Internazionale, Chicherova 2.04 e tanta Italia



Copertina internazionale della settimana con l'imbarazzo della scelta; spazieremo di argomento in argomento senza tener fede alla cronologia degli eventi, ma per "intrecci" tecnici, così ci ritroveremo a parlare senza distinzione di tempo sia del weekend ultimo scorso che dell'attività che lo ha preceduto nel corso della settimana. A nostro avviso, nonostante la messe di prestazioni di valore ed il tanto atteso ritorno al proscenio di Marion Jones, l'evento tecnicamente più qualificato si è rivelato l'appuntamento tedesco di Arnstadt, un meeting incentrato sul salto in alto in cui le evoluzioni degli specialisti sono scandite a tempo di musica. Le note devono aver ispirato in particolare le donne, preso atto del fatto che ben tre hanno valicato la soglia dei due metri: Anna Chicherova ha eguagliato il personale, risalente allo scorso anno, strabiliando con 2.04, ma non meno eccezionali sono state la biondissima Bergqvist (2.02, come nella passata edizione del meeting), e l'ucraina Palamar, due metri nonché personale indoor. Con le prestazioni di Arnstadt troviamo già cinque specialiste oltre i due metri a stagione appena iniziata; l'alto sembra ancora in pieno "boom" come nella scorsa stagione. Dietro il terzetto delle duemetriste, importanti prestazioni anche per le altre due ucraine Styopina, 1.98, e Mykhalchenko, 1.96. Straordinaria anche la pedana maschile, grazie al metro ed ottantuno di altezza di Stefan Holm, capace di valicare i 2.36 (anche per lui personale eguagliato, sempre ad Arnstadt, guarda un po'..). L'atleta è un agonista eccezionale, e lo ricordiamo battagliare fino all'ultimo per l'oro mondiale di Saint-Denis contro i due e zeroquattro di statura del sudafricano Freitag. Il differenziale di Holm è di 55 centimetri! Dietro il piccolo svedese si fa sempre più largo il 20enne ceko Jaroslav Baba, salito a 2.34, dopo aver mercoledì scorso bissato il vecchio personale a 2.32 in quel di Trinec, pedana di casa (dove Bettinelli ha superato i 2.24). A completare il podio della manifestazione Andriy Sokolovskiy, due e trenta. Ai piani più bassi il campione d'Europa Rybakov (2.28) e quello under 23, Walerianczyk (2.26). A proposito di mercoledì scorso, torniamo brevemente a Dortmund, del quale avrete appreso le notizie che ci riguardavano più da vicino (limite italiano eguagliato da parte di Gibilisco a 5.71 e prima affermazione stagionale). Ricco di protagonisti, lo Sparkassen-meeting ha lanciato in orbita Yuriy Borzakovskiy, alla prima uscita stagionale e subito vincente in 1:45.92; non è tanto il crono del russo a stupire vista la qualità tecnica cui ci ha abituati, ma il distacco (ben oltre due secondi) inferto ad un fuoriclasse della specialità quale Hezekiel Sepeng. Citazione obbligatoria anche questa settimana per Berhane Adere, che dopo il mondiale sui 5000 chiude i tre chilometri a meno di quattro secondi dal limite mondiale che le appartiene: 8:33.05 è inoltre la quinta prestazione mondiale indoor di sempre, e quattro sono sue. L'asta femminile ha vissuto l'ennesima sfida al vertice: stavolta, assente la Isinbayeva, la top-girl Feofanova ha valicato i 4.75, ma si è ben difesa Annika Beyer con 4.68, che è pure primato tedesco in sala. In tema di salto in alto, al di là delle prestazioni di assoluto valore di Arnstadt, fa notizia il ritorno in pedana, dopo quattro anni di conclamato ritiro, di Niki Bakogianni, la muscolata greca che pescò una serie di jolly nella finale olimpica di Atlanta, prima a 2.01, poi l'ancor più incredibile 2.03 che le valse l'argento dietro la Kostadinova, con buona pace della presente Antonella Bevilacqua che con 