Helsinki il mezzofondo torna a casa

22 Giugno 2012

La città finlandese è stata teatro, in passato, di imprese dei mezzofondisti azzurri. Agli Europei saranno in 11. Per provare a rinverdire quei fasti

Il mezzofondo italiano si presenta agli Europei di Helsinki con un gruppo composto da undici atleti (sette uomini, quattro donne), due dei quali esordienti assoluti in azzurro. E con rinnovate aspirazioni, soprattutto nel settore del prolungato, rappresentato per ben nove undicesimi. Le assenze nel mezzofondo veloce, per motivi diversi (Benedetti, Cusma, per citare due nomi) rappresentano la nota dolente. Ma è innegabile che più di un atleta, sia nel veloce che nel prolungato, abbia compiuto quest’anno progressi molto significativi. L’exploit stagionale è quello firmato da Daniele Meucci nei 10000 metri di Palo Alto, conclusi con quella che è, di fatto, la miglior prestazione europea dell’anno sulla distanza, 27:32.86. E con lui, si sono migliorati praticamente tutti. Segno di una vitalità che è la caratteristica del settore nel 2012.

Uomini

800m
In questa gara è schierato uno dei due rappresentanti del mezzofondo veloce azzurro agli Europei, Mario Scapini (Cus Pro Patria Milano), che ha centrato l’appuntamento con il minimo – e con il primato personale – al Compeed Golden Gala di Roma, il 31 maggio scorso, correndo in 1:46.95. Un tempo che colloca il milanese a centro gruppo, scorrendo la lista degli iscritti. Fatto che non necessariamente significa qualcosa. Nei campionati, correre con la testa è importante tanto quanto farlo con le gambe. Scapini in carriera ha sempre dimostrato di saper interpretare questo tipo di prove, l’augurio è che riesca a farlo anche in questa circostanza. Su una pista che ha saputo regalare ai colori italiani, su questa distanza, la gioia del titolo europeo: quello centrato da Andrea Benvenuti nel 1994. Non iscritti i polacchi Ksczot e Lewandowski, il campo dei partecipanti appare molto più difficile da leggere. Tra il britannico Osagie e l’olandese Lathouwers, si fa allora preferire (se non altro per l’esperienza) lo spagnolo Antonio Manuel Reina.

1500m
Il nome di Abdellah Haidane (Fanfulla Lodigiana) è noto a quanti seguono con attenzione le cose dell’atletica italiana. Il 23enne di origine marocchina, da tempo protagonista della scena nazionale, acquisita la cittadinanza italiana ed il successivo nulla osta IAAF a vestire la maglia azzurra (che indosserà per la prima volta proprio a Helsinki), è messo ora nella condizione di dimostrare il suo valore anche nelle competizioni di campionato. Il 3:39.11 realizzato quest’anno, crono che piazza l’azzurro nel quadrante medio della lista di iscrizione, come già detto per Scapini, è in realtà solo un indicatore: conterà, a Helsinki, oltre l’essere arrivati con il motore tirato a lucido, anche la capacità di lettura dei movimenti degli avversari, il riuscire a mettere a segno il colpo decisivo nel momento opportuno. Teoria nella quale sono maestri gli spagnoli, che hanno anche tutti i tre i propri uomini nei primi cinque posti della lista di iscrizione. In cima, domina il turco di origine keniota Ilham Tanui Özbilen, già secondo ai Mondiali indoor di Istanbul lo scorso marzo. Helsinki e 1500 metri: fu qui che Franco Arese, oggi presidente della FIDAL, scrisse il suo giorno dei giorni, vincendo, era il 1971, l’oro europeo del miglio metrico. Esattamente 41 anni fa.

5000m
Tre azzurri al via in quella che sarà, con ogni probabilità, una delle gare più seguite dell’intero Europeo. Stefano La Rosa (Carabinieri, stagionale di 13:23.58 realizzato a Walnut il 20 aprile), Daniele Meucci (Esercito, 13:24.38 lo scorso anno) e Maksym Cerrone Obrubanskyy (Enterprise Sport & Service, 13:27.15 a Torino l’8 giugno), saranno impegnati nella finale diretta mercoledì sera, nella giornata inaugurale della manifestazione. Con loro, tra gli altri, anche il campione uscente, quel Mo Farah che l’intera Gran Bretagna attende in vista dei Giochi Olimpici di Londra. Suo il miglior tempo dell’anno, il 12:56.98 realizzato nella tappa Samsung Diamond League di Eugene. E sarà gara di grande livello, con ben nove tra gli iscritti che vantano primati personali (in qualche caso non recentissimi) inferiori a 13:20. Meucci, come detto in premessa, è la grande speranza del mezzofondo azzurro. In considerazione del fatto che 5000 e 10000 si correranno con finale diretta, il toscano ha scelto di schierarsi al via di entrambe le prove (come La Rosa, del resto). Un modo per capire quanto la cilindrata del suo motore sia cresciuta in inverno, e probabilmente anche per testarsi in vista dell’appuntamento olimpico. Nei finali convulsi non va perso di vista Stefanino La Rosa, mentre Maksym Obrubanskyy, battendo proprio La Rosa a Torino, ha fatto capire a tutti di che pasta sia fatto. Il nulla osta della IAAF a che il ragazzo di origine ucraina possa vestire la maglia azzurra è arrivato in extremis, lunedì scorso. In tempo comunque per consentirgli di esordire all’Europeo.

