Il Gruppo dei Quattro

15 Luglio 2015

Gli uomini in grado di scendere sia sotto i 20 secondi nei 200 che sotto i 44 nei 400 metri

di Giorgio Cimbrico

In una decina di giorni Wayne van Niekerk (15 luglio 1992, buon 23° compleanno) si è impadronito dei record sudafricani dei 400 (a Parigi) e dei 200 (a Lucerna) e soprattutto con 43”96 e 19”94 è entrato a far parte di un club molto esclusivo, il Gruppo dei Quattro, formato da chi ha saputo scendere sia sotto i 20”, sia sotto i 44”. Wayne, nato a Cape Town, è residente a Bloemfontein, Free State d’Orange, 1400 metri di altitudine. In afrikaans significa “la fontana dei fiori”. Il nome in sesotho, Mangaung, si adatta meglio alle fresche imprese del giovanotto: il posto dove abitano i leopardi. Curiosamente, Van Niekerk non è nato sprinter più o meno… prolungato. “Sino al 2010 saltavo in alto: 2,04 o 2,05, non ricordo bene”.

Non resta che tornare al Gruppo dei Quattro, la cui presidenza è affidata in eterno a Michael Johnson, 19”32 e 43”18 (e, tanto per gradire, 30”85 sui 300, firmato in Sudafrica, a Pretoria) che, a suo onore, ha raggiunto questi confini in occasioni assolute, i Giochi Olimpici di Atlanta e, tre anni dopo, i Mondiali di Siviglia. Non è da tutti.

Al secondo posto, Isaak Makwala che affida i suoi acuti, forti o laceranti, al Resisprint di La Chaux de Fonds: nella cittadina di cui parla Karl Marx nel Capitale come esempio di città fabbrica dove si pratica la divisione del lavoro, il 29enne del Botswana ha offerto l’ormai storico bang-bang 2014 (44”01 e 19”96) e 364 giorni dopo, il 43”72 che gli assicura il quinto posto nella lista di tutti i tempi, primo fra i non americani, sottraendo l’ufficiosa corona al grenadino Kirani James, 43”74. Al terzo posto, LaShawn Merritt (19”98 più 43”74) davanti alla new entry Van Niekerk.

Il Gruppo avrebbe potuto esser “fondato” da Tommie Smith che nella primavera del ’67 assaggiò, come lo chiamano loro, il quarto, sottintendendo di miglio. Era il 20 maggio 1967 e si correva sulla pista dell’università di San José, proprio dove dieci anni fa è stata eretta una statua dedicata al podio dei pugni chiusi. L’allenatore di Tommie, Lloyd Winter detto Bud, intervistato alla vigilia disse che il suo discepolo poteva correre in 42” alto, 43” basso. Era eccessivamente ottimista, ma in ogni caso Smith bruciò il quarto in 44”9, 44”5 sulla distanza metrica, record del mondo. Diciassette mesi dopo, venne il 19”83 messicano.



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