1.99 mancò il bronzo, per poi essere castigata di peccato veniale. La Bakogianni ha 35 anni e mezzo, ed ha scelto i campionati nazionali greci per un inatteso ritorno (vittoria con 1.87). Nell'ambito delle altre gare una mezza dozzina di record nazionali fra greci e ciprioti. Tanto rumor per Marion La regina dello sprint è tornata dopo la maternità ed ha scelto, come ben saprete, i secolari "Millrose Games" di New York per la prima esibizione della sua nuova carriera: per vincere ha vinto, ma non ha stravinto (la carneade Angela Daigle a soli 3 centesimi), però ha nettamente battuto la Edwards, il che è di buon auspicio. Assente in sala dal 1998 (6.95, terzo crono di sempre), la Jones ha bisogno di tempo per tornare a volare e mancano sei mesi e spiccioli per ritrovare ciò che le serve in prospettiva olimpica. Soprattutto servono risultati per sotterrare la caduta di stile nella infausta e già tramontata decisione di affidarsi, lei e il fidanzato Montgomery, a quel Charlie Francis che di Ben Johnson fu all'epoca il mandante. Scelta ancor più contraddittoria se si pensa al divorzio della Jones dal reietto C.J. Hunter, pesista additato a cattivo per essere stato pescato positivo ad un controllo antidoping (e subito sospeso) alla vigilia di Sydney, cosa che ha pesato non poco nelle battute finali della loro storia. I Millrose Games: non solo Jones Qualcuno ben conosciuto fra gli addetti ai lavori ha recentemente pronosticato il giamaicano Asafa Powell clamorosamente d'oro alle prossime Olimpiadi. Distanza: cento metri. Ci sembra un pronostico un po' avventato, ma c'è da dire che qualcun altro ha tenuto duro lo scorso anno pronosticando Kim Collins per l'oro mondiale quando il nome del velocista delle isole Saint Kitts era per i più un suono senza troppo significato, poi si è visto come è andata. Il Powell di cui sopra è un ben distribuito 1,82 x 76kg di muscoli, di giusta compattezza e desta buona impressione quando è lanciato. A New York ha vinto la prima volata della stagione (sui sessanta metri) in 6.56, che può non sembrare granché vista la considerazione di cui gode, ma sufficiente per lasciare ad un metro il campione del mondo dei 200 Capel (sì, quello che ad Edmonton non udì lo sparo del via) ed un altro pezzo da novanta come Coby Miller. Ancora dalla pista newyorchese il sempreverde Allen Johnson, quasi perfetto sugli ostacoli in 7.43, seguito dal fenomeno francese Doucouré (7.55). Urlo di Christian Cantwell, che bissa l'over-21 nel peso della scorsa settimana, migliorandosi a 21.28. Più che sempreverde sembra scolpita nel granito Gail Devers: entrata nel 36esimo anno della sua giovinezza, con 7.76 ha realizzato la decima prestazione di tutti i tempi (è già la quarta specialista di sempre con 7.74 oltre ad essere la migliore nel nuovo millennio). Letteralmente annichilita la campionessa mondiale Felicien, 7.94 che ancora si gode l'imprevedibilità di trovarsi sul gradino più alto del podio mondiale grazie al posto gentilmente lasciatole libero dalla stessa Devers, pasticciona nella semifinale parigina. In gara anche questa settimana Stacy Dragila, qui a New York esibitasi a 4.64, al passo con i risultati recenti. In Indiana ha debuttato il gigante inglese Myerscough, che da quelle parti è di casa: 20.68; i caraibi mettono su una certa credibilità nei lanci. Dopo la trinidegna Borel anche la giamaicana Barrett raggiunge risultati di qualità e porta il limite nazionale a 17.73. Azzurro (e spesso vincente) a spasso per l'Europa L'asta è un tormentone cui ci rifacciamo spesso, vuoi per conflitto di interessi (Gibilisco) vuoi perché la specialità, in campo femminile, è in continua evoluzione, e le principali