Internazionale, Londra-super, in USA vola Greene



Giunto alla sedicesima maratona ed alla quinta partecipazione a Londra, Stefano Baldini non toglie nulla alla sua magnifica carriera col quarto posto di domenica, anzi. Ribadisce il ruolo di miglior specialista europeo sulla distanza e mantiene uno standard elevatissimo di prestazioni. A Londra ha centrato un piazzamento perfettamente in linea con le sue quattro precdenti partecipazioni: quarto dopo due secondi e due sesti posti. Il tempo di 2:08:37 rappresenta la sua quarta performance. La 24esima edizione della Flora Marathon ha incoronato di nuovo un maratoneta del Kenya dopo 15 anni di abdicazione. Evans Rutto, alla seconda apparizione sui 42 chilometri dopo il clamoroso exploit di Chicago 2003, dove al debutto segnò 2:05:50, aveva già incontrato l'azzurro nella mezza di Lisbona edizione 2002: il kenyano fu dodicesimo in 1:01.28, Baldini nella sua ombra attardato di un solo secondo. Quella mezza vide in gara anche Felix Limo, attuale capofila mondiale della maratona e Tesfaye Tola, l'etiope giunto quinto dietro l'emiliano proprio domenica scorsa a Londra. L'ultima apparizione di Rutto su pista coincide col 13:28.25 da lui ottenuto ad Atene nel giugno del 2001. Da allora solo strada, con gare sui 15 km, la mezza e negli ultimi mesi il boom in maratona. Di lui possiamo aggiungere i primati personali su pista su 5 e 10 chilometri (13:02.71 e 27:21.32) e che è apparso nel panorama dell'atletica internazionale nel 1999. Dei tre kenyani preselezionati che sfileranno per le vie di Olimpia, Paul Tergat ha dato forfait per Londra, Korir è giunto ottimo secondo in 2:06:48 (Rutto 2:06:18), mentre di Wainaina ricordiamo l'impegno a Tokyo, in febbraio, chiuso in 2:11:03 (ottavo). Il maggior progresso cronometrico è arrivato dal campione del mondo Gharib, miglioratosi fino a 2:07:02, a ridosso dei migliori trenta performers di sempre. Attesa la vittoria della Okayo in campo femminile, che ha staccato di tre minuti e mezzo la russa Petrova. Fra le protagoniste annunciate un pizzico di delusione per la cinese Sun Yingjie, appena settima in 2:28:32, lei che è una delle quattro atlete scese sotto la barriera delle 2 ore e 20 minuti. Ultim'ora: 108° Boston Marathon Non c'è stata la pioggia di grandi prestazioni che ci si attendeva. I risultati, colti praticamente in tempo reale, danno i seguenti verdetti: vittorie kenyane con Timothy Cherigat (quarto lo scorso anno) in 2:10:37 davanti al connazionale Cheboror, ed ancora terzo Martin Lel; affermazione di Catherine Ndereba fra le donne in 2:24:27 con seconda Elfenesh Alemu per l'Etiopia in 2:24:43. L'azzurro in gara Daniele Caimmi si è ritirato dopo il 25° chilometro. Questi i suoi passaggi per ogni cinque chilometri percorsi: 15:40, 31:11, 46:33, 1:02:43, (mezza maratona in 1:06:16), 1:19:38. Non solo Londra e Boston In Europa più che la pista furoreggiano le maratone: a Lisbona passerella maschile vinta da Stephen Rerimoi in 2:13:34. Deludente Daniel Kirwa Too, che vinse a Carpi due anni fa in 2:09:58, e qui chiude nono in 2:20:39. Ad Amburgo vince il brasiliano Vanderlei de Lima, uno che in carriera è stato terzo a Rotterdam e Fukuoka nonché secondo a Tokyo, in 2:09:39; dominio kenyano fra le donne con Emily Kimuria (2:28:57) ed Alice Chelangat (2:28:58). Weekend USA Solita abbuffata di conferences ed invitational meetings. Su tutti il Mt.Sac Relays di Walnut, con il meglio del meglio, il peggio del meglio ed anche quel meglio che non t'aspetti, ed è proprio da questo che iniziamo: abituati alle tristi figure della scorsa stagione dove ha lampeggiato un paio di volte in primavera e ha raccolto solo delusioni in estate, anche i fan più agguerriti di Maurice Greene non avrebbero osato sperare tanto dall'esibizione