Internazionale, 5000 da sogno nel sabato azzurro



Il nostro osservatorio pone in primo piano l'attività indoor, intensissima nella settimana appena trascorsa, ed in particolare nel weekend: iniziamo con la rassegna dei risultati ottenuti da atleti di casa nostra in meeting disputati all'estero: dell'eccellente 6.58 di Simone Collio ad Erfurt, battuto in batteria ed in finale da un Gardener in grande spolvero (6.53), il nostro sito ha già dato notizia. Lo sprinter di Cernusco sul Naviglio ha battuto fra gli altri l'atleta di casa Kosenkow (origini bielorusse), autore nella scorsa stagione del sesto crono europeo dell'anno (10.14). Ad Erfurt buone prestazioni "da sala" anche dai giamaicani Davian Clarke (46.23 sui 400) e Maurice Wignall (7.56 sugli ostacoli); al femminile, palcoscenico per Jolanda Ceplak, la biondissima slovena, subito sotto i due minuti sugli 800 metri in 1:59.25 e debutto stagionale sui 60 per l'austriaca Karin Mayr, al successo in 7.22. Annotiamo anche la terza gara della stagione per l'astista russa Polnova (4.66, vincente sulla rossa combattente Becker, dieci centimetri più in basso). In Slovenia ha gareggiato e vinto Paolo Camossi: il goriziano, con 16.33, ha dato oltre mezzo metro allo specialista di casa Batagelj (16.27 lo scorso anno). Nella riunione di Sempeter il triplo ci ha arriso anche fra le ragazze, grazie a Silvia Biondini (13.77), Barbara Lah (13.67) e Giovanna Franzon (13.18). Dalla Slovenia ricordiamo una performance della quale abbiamo appreso con lieve ritardo: il record nazionale nell'alto maschile di Rozle Prezelj (2.31), ottenuto a Lubiana. Il piatto forte della settimana italiana all'estero era la Sparkassen Cup di Stoccarda, dove era in programma il debutto stagionale di Giuseppe Gibilisco: le positive sensazioni e la rincorsa lo hanno completamente soddisfatto, ed il 5.70 per un totale di quattro salti (un errore a 5.60), prima di arrendersi alla quota superiore, è il toccasana per guardare con fiducia agli impegni che attendono l'astista siciliano nel 2004. A pari misura, ma senza errori fino a 5.70, si è tuttavia imposto l'olandese Blom; dietro Gibilisco, i seimetristi Lobinger ed Ecker, Spiegelburg, Gorshkov ed il giovane ucraino Korchmyd. La vittoria in terra tedesca (ormai è evidente: le porta davvero fortuna la Germania..) ha premiato il debutto stagionale di Manuela Levorato, 7.26 in finale dopo aver perso di un centesimo la batteria, con il medesimo tempo, con l'austriaca Mayr. La veneta ha battuto nell'ordine le tedesce Wagner e Rockmeier, e la svizzera Feusi. La missione italiana comprendeva anche Christian Neunhauserer, che è giunto quarto nella sua serie degli 800 in 1:48.81, preceduto dal meno conosciuto dei Kimutai (Sylas), dal marocchino Tighazouine e dal giovane lussemburghese Fiegen. Ben più succosa la finale A, dove Joseph Mwengi Mutua ha ottenuto la terza prestazione di sempre correndo in 1:44.71, e di gran lusso è andata anche ai protagonisti di un'altra serie degli 800: Wilfred Bungei ha chiuso in 1:45.29, e dietro di lui si sono mossi benissimo anche Mulaudzi (1:45.43 per il sudafricano bronzo mondiale) e Sepeng (1:46.62). Presente anche Virna De Angeli, che ha chiuso al terzo posto in 54.67 la serie in cui è stata preceduta da Antonina Yefremova e dalla russa Firova. Esaurito il discorso italiani a Stoccarda, onestamente riconosciamo a Berhane Adere la copertina della settimana: il suo 14:39.29 sui 5000 metri è straordinario, e migliora il limite mondiale di Gabriela Szabo di otto secondi. Lo scorso anno, a Dortmund, l'etiope aveva già sfiorato (meno di un secondo) il record mondiale della romena, ed ora lo ha polverizzato. Per la croncaca il passaggio ai 3000 è stato di 8:43.92; ai 2000 la fila era tirata dalla bielorussa Turova (una che è stata primatista mondiale delle siepi, mica una lepre