Internazionale: Cusma terza a Zurigo nel dopo-Osak



Assegnati i titoli mondiali ad Osaka, sui quali torneremo nel corso di queste pagine, la grande atletica internazionale è tornata poche ore fa a Zurigo (in una serata fredda, tredici gradi, che ha inciso sui risultati), nel rinnovato stadio Letzigrund, nella quarta tappa della Golden League. Cusma, Obrist, Di Martino Elisa Cusma ha mostrato i denti nel rettilineo degli 800 metri, conquistando un brillante terzo posto in 2:00.50, a soli otto centesimi dalla spagnola Martinez (sul podio ad Osaka), in una gara lanciata alla campana dall'iridata Janeth Jepkosgei, vincitrice in 1:59.03. L'azzurra ha preceduto personaggi di grandissimo calibro quali le russe Kotlyarova, Cherkasova e Klyuka. Una conferma a tutto tondo della meritata dimensione internazionale della Cusma, che fa aumentare i rimpianti per il mancato accesso alla finale mondiale, verificatosi in ragione di una semifinale (la terza) dai risultati mostruosi. Liberata dal peso di vincere il mondiale da favoritissima, si pensava a qualcosa di grandioso da parte della croata Vlasic, capace di superare quota 2.04 al terzo tentativo e di offrire due nuovi assaggi (falliti) al record mondiale di 2.10. La russa Slesarenko, campionessa olimpica, è stata l'altra specialista capace di salire ancora oltre i due metri (2.01). Antonietta Di Martino, attesa per domenica a Rieti, si è accontentata del quarto posto con 1.90 in compagnia della Bergqvist, della Chicherova, della Beitia e della Palamar. Christian Obrist si è ben comportato, sbucando al sesto posto in un 1500 tutt'altro che veloce (3:39.50 per l'azzurro, 3:38.62 per il francese Baala, il vincitore). Obrist è stato preceduto di una posizione dal giovanissimo kenyano Kiprop, quarto ai mondiali, ma ha battuto Webb e Mansoor, due grandi delusi della finale di Osaka. Una poltrona per due La corsa al jackpot: la campionessa del mondo dei 100 metri ostacoli Michelle Perry è malauguratamente scivolata sul desiderio di riscatto della svedesina Susie Kallur (nella finale mondiale davanti a tutte all’ultimo ostacolo, poi incredula quarta) e sulla puntuale giamaicana Delloreen Ennis-London, lasciando il via libera al bottino pieno a Yelena Isinbayeva (vittoria ripresa per i capelli nell'asta con 4.80 sulla Feofanova) ed a Sanya Richards, autrice di una migliore prestazione mondiale stagionale sui 400 metri (49.36) che ne acuisce la rabbia per la mancata partecipazione mondiale nella sua specialità preferita, avendo fallito il passaggio obbligatorio dei Trials di selezione statunitense. Le cadute Più di campione del mondo, a missione compiuta, ha ceduto la ribalta svizzera ad avversari motivatissimi: è stato il caso di Nelson Evora, battuto di misura nel triplo (solo due centimetri) dall'ex-iridato Walter Davis, del finlandese Pitkamaki (che ha preso due metri nel giavellotto da un ispiratissimo Thorkildsen, al personale stagionale con 89.51), e del campione del mondo dell'asta Walker, che nella roulette di poche ore fa si è classificato quarto. Nei 400 femminili, la Ohuruogu si è eclissata (solo quarta in 51.32), ed ha tradito la fiducia degli scommettitori. Ad Osaka era quotata cinquanta ad uno. Le conferme Bernard Lagat si è sistemato a metà strada tra i suoi due titoli mondiali su 1500 e 5000 metri, vincendo i tremila metri in 7:38.77 sul kenyano Edwin Cheruiyot Soi e sull'ugandese Kipsiro, bronzo mondiale dei cinquemila. La regina dei 1500, la conturbante Jamal, ha nuovamente battuto la russa Soboleva, con ancora più margine rispetto alla finale mondiale (quasi un secondo e mezzo). Il ritorno di X-Man Inopinatamente jellato ai Trials (saltato via in semifinale per infortunio), Xavier Carter è tornato a brillare sui duecento metri con una delle cose migliori viste nella serata zurighese. Carter è tornato (per la prima volta quest’anno) sotto i venti secondi netti (19.92, primato del meeting), e soprattutto davanti ad Usain Bolt (20.19). Nella 4x100 nuova vittoria della selezione USA (in 38.40 con Tyson Gay schierato in terza frazione) su quella giamaicana (39.82); per l'Italia settimo posto senza appello, in 40.12. Nella serie inferiore dei 100 ostacoli Micol Cattaneo ha corso in un buon 13.14 (vento +0.5), a sei centesimi dal primato personale. Velocità di basso profilo Risorto Obikwelu (vincitore dei 100 metri in 10.17), le altre serie dei 100 hanno visto ai blocchi alcuni azzurri reduci dai Mondiali: La Mastra ha vinto la propria serie in 10.50 (vento nullo), precedendo Checcucci di un centesimo. In un'altra serie Riparelli ha corso in 10.57 (settimo con vento a +1.1), con vittoria dello statunitense Patton (10.22). Osaka per chiudere Caratterizzato da prestazioni decisamente degne di un campionato del mondo, alcune inserite in un contesto agonistico avvincente, il Mondiale giapponese ci consegna anche alcune belle favole, come quella di un incredibile talento strappato al basket (una volta tanto ci può anche stare..), che in un anno e mezzo passa dallo stupore (suo e di tutti) di saltare 2.22 in scarpe da riposo (e praticamente in bermuda) al titolo mondiale (Donald Thomas). O quella del parente povero che precede l'ombra del primatista del mondo nella finale dei cento metri, ed il cui argento brilla quanto un oro (Derrick Atkins). Ancora, quella di un ex-kenyano, Bernard Lagat, passato attraverso le vicissitudini di inquietanti ombre e sospetti (poi liquefatti) e di una mancata partecipazione mondiale ad Helsinki per via del cambio di nazionalità, che si libera finalmente del complesso dell'eterno secondo (negli anni di Hicham El Guerrouj), e vince a passo di carica i 1500 metri prima di essere traghettato da una sciagurata scelta tattica della compagnia africana al secondo oro, quello sui cinquemila. Altre favole: quella di un co-favorito (Gerd Kanter) che aveva battuto l'avversario di sempre (Alekna) solo una volta nell'arco di quarantatre duelli a colpi di disco, e che si è ritrovato, oltre i suoi sogni più irriverenti, campione del mondo anche grazie al blackout del gigante lituano. Ancora, la cubana Savigne che non aveva mai battuto la cavalletta di Volgograd, Tatyana Lebedeva, e che al primo triplo balzo di ha messo la firma nel giorno più importante con un 15.28 inarrivabile. Mai domi Bellissime alcune delle finali decise in extremis, in particolare quelle dei concorsi: fantastico l'epilogo del peso femminile, del martello maschile, del salto in lungo maschile. Gare decise tutte all'ultimo salto o all'ultimo lancio con le prodezze della neozelandese Vili, del pluricampione Tikhon, che ha recuperato l'oro salendo direttamente dall'inferno dell'esclusione dal podio, del lunghissimo duo Howe-Saladino. Lo spettacolo continua Oggi e domani salti spettacolari ad Eberstadt, il Decanation di Parigi, il tradizionale Svezia-Finlandia. Il circuito IAAF proseguirà con Rieti, Linz, Rovereto, poi Bruxelles e Berlino. Nella sezione statistiche sono già scaricabili le liste mondiali 2007 aggiornate con il meeting di Zurigo. Marco Buccellato

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