dell'ex-recordman a Walnut. Il tempo è degnissimo, 10.02, il vento un oltraggio di lesa maestà (un muro d'aria contrario pari a 1.6 metri al secondo), gli avversari battuti sono Tim Montgomery (solo terzo con 10.27) e Dwight Phillips (oro mondiale del lungo, secondo con 10.26). Lo scorso anno partì proprio da Walnut l'illusione della sua rinascita, e vinse i 200 in 20.16. Il peggio del meglio: di Montgomery e della sua ripartenza un po' sbilenca abbiamo detto. Restiamo in famiglia con Miss Jones, che ha mal supportato le dichiarazioni della vigilia (arrivare ad Atene con il passaporto per 5 gare) con un quarto posto sui 200 (pure ventoso): per lei 23.02 dietro Consuella Moore (22.71), Crystal Cox (22.91) e Tonette Dyer (22.99, che vincerà anche la sua serie di 400 in 51.53). Torri Edwards, che ha evitato lo scontro correndo in altra serie, ha chiuso in 23.03 con 1.7 di vento contrario, e forse a conti fatti ha perso un'occasione. Il meglio del meglio: Kenwood "Kenta" Bell centra la quarta gara in un mese oltre i 17.40. Stavolta il vento è regolare, 0.5 per un salto di 17.40 per l'appunto (il 17.76 di El Paso, del quale avevamo citato differenti fonti a riguardo della legalità delle condizioni, è risultato alla fine viziato da 2.2 metri di vento). Ancora dai salti: 8.31 per Stringfellow, senza avversari. Debutto americano come da prassi negli ultimi anni per Chris Rawlinson, tradizionale avversario di Fabrizio Mori: per lui 48.96. Ostacoli alti: Allen Johnson mette deliziosamente in fila il top degli americani, perché il top è sempre lui: 13.25, battuti Wade, Watkins, Bramlett e Crear. Dal resto del programma belle gare nei lanci femminili: nel martello Anna Mahon, spodestata del primato americano dalla Gilreath da una settimana, fa sua la prova con 69.38 davanti alla trinidegna Scott (69.22) e proprio alla Gilreath (68.48). Nel disco primo scontro al vertice fra Aretha Hill (63.37) e Suzy Powell (62.82). Disco maschile a Brown (64.11) davanti a Malone (63.91) e Tunks (63.82). Vanno forti anche le staffette: le ragazze USA volano in 42.33 e la formazione "B" chiude in 43.79. Nella gara individuale ritorno a crono importanti per Inger Miller (11.04, e peccato davvero per il vento a 2.1). Sprint non da poco anche sui 200, con Mickey Grimes a 20.31 che batte il 19enne Spearman (20.35) e J.J.Johnson (20.37). Quinto un irriconoscibile Boldon (20.89). Sui 400 emerge Andrew Rock, un altro giovane (22 anni), in 45.23. Angela Whyte si sta segnalando come la gemella canadese di Perdita Felicien, doppio oro iridato sugli ostacoli. Dopo il 12.79 siglato in precedenza, a Walnut si migliora a 12.75. Prologo dei superassi della domenica con il mezzofondo del sabato: discreti i 5000 maschili con 10 atleti a 13:30 (primo Jon Riley con 13:21.11), e buonissimo il 10000 della tedesca Mockenhaupt, che con 31:23.35 fa il mondiale stagionale. Allo spasimo il finale dei 5000 donne: vince Shalane Flanagan per 5 centesimi in 15:09.67 sulla neozelandese Smith, reduce da una ottima stagione indoor. Epilogo con i 3000 siepi di Carrie Messner, alla prima stagione vera, che si guadagna un posto fra le migliori 30 di sempre (ma la specialità è appena nata e deve ancora farsi una storia) con 9:50.16. Nel martello ancora in gara Giulia Urlando: in una delle due serie disputatesi sabato è giunta nona con 53.60 (diciassettesima nel computo totale). Via col vento Una nuova protagonista dell'alto americano si affianca alle veterane Waller e Acuff. Si tratta della 21enne Chaunte Howard, salita a 1.95 a Chapel Hill. A Waco finalmente un 400 che va forte. Darold Williamson e Jeremy Wariner (del quale avevamo parlato la scorsa settimana) sono i primi al mondo a scendere sotto i 45 secondi quest'anno: 44.59 per il 21enne Williamson, 