qualunque) con passaggio in 5:51.77. Alle spalle della Adere la marocchina Zahra Ouaziz, vecchia conoscenza, seconda in 15:11.15. L'impresa della Adere merita una attenzione particolare, ed ecco i suoi passaggi ad ogni giro: 33.9 - 1:08.5 - 1:45.5 - 2:21.7 - 2:58.3 - 3:34.4 - 4:08.5 - 4:41.8 - 5:16.6 - 5:51.9 - 6:26.0 - 7:00.1 - 7:34.3 - 8:09.0 - 8:43.92 - 9:19.2 - 9:54.8 - 10:30.2 - 11:06.1 - 11:41.85 - 12:17.9 - 12:53.8 - 13:29.9 - 14:05.2; il mezzofondo ha salutato il debutto assoluto in una competizione indoor di Kenenisa Bekele, che ha abbandonato i fanghi delle campestri e si è messo il vestito buono per le luci dell'Hans-Martin-Schleyer Halle di Stoccarda: maestoso 7:30.77 e terzo tempo di sempre, ben undici secondi a precedere Sileshi Sihine (il terzo di Parigi nella gara dell'oro iridato di Bekele, i 10000). Nei tremila dell'etiope segnaliamo la presenza di Saidi Sief, ottavo in 7:48.20, rientrato alle gare dopo la squalifica ad inizio settembre e visto anche a Rieti. Nell'asta femminile la qualità era assoluta, e tutto sommato la misura di 4.68 con cui Yelena Isinbayeva ha di nuovo battuto la Feofanova ha quasi lasciato l'amaro in bocca. Per la rossa iridata appena 4.50, e terzo posto essendo stata superata anche dalla Polnova (4.60). Il glorioso meeting tedesco ha ribadito la leadership nella velocità di Jason Gardener, che sui 60 è primatista d'Europa e che dà il meglio di sé senza gli altri 40 metri che si trova a percorrere all'aperto; in batteria ha corso sciolto sciolto in 6.50, mondiale stagionale. Poi in finale si è accontentato di 6.53 (lo stesso tetmpo con cui ha preceduto Collio ad Erfurt). La pista è veloce, e porta al limite stagionale anche la giamaicana Golding sugli ostacoli (7.93), sfiorato poi in finale (7.94, un centesimo meglio della connazionale Ennis-London, rientrata la scorsa stagione dopo uno stop di un anno dovuto ad un grave infortunio). Anche Luca Verdecchia sta gareggiando all'estero, e vincendo, in Finlandia. A Tampere il 27 gennaio ha chiuso i 60 metri in 6.77, e sabato ha replicato a Kuopio in 6.76. Ancora Italia dagli impianti finlandesi: a Mustasaari domenica si è imposto Andrea Rabino in 6.69 sui 60 metri (nell'occasione 20.49 di Tiisanoja nel peso). Germania: non solo Stoccarda Il lungo weekend tedesco era iniziato a Cottbus a metà settimana, con un meeting di salti, dove con 5.70 nell'asta si è imposto all'attenzione Bjoern Otto. Ad Halle prove multiple e peso di contorno. con la Kleinert a 18.58; il pentathlon è andato alla Kesselschlaeger con 4505 punti, e l'eptathlon a Stefan Drews (5638). Russia: il "Governor" meeting e la "Russian Winter Cup" Annunciata la scorsa settimana come uno degli eventi-clou da tenere sotto osservazione, la riunione di Samara non ha deluso le attese, ed il salto triplo ha offerto la fetta più saporita: Tatyana Lebedeva ha migliorato il 14.94 di Volgograd, capeggiando con 14.97 un drappello di altre tre specialiste russe che sono atterrate oltre i 14 metri: si tratta della primatista europea under 23 Anna Pyatykh (14.34), Yelena Ivanova (14.31) ed Oksana Rogova (14.25). Ancora più qualificata, sul piano tecnico, la gara dei maschi: inarrestabile la progressione di Burkenya, che dopo il 17.12 di inizio gennaio, ed il successivo 17.25, con 17.41 si candida al podio mondiale del prossimo marzo: la sua è la decima prestazione europea in sala di tutti i tempi (e diciottesima mondiale). Solo due centimetri in meno per il cubano Betanzos, al personale con 17.39, e terzo il campione europeo under 23 Valyukevich, anche lui al primato personale al coperto, autore di 17.31; nel resto delle gare anche il lungo in evidenza (8.06 per Shkurlatov, già a 8.24 in precedenza, e 6.72 per la Simagina). Da citare anche l'1.96 di Yelena Slesarenko nell'alto davanti alla Iagar dalla ritrovata regolarità (1.94). Nello stesso giorno si è gareggiato anche in Ucraina, per la Ukrainian Indoor Cup, a Zaporozhye, dove il trentenne velocista Rurak è sceso a 6.54 sui 60 metri, e la sua omologa Tkalich è sfrecciata in 7.15, precedendo di un centesimo la Kozhemyakina. Questi, assieme al 14.22 di Yelena Govorova nel triplo, sono gli unici risultati di rilievo che possiamo annotare, essendo gli ucraini un po' in ritardo in questa prima fase della stagione al coperto (il solo Belonog all'altezza della sua fama con 20.47 una decina di giorni fa, oltre alla sorpresa del lunghista Kuznetsov, 18enne, a 8.12 nel mese di dicembre). Domenica ancora un appuntamento, il "Russian winter" di Mosca, dove il risultato di maggior spicco è stato rappresentato dal limite mondiale sui 600 di Olga Kotlyarova: 1:23.44, addirittura due secondi in meno del precedente di Lyubov Tsyoma; sotto il vecchio primato anche la Cherkasova e la Khrushchelyova; da notare il primato di Forshev sui 300 (33.10), ed a proposito di Gibilisco il 5.80 di Pavlov nell'asta (stessa misura per il campione europeo Averbukh); ancora Shkurlatov a dominare il lungo con 8.13 davanti al duo cubano Meliz (8.10) e Pedroso, al debutto stagionale indoor, con 8.01; prima di tornare alle donne appuntiamo il 20.49 di Ivan Yushkov nel peso. Per Yulia Tabakova il secondo limite mondiale stagionale nello sprint di questo inizio del 2004: 7.13. Olesya Krasnomolets ha invece ottenuto il quinto tempo di sempre sui 300, 36.62, battendo la fortissima Zykina di sette centesimi. Quarta di sempre invece Olga Raspopova, grazie al suo 2:34.68 sui 1000 metri; qualificatissima la gara di alto: Anna Chicherova si è imposta con 1.99, davanti alla ucraina Palamar (stessa quota). Ed ancora la Lebedeva ha replicato il 14.97 di Samara al centimetro; per chiudere in bellezza con la Russia, mondiale stagionale anche per la Korzhanenko nel peso (20.13). Il resto d'Europa Grand Prix Vodafone a Saragozza, Spagna: molti dei nomi migliori in gara, e allala ribalta sono giunti Manuel Martinez (20.78) e la sempre più sorprendente Dana Cervantes, che migliora altre due volte il primato spagnolo dell'asta: prima 4.41, poi 4.46. In Francia, a Liévin, 8.10 nel lungo di Yann Domenech. Sulla sponda inglese giunge notizia del 20.64 con cui Allyn Condon ha vinto la sua semifinale ai "North of England AA Indoor Championships", rinunciando poi alla finale. In Olanda, a Zuidbroek, incontro internazionale di prove multiple Francia, Spagna, Olanda, Gran Bretagna e Repubblica Ceka: Romain Barras ha vinto l'eptathlon in 5621 punti, e Karin Ruckstuhl il pentathlon con 4578 punti. USA: fine settimana intensissimo Nella tre giorni di gare sul suolo americano (da venerdì 30 a domenica primo febbraio) di carne al fuoco ne è stata messa parecchia, e scorriamo la nostra lente sui risultati ed i meetings più significativi: Christian Cantwell, già primatista stagionale con 20.82, è il primo pesista a superare la fettuccia dei 21 metri nel 2004 (a Columbia, come per il precedente risultato, e per soli tre centimetri). Mentre Cantwell è già al top della condizione appare in ritardo Adam Nelson, argento mondiale ed olimpico, che ha gareggiato (male) a Chapel Hill sabato scorso e la ha prese pure da un atleta indiano di stanza in una università americana (tale Vikas Gowda, che vanta 59.32 nel disco), oltre che dal quotato canadese Snyder (per Nelson, uomo da ben oltre 22 metri, un mortificante 18.88). Nella stessa riunione doppietta per Allen Johnson sui 60 con ostacoli e senza (7.58 e 6.68); è scesa in pista anche la "vecchia" Jearl Miles-Clark (37 anni suonati ma ancora nel 2003 capace di 50.53 e 1:58.71, che sui 500 metri ha chiuso in 1:08.71). In prospettiva-Mori abbiamo parlato del Mashchenko ottocentista nelle precedenti settimane: ora tocca ad un altro atleta che pratica i 400 