Hortelano, un record di tenacia sui 200

23 Luglio 2018

Lo spagnolo ai campionati nazionali a Getafe ha migliorato a 20.04 il suo record sul mezzo giro di pista, dopo lo spettacolare 44.69 sui 400 a Madrid. Una bella storia di rinascita dopo l'incidente che ne mise a repentaglio la mano.

di Giorgio Cimbrico

A cinquant’anni dai pugni alzati di Tommie Smith e John Carlos, Bruno Hortelano Roig non porta il guanto nero alla mano destra in ricordo di quei formidabili campioni. E’ solo il memento di uno spaventoso incidente automobilistico, subito dopo i Giochi di Rio, che posero i medici del pronto soccorso madrileno di fronte all’interrogativo: amputare o no?

Ebbe la meglio la seconda ipotesi e, dopo una lunga riabilitazione, BHR è tornato a nuova vita, alimentando ambizioni forti e diventando il padrone di tutte le distanze che formano la categoria dello sprint, brevissimo, breve e prolungato: 10.06, 20.04 (fresco di conio, nelle semifinali dei campionati nazionali, ospitati dal sobborgo madrileno di Getafe) e 44.69, firmato il giorno del 9.99 di Pippo Tortu.

VIDEO | BRUNO HORTELANO RECORD SPAGNOLO DEI 200 METRI, 20.04 A GETAFE

È una combinata concessa a pochi, che lo proietta verso il podio dei 200 a Berlino: concedere il bis con Ramil Guliyev di mezzo sarà dura, ma un’altra eurovittoria è possibile. La 4x400 spagnola, giunta ai margini dei 3 minuti un anno fa ai Mondiali di Londra, dove fu quinta, in questo momento, sommando i tempi dei quattro al vertice (oltre a Hortelano, sotto i 45 secondi è andato Husillos e nei pressi Bua e Garcia) espone la concreta chance di forzare la serratura di una porta che ammette a un’area di forte fascino: con 44.99 di media, si scende sotto i dannati 3 minuti.

Bruno Dominix Hortelano Roig è lo spagnolo più globale che ci sia. Viene al mondo, quasi 27 anni fa, agli antipodi della patria: Wollongong, Nuovo Galles del Sud. Mamma Pilar e papà Gonzalo non hanno aperto un bar di tapas, ma lavorano nella microbiologia molecolare. Quando Bruno è un adolescente, altro trasferimento a lungo raggio: Burlington, Ontario, dove il ragazzo frequenta il liceo cattolico dell’Assunzione. Quando è il momento di iscriversi all’università, la scelta cade su un nome prestigioso: la Cornell newyorkese dove frequenta la facoltà di ingegneria biomedica. Corre nell’antica e prestigiosa Ivy League, gioca da difensore a football. Un record spagnolo indoor sui 300, sotto i 34 secondi, è il primo segno.

Non è un ragazzo prodigio: il maggior successo dell’allievo di Adrian Durant è un terzo posto con la 4x100 agli Europei under 23 di Tampere. Primo assaggio in una competizione assoluta a Mosca: eliminato in semifinale in 20.47. Nel 2016, pista madrilena di Moratalaz – sì, proprio quella di Tortu – due record in un paio d’ore: 10.08 e 10.06, alle spalle dell’iraniano Taftian, 10.04. Ad Amsterdam dimostra che i due acuti non sono frutto di un cronometraggio casalingo: sui 100, quarto in 10.12. Il meglio dai 200: 20.39 e record nazionale in semi. La breve gloria da eurodoppiettista di Churandy Martina, squalificato per invasione, si trasforma nell’esplosione di gioia di Bruno che viene a sapere di esser diventato campione d’Europa durante l’intervista in zona mista. Le urla e l’allungo fulmineo scalano le classifiche della rete. A Rio, 20.12 in batteria, 20.16 in semifinale, a tre centesimi dai primi otto. Poi, l’incidente, l’uscita di scena, il ritorno. Con quest’ennesimo progresso, nella classifica dei combinatisti europei, Bruno si è portato nei pressi di Valeri Borzov 10.07+20.00. Il tempo di quelle prestazioni è lontano ma il nome dell’autore è enorme.

VIDEO | BRUNO HORTELANO AGLI EUROPEI DI AMSTERDAM 2016, CAMPIONE A SORPRESA

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