44.80 per il 2oenne Wariner (per entrambi primato personale). Si rivede anche McFarlane, reinventatosi sugli ostacoli e giunto quarto a Parigi nonostante limiti tecnici non da poco: 49.94 la sua prima uscita. Il meeting texano, intitolato a Michael Johnson, ha offerto anche l'11.19 della giamaicana Veronica Campbell sui 100 ed il 22.97 di Sanya Richards sui 200, che giamaicana lo è stata da allieva ed ora è a stelle e strisce da junior. Per lei anche 22.83 in batteria, ma molto ventoso. Il prevedibile vento generoso che sostiene l'80% delle gare di sprint negli Stati Uniti ha colpito un po' ovunque ed anche in Kansas, a Lawrence, dove erano in programma la Kansas Relays. Ha sospinto Leo Bookman, Monzavous Edwards e l'inglese Edgar a crono vicini ai 10 netti (nell'ordine 10.04, 10.08 e 10.10). Un altro britannico in trasferta, il solito ciclope Myerscough, gareggia sotto casa (studia a Lincoln, dov'è la sua pedana preferita) e lancia a 20.69 e 61.99. Rebecca Breisch si migliora considerevolmente nel disco, fino a 62.35. Prima di recarsi a Walnut per la scampagnata della domenica, Erin Gilreath aveva confermato la prestazione-record della scorsa settimana gareggiando a Claremont venerdì, ed ottenendo un altro clamoroso risultato, 71.20. A Baton Rouge cala il vento solo al via dei 200 femminili, dove Stephanie Durst chiude in 22.96. Gli altri risultati (20.38 di Stanford Routt, 8.23 di Walter Davis con Moffitt a 8.03), sono tutti viziati da un Eolo incarognito. Il giamaicano della settimana Non è un ragazzino come Bolt, ha 21 anni e da un paio di stagioni gareggia negli Stati Uniti. Già segnalato per due sprint vento-dipendenti ma di peso come 10.05 e 10.11 nell'arco di un'ora, Steve Mullings ora entra nell'orbita dei grandi. A Fort Worth, in Texas (e dove se no?) bordate d'aria di 3.9 e 3.8 metri al secondo lo hanno sospinto a prestazioni quali 9.96 e 19.90! Il ragazzo è di valore: già lo scorso anno aveva corso in 10 netti (sempre di vento parliamo), ma vanta un 20.36 regolare ottenuto a 19 anni e mezzo, e soprattutto qui, nella gara del 19.90, si è lasciato alle spalle nientemeno che Darvis Patton (20.07), uno da 10.00 (Zurigo 2003), 20.01 e 8.12 nel lungo, e soprattutto argento mondiale a Parigi. Patton aveva debuttato ad Arlington a fine marzo con 9.89, e non chiedetevi nemmeno se ci fosse o meno il vento troppo favorevole: c'era. Errata corrige Tornando indietro di qualche settimana è misteriosamente scomparso il 72.95 (mondiale junior) della martellista cinese Zhang Wenxiu, e la data dell'evento (26 marzo) ora è data per certa come 20 marzo. Il risultato non appare più (probabilmente si trattava di un errore di trascrizione), ed il successivo 72.42 della cinese (del 4 aprile) sarebbe comunque record mondiale junior. Prima di gridare al primato, la prudenza appare obbligatoria, vista la confusione regnante sulle notizie che giungono da quelle parti. Notizie che riportano il 13.20 sugli ostacoli di Liu Xiang a Nanning, domenica 18. Ritorno alle gare per Li Xuemei (10.79 e 22.01 i suoi personali nello sprint), ora su tempi meno marziani con 11.51 e 23.29. Nel peso 18.73 di Li Meiju (undicesima a Parigi e sesta a Budapest). In tema-Budapest si è letto che oltre alla Kapachinskaya, oro sui 200, anche la Pavlysh sarebbe caduta nella rete dei controlli in occasione dei mondiali indoor. Se la notizia fosse confermata come vera, e la colpa venisse accertata dalle normali procedure protocollari, l'ucraina sarebbe al secondo gettone di sospensione, il che significherebbe life-ban (fuori per sempre). La Pavlysh ha vinto la settimana seguente anche la gara dell'Eurochallenge a Malta, e annullando la prestazione a causa di una eventuale squalifica, Assunta Legnante si troverebbe seconda, non più