I primi sei progetti de "L'atletica va a scuola"



Partiamo da lontano? Per certi versi sì. Il progetto “L’atletica va a scuola” ha interessato tutte le regioni, dimostrando una volta di più che basta spingere appena appena il piede sull’acceleratore perché i bambini si interessino, anzi si esaltino con l’atletica, grazie alla semplicità dei suoi gesti che si traduce nell’immediata percezione di movimenti, regole e strumenti per poter dare sfogo all’innato spirito di competizione. La Fidal ha inteso colmare un buco (una voragine? Forse…) che si era andato formando fra l’atletica e l’istituto della scuola, base per la vita sportiva di ogni Paese. Sono stati promossi progetti, sono state richieste le competenze e gli sforzi delle più svariate società, e le risposte sono state notevoli e plurime. Ecco allora che le migliori proposte sono state prese in esame e sono valse ad alcuni sodalizi importanti contributi per lo sviluppo dell’attivià atletica. Perché d’altronde è chiaro che proprio da iniziative come questa, che si rivolge alle scuole, nascono giovani talenti che poi possono essere seguiti e fatti diventare campioni. Esattamente come teneri virgulti che pian piano diventano fiori da esposizione. Quelli che trovate di seguito sono i primi sei progetti fatti arrivare in Federazione. Si va dalla Liguria Cus Genova alla Toscana Toscana Atletica, dall’Emilia Romagna Francesco Francia alla Lombardia Atletica Interflumina, dal Lazio Atletica Rieti alla Campania Arca Atletica Agro Aversano. Analizzandoli (basta scaricarli dal sito e leggerli) si nota innanzitutto, e questo è già un segno positivo, che arrivano dalle più diverse parti d’Italia, coinvolgendo soprattutto regioni che, quando si parla di sport, si pensa siano poco prospere per la mancanza di fondi. Invece si nota come l’iniziativa e la passione siano ricchezze talmente grandi che portano alla costruzione di progetti che si sviluppano anche oltre le aspettative, vedi quello che è successo in Campania. Il secondo aspetto che ci preme sottolineare è la diversità degli stessi: alcuni spingono di più sulla competizione (termine ultimo di ogni progetto, lo abbiamo detto, è uno spirito innato…) altri privilegiano l’insegnamento, tutti sono uniti sotto il comune denominatore del divertimento. Al tempo della scuola primaria non conta quanto si lancia lontano o quanto tempo s’impiega a correre 60 metri. Conta solo divertirsi e che alla fine sia chi è arrivato primo sia chi è ultimo sorridano alla stessa maniera, perché contano allo stesso modo. Resta da dire una cosa importante: il progetto “L’Atletica va a scuola” si ripete quest’anno, anzi è già in corso, per coinvolgere ancor più istituti scolastici e bambini, per insegnare loro l’atletica leggera e più in generale i valori della competizione sportiva. Assolutamente non da meno di qualsiasi altra materia. Per fortuna ora lo capiscono anche in Italia… Gabriele Gentili

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