Chodov (62.75).  

Il risultato a sensazione arriva dalla vicina Slovacchia, dove Martina Hrasnova ha migliorato di otto centimetri il primato nazionale del martello lanciando a 76.90, prestazione che ne fa la quarta di sempre leggendo le statistiche. Dalla Spagna risveglio di Pestano, "corto" nelle prime uscite, che a Barcellona ha scagliato il disco a 66.63. In Ungheria apertura di stagione per Zoltan Kovago con 67.64. 

Asia, ancora gran diecimila 

Un kuwaitiano oltre gli otto metri nel lungo, è Al-Haddad, che ha stabilito il primato nazionale (8.02) ai campionati nazionali. In gran forma anche il lanciatore Al-Zankawi, che con 77.23 ha mancato di 14 cm il record nazionale del martello (grazie alle note trasmesse da Heinrich Hubbeling ed a quelle di Alfons Juck).  

Ora le ultime dal Giappone, foriero di diverse manifestazioni nelle ultime ore, con risultati comunicati da Ken Nakamura. A Tendo Josphat Muchiri ha corso il terzo diecimila in un mese scendendo ancora sotto i ventisette secondi (stavolta 26:58.40), precendeodo Gideon Ngatuny (27:01.83). Sempre a Tendo è apparso ancora in stato di grazia il velocista Tsukahara (10.15). A Gifu 27:42.05 del kenyano Thuo sui 10000 (battuto Martin Mathathi, mica un signor nessuno). 

Manchester

Nel giorno dell'esibizione di Usain Bolt sui 150 metri nel centro di Manchester (di esibizione si tratta, ancorché straordinaria, per di più in rettilineo) la vittoria nella 10 chilometri cittadina (e mattutina) è andata a Gebrselassie in 27:39. La corsa femminile è stata vinta da Vivian Cheruiyot in 32:01.

 

Marco Buccellato


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