terza, cosa peraltro ininfluente sulla classifica a squadre. A proposito di Asia, giovedì scorso si è gareggiato a Nuova Delhi e si è rivista la medaglia di bronzo del lungo femminile ai mondiali di Parigi, Anju Bobby George, precedentemente conosciuta come Markose. L'indiana ha saltato 6.66 alla prima uscita stagionale. Di un certo interesse il 45.59 sui 400 metri di K.Mathew Binu, conosciuto finora più come ottocentista. Appunti azzurri Dall'estero, abbiamo mancato di segnalare la scorsa settimana l'impegno della O'Reilly in Spagna (seconda a Torrevieja nel lungo con 6.09 (vento 2.2) dietro la Moldava Bolshova (6.45), e sempre in terra di Spagna il ritiro di Brugnetti nella 10km di Guadix, vinta da Juan Manuel Molina in 39:26. Restiamo nella marcia con la squadra polacca per la Coppa del Mondo di Naumburg, annunciata dopo la prova di sabato scorso a Zaniemsyl: uomini con Korzeniowski, Kucinski, Dys, Magdiarczyk e Sudol sui 20 km. Cinquantisti saranno Kalka, Augustyn, Fedaczynski e Rosiewicz. La sorellina Korzenioswka sarà al via della 20 femminile, le junior Bodzioch e Dygacz impegnate della 10km giovanile. Per la cronaca, il test sui 10km di Zaniemsyl è stato vinto dal pluriolimpionico Korzeniowski in 39:04. Campionati sudafricani a Durban Ancora sugli scudi i giovani leoni: la classe 1985, che promette spettacolo ai prossimi mondiali junior di Grosseto, fa scintille: Leigh Julius vince entrambe le distanze dello sprint, e sui 200 batte Morné Nagel in 20.44, centrando anche il minimo per Atene. Nagel non è l'ultimo arrivato. Nel 2002 fece sfracelli nella stagione indoor (dieci prestazioni in meno di 6.55 sui 60 metri), e sta risorgendo dopo un duplice lungo infortunio. Gli altri gioiellini junior Mokoena, Van Zyl e Le Roux non hanno deluso. Il triplista ha vinto la sua gara con 16.40. I due ostacolisti sono rimasti ai piedi del podio con ottimi crono (49.71 e 49.96), dietro il trio delle meraviglie Cilliers (48.23), Myburgh (48.65) e Kritzinger (49.14). E mancava Llewellyn Herbert...Altro giovane in evidenza l'altista Ramsay Carelse (anche lui nato nel 1985), che sale a 2.20 e vince il titolo nazionale; era salito alle cronache per aver battuto il campione del mondo Freitag alla prima uscita stagionale in gennaio, prima che l'iridato si infortunasse e tornasse sotto i ferri. L'ultima perla junior dei campionati è della eptatleta Justine Robbeson, 5721 punti dietro Janice Josephs (al personale con 6127 punti). Fra le altre prestazioni che hanno portato al titolo nazionale: 45.82 per Marcus La Grange, 1:46.76 per Sepeng, 5.40 per Brits, 62.72 di Kruger, 81.03 di Pienaar nel giavellotto, 20.15 di Robberts, 78.56 per Harmse. Fra le donne doppietta di Heide Seyerling (coniugata Quinn) con 23.05 e 51.77, rinascita di Surita Febbraio (55.52), 1.95 della Cloete e 59.23 della giavellottista Viljoen. Altro dall'Africa Skyline intenational meeting a Reduit, nelle Mauritius: in spolvero Buckland (10.21) e conferma per il talento di Nyongani (45.65); bene anche Arnaud Casquette, che è ottimo lunghista (7.99), mentre l'eptatleta ghanese Margaret Simpson (a Parigi si ritirò dopo 5 gare) fa il record nazionale del giavellotto con 54.76. Societari in Grecia Fase preliminare con qualche risultato da appuntare, nella marcia: personale per Hristina Kokotou (44:58) e record nazionale per la Tsoumeleka (44:10.02). Nei lanci martelliste in evidenza con la Derveni (66.69), Papayeoryiou (65.05) e Papadopoulou (64.50). Uomini lunghi con Polichroniou (77.37) ed il vecchio leone Papadimitriou (76.92). Nel peso 18.68 della Ouzouni, giavellotto oltre i 60 metri per la Tsiolakoudi (60.70). Prossima settimana con occhio al Grand Prix IAAF di Fort-de-France. Marco Buccellato


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