attrici aumentano di numero e crescono nelle misure. Con 4.61 si è migliorata la polacca Pyrek, record nazionale sabato scorso a Spala. Idem per la francesina Boslak, 4.46 ad Eaubonne, venerdì. In questa occasione (presente anche l'italiana O'Reilly, 6.16 nel lungo), bello sprint per Christine Arron e Muriel Hurtis: 7.16 e 7.22 per entrare nella top ten stagionale. Top ten nella quale è saldamente inserita Manuela Levorato: il 7.21 di Gand, domenica scorsa, è ad un centesimo dal personal best dell'azzurra ed a due dal primato italiano. Ciò che conta sono però le vittorie, ed in entrambe le occasioni (Stoccarda la prima) il parco-avversarie era degnamente qualificato. Nel Flanders meeting belga Manuela si è lasciata alle spalle l'esperta Safronnikova e nonna Ottey, pur sempre svelta in 7.26. Altri risultati da Gand: ottimo Wissman, il 200/400centista svedese che è sceso a 20.76 (record di Svezia); buoni i 1500 targati Spagna (Higuero 3:38.71) ed i 3000 di Rui Silva (7:47.80). Spagna agli onori della cronaca anche per via di Mayte Martinez, che con 1:59.52 migliora il primato nazionale e soprattutto lascia in chiaroscuro la Ceplak, seconda a 34 centesimi. Presenti anche Barbara Lah, sesta nel triplo con 13.76 e Simone Collio, che dopo aver perso la batteria da un ritrovato Obikwelu (6.66 per il finanziere contro i 6.61 del portoghese ex-nigeriano), in finale è incappato in una squalifica, al pari dello stesso portoghese e di Streete-Thompson. Per la cronaca successo di Brunson in 6.59. Sabato a Vienna personale stagionale per due atleti italiani, Christian Neunhauserer e Alexia Oberstolz: gli ottocento maschili hanno visto l'azzurro terzo con 1:48.85, quelli femminili l'italiana vincente in 2:05.24 (precedente 2:05.63 sempre a Vienna). Nell'occasione bella volata della Mayr in 23.09, minimo per i mondiali. Fiona May L'azzurra è rientrata alle gare in occasione dei trials britannici di Sheffield, in compagnia della sorella Natasha. Il suo 6.68 è già migliore del bilancio del 2003 e per ora va benissimo così. Dopo il debutto in terra inglese Fiona è preceduta nelle liste stagionali da tre atlete russe, fra le quali è assente la Kotova; a Sheffield la migliore espressione britannica della specialità le è finita a ben 37 centimetri (non era comunque presente la nera Johnson). La rassegna inglese ha portato qualche buon risultato: la volata di Gardener, a 6.49 e sempre più numero uno di queste settimane di sprint, l'8:43.23 di Jo Pavey sui 3000 e la vittoria di Kelly Holmes sugli 800 in 2:01.40. Pescati qua e là Risultati raccolti in giro per l'Europa nel weekend appena trascorso: prove multiple nazionali a Mosca, con la portoghese (ex-Sao Tome & Principe) Gomes ospite e pure vincente con 4570 punti, davanti alla giovane Snetkova (4520), e le prime dieci tutte oltre i quattromila punti. Fra i maschi affermazione del veterano Lobodin con 6149 punti. Polispecialismi anche a Tallinn, manifestazione onorata da un'ottima performance di Roman Sebrle, l'uomo dei novemila punti in dieci fatiche, che coglie 6350 punti davanti ad uno dei rivali di sempre, l'olimpionico Nool (6123). Seconda uscita, domenica scorsa, per Borzakosvkiy: la rilevazione manuale dei suoi ottocento a Shchelkovo, in Russia, ha indicato 1:45.6 (4:07.9 per la Chumakova sui 1500, mondiale stagionale). Piccola retrospettiva sui giorni appena trascorsi, dei quali non sempre riusciamo a cogliere tutte le indicazioni in tempo reale. Con lieve ritardo segnaliamo il 14 e 53 della triplista romena Gavrila a Bucarest a fine gennaio, in attesa di conoscere i risultati delle pedane locali di sabato e domenica, ancora ignoti. Ancora più indietro di qualche