ostacoli e perciò ci interessa da vicino. Si tratta del guascone James carter, che ha fatto il suo esordio, ovviamente sul piano, in 46.60 su una pista (State College) di appena 176 yards di sviluppo, il che dona una certa lucentezza alla prestazione dell'americano. A Baton Rouge interessante progresso per il lunghista-triplista John Moffitt, 8.20 e una dozzina di centimetri oltre il vecchio limite personale. L'appuntamento di punta del weekend statunitense erano gli Adidas Indoor Games di Boston: disputatisi qualche ora dopo il mondiale della Adere a Stoccarda, i cinquemila femminili sono stati a nostro giudizio i più belli mai corsi in sala, nonostante il record del mondo sia stato stabilito altrove e nello stesso giorno. Mai quattro atlete nella stessa gara, e per di più della stessa nazionalità, erano scese sotto i quindici minuti: lo hanno fatto ancora loro, le etiopi: Meseret Defar ha vinto in 14:53.14, che ora è il quinto risultato di sempre (sesto se consideriamo le prestazioni, ove fra le prime tre, due appartengono alla Adere), e Tirunesh Dibaba, la titolata d'oro di Parigi, ha ottenuto il mondiale juniores in 14:53.99; nella sua ombra una gloria olimpica come Derartu Tulu (14:54.73), ed ancora sotto i 15' la Ejigu , in 14:58.85. Mostruose. Tirato a lucido come nei giorni migliori anche Haile Gebrselassie, vincitore in 7:35.24 dei tremila metri davanti allo scudiero Markos Geneti (che della distanza, a livello indoor, è recordman juniores). A Boston si è visto anche il ritorno di Laban Rotich (buono il suo miglio in 3:56.60) ed il ritorno alle gare, dopo l'esibizione che tutti ricordiamo a Parigi, di Jon Drummond, che ha vinto un mediocre 60 in 6.61 (però si è lasciato alle spalle e di un po' uno come John Capel, oro mondiale sui 200). Era in gara anche Stacy Dragila, che è salita fino a 4.61. Sugli 800 un altra prestazione attorno ai 2 minuti per la 30enne Toomey: 2:00.77, che in sala significa sempre qualcosa di lusinghiero. Il mondiale stagionale sugli ostacoli della Golding è durato solo una manciata di ore, il tempo di rimettere le lancette sull'ora di Boston e ammirare i 38 anni di Gail Devers catapultarsi sul traguardo in 7.85. Su questa stessa pista, lo scorso anno, ottenne il limite americano in 7.74. Sui 400 si è vista la primatista mondiale juniores dei 200 metri, la Allyson Felix (il tempo non è stato comunque omologato dalla IAAF per assenza del controllo antidoping: 22.11 a Città del Messico nellos corso maggio, ricorderete): 52.28 per lei dietro la bahamense Tonique Williams, discreta in 51.98. Ancora USA, ma stavolta sulla pista dal perimetro un po' troppo sviluppato di Flagstaff, Arizona, ed in quota: Jason Barton fa 45.80 sui 400 davanti al giovane zambiano Lewis Banda (45.82). Debutto stagionale per l'iridata dei 100 ostacoli, la canadese Felicien: per lei 7.99 a Champaign, Illinois. Atletica all'aperto: settimana interlocutoria Per quanto visto si è gareggiato a Canberra su pista, ed in Giappone su strada, dove era in programma la Mainichi Marathon, nella quale si è imposto Hiroaki Takeda (alla nona maratona in carriera) in 2:12.02. Il tanzaniano John Nada Saya, deludente ed uno dei nomi di maggior richiamo, ha chiuso al diciannovesimo posto in 2:21:08. In Australia la due giorni di Canberra ha messo in vetrina la Pittman che ha gareggiato sui 300 metri (37.92), ed il 6.68 nel lungo della Thompson. Ancora bene i quattrocentisti (in 4 sotto i 46"), capeggiati da Casey Vincent in 45.38. L'exploit lo fa il giavellottista William Hamlyn-Harris, che disintegra il personale con 85.60 (ed 85.24 di chiusura serie). Torneremo a parlare di atletica internazionale la prossima settimana, a cominciare dal meeting di Dortmund, dove sarà ancora in pedana Giuseppe Gibilisco. Marco Buccellato


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