giorno è emerso il mondiale stagionale (superato a Tallinn da Sebrle) dell'eptathlon, autore il russo Pogorelov con 6163 punti, che entra nella top-twenty di sempre. Nomination anche per Andrey Mikhnevich, il sorprendente iridato del peso in agosto, che ha aperto la campagna del nuovo anno lanciando a casa sua a 20.85 (nella stessa occasione 7.13 sui 60 metri per Yuliya Nesterenko). Nello sprint 20.84 ma soprattutto 45.75 per il congolese Kikaya, ma ottenuti sulla pista di 291 metri della Nutter Field House di Lexington, e per l'omologazione non vale. Molte altre prestazioni realizzate nell'ultimo weekend (qui non citate per mancanza di spazio) potrete trovarle nella prossima edizione delle liste mondiali indoor, che saranno pubblicate fra mercoledì e giovedì nello spazio "statistiche" del sito, assieme ad una edizione aggiornatissima delle liste indoor all-time. Outdoor Qualcosa si è visto anche all'aperto, sia su pista che sulle strade. In Sud Africa molti europei in rodaggio, già a buon punto nel comparto lanci: a Pretoria si sono visti il danese Olsen (20.37), l'estone Kanter (63.36) ed un gruppo di martelliste tedesche, fra le quali merita menzione Betty Heidler, 20 anni, che si è mangiata i 69 metri di soli due centimetri. In tema martello, segnaliamo il doppio primato di Spagna per Berta Castells, 66.10 e 67.21 a Barcellona. In Australia 20.47 per il velocista Adam Miller e conferma dal giavellotto di Hamlyn-Harris a 83.06, entrambi impegnati nel fine settimana a Sydney. In Alabama i trials USA maschili di maratona hanno premiato Alan Culpepper, Meb Keflezighi (che una volta rappresentava l'Eritrea) e Dan Browne: modesti i responsi cronometrici, da 2:11:41 a 2:12 ed un secondo. Ben più qualificata la corsa per le strade di Tokyo, dove si è imposto il kenyano (che vive in Giappone) Daniel Njenga in 2:08:43; di lui ricordiamo che gli appartiene il settimo posto nelle graduatorie di tutti i tempi grazie al 2:06:16 di Chicago 2002, e che è stato primatista mondiale junior nelle siepi dieci anni fa (8:19.21). Il kenyano ha battuto Satoshi Osaki (2:08.46) e il connazionale Kimondiu (2:09:27); nel complesso una maratona di alto livello, con tredici atleti sotto le due ore e dodici minuti (fra i quali il francese El Himer con 2:11:55, che per inciso, e stando ai tempi, è il terzo di sempre in Europa). In marcia In Spagna in programma i campionati di marcia su strada, a Saragozza: discrete la 20km femminile, andata a Maria Vasco in 1:29.51 (seconda Eva Perez in 1:31:01), e la 50km, dove si è imposto Gonzalez in 3:49:01 davanti a Garcia (3:53:28). News dell'ultima ora Infortunio per la velocista bulgara Ivet Lalova, 20 anni: capofila mondiale stagionale sui 200 con 22.87 (e 7.21 sui 60, come Levorato), salterà probabilmente i mondiali di Budapest. Un'occhiata allo junior della settimana, pensando a Grosseto 2004: già autore di una eccellente prestazione nel lungo prima di Natale (8.12), il prodigio ucraino Viktor Kuznetsov (classe 1986) si è migliorato anche di nel triplo con 16.50, in occasione dei campionati nazionali junior di Ucraina a Sumy. Prima di chiudere una doverosa citazione a ritroso, assente per grave dimenticanza di chi scrive: i dati statistici e storici riguardanti le prestazioni "mondiali" della scomparsa Fanny Blankers-Koen di due settimane fa, sono stati tratti dalla pubblicazione "Progression of world best performances and official IAAF world records" (edizione rossa del 1987), realizzata da Ekkehard zur Megede, uno dei guru più accreditati del settore ricerca e statistica in atletica leggera. Alla prossima settimana. Marco Buccellato


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