10000m
La pista di Helsinki ha fatto la storia dei 10000 metri. E non solo per le cose italiane, che pure restano mirabili. Su questo anello Alberto Cova concluse a suo favore la volata mozzafiato dei Mondiali del 1983, quella, indimenticabile, a sei, con i tedeschi est Schildauer e Kunze, il finlandese Vainio, il tanzaniano Shahanga, il portoghese Lopes, e l’azzurro, durata cinquecento metri e gridata nei microfoni RAI (“Cova, Cova, Cova!”) da Paolo Rosi.

Sempre qui, Totò Antibo, nel 1989, al culmine della condizione, corse per chilometri sul ritmo del primato del mondo, sempre tallonato dall’etiope Abebe, prima di rallentare nei giri conclusivi (per evitare di regalare all’avversario il primato) “accontentandosi” di quello che ancora oggi è il limite italiano assoluto (il superlativo 27:16.50). Qui, sabato 30 giugno, Meucci proverà ad aggiungere un paragrafo alla storia tricolore della distanza, contando sul miglior tempo tra gli iscritti (anche il migliore in Europa) e su una condizione vicina all'ottimale. A seconda del tipo di gara, anche Stefano La Rosa potrebbe puntare a mettersi in evidenza, in un contesto (ambientale, climatico) da sempre favorevole alla corsa di lunga lena. Tra gli avversari, da tenere d’occhio soprattutto il turco di origine keniota Arikan Polat Kemboi, conosciuto in precedenza come Paul Kipkoshei Kemboi, vincitore della Coppa Europa a Bilbao qualche settimana fa, e capace soprattutto di 13:05.98 sui 5000 metri. Un cliente a dir poco scomodo, che doppierà, come gli azzurri, correndo 5000 e 10000 metri.

3000st
Anche nelle siepi, il mezzofondo azzurro ha vissuto giornate magiche a Helsinki. Qui, nel 1994, Alessandro Lambruschini fece doppietta con Angelo Carosi, nella prova passata alla storia anche per il “beau gest” di Francesco Panetta, che non esitò a fermarsi per aiutare Lambruschini, caduto a terra nelle battute iniziali. Il toscano avrebbe poi recuperato e vinto, con l’auto del ragazzo di Calabria trapiantato a Milano. Immagini che hanno fatto la storia della nostra atletica, e che sarebbe bello venissero mostrate (ma c’è da scommetterci: le conoscono già) ai nostri Yuri Floriani (Fiamme Gialle) e Patrick Nasti (Fiamme Gialle). I due sono stati bravissimi fin qui: Floriani addirittura quasi eroico, al Compeed Golden Gala, resistendo nel finale e centrando, con il personale portato a 8:22.62, anche la qualificazione ai Giochi olimpici. Il trentino ha la sesta prestazione tra gli iscritti, mentre il non ancora 23enne Nasti (triestino d’origine) è ben piazzato nel gruppone con l’8:29.08 realizzato a Huelva il 7 giugno. C’è spazio per progressi, e soddisfazioni diffuse.

Donne

5000m
Un trittico di azzurre sarà impegnato nella finale diretta dei 5km in pista, programmata per giovedì 28 giugno: Nadia Ejjafini (Esercito, 15:22.39 dello scorso anno), Elena Romagnolo (Esercito, 15:19.78 al Compeed Golden Gala, il 31 maggio) e Silvia Weissteiner (Forestale, 15:18.04 sempre all’Olimpico). Un dato, questo, che di per sé costituisce già un mezzo successo. La Ejjafini correrà i 5000 metri anche in vista dell’impegno sui 10000 (la prova dove può giocarsi le carte migliori, alla quale è iscritta anche la Romagnolo), mentre la piemontese e l’altoatesina – quest’ultima miglior europea ai Mondiali di Berlino 3 anni fa – mirano soprattutto ai dodici giri e mezzo. Difficile immaginare che tipo di gara potrà essere, anche se è improbabile che  si avrà a che fare con una prova tirata allo spasimo fin dal via. Molto più ragionevole ipotizzare ritmi tattici in avvio, con una seconda parte “estrema”. In ogni caso, la portoghese Sara Moreira (bronzo a Barcellona sulla distanza, e vincitrice della Coppa dei 10000 a Bilbao il 3 giugno) sembra in grado di recitare un ruolo importante, così come la coppia di russe composta da Golovkina e Goleyeva.

10000m
A Helsinki andrà in scena una sorta di rivincita della Coppa Europa di Bilbao. Moreira a parte (che vinse la prova in Spagna, ma che in Finlandia correrà solo i 5000 metri), ci saranno praticamente tutte. Tra loro, anche Nadia Ejaffini (Esercito, 31:45.14) ed Elena Romagnolo (Esercito, 32:39.12), che a Bilbao furono rispettivamente quinta e decima. La 34enne di origine marocchina, in quella circostanza, era stata particolarmente sfortunata, avendo fallito l’appuntamento con il minimo olimpico di appena 14 centesimi. Circostanza che, per dirla tutta, non dovrebbe pregiudicare affatto la sua presenza ai Giochi, stante anche il minimo A olimpico colto in Maratona (dove, come noto, le sono state preferite Straneo, Incerti e Console). In ogni caso, Ejaffini può essere protagonista sulla scena continentale, così come dimostrato agli Europei di cross di Velenje dello scorso dicembre, chiusi ai piedi del podio. Romagnolo, sul piano tattico, appare complementare rispetto ad Ejaffini: come dire che le carte azzurre possono essere diverse a seconda che la gara si sviluppi su ritmi limite fin dal via (Ejaffini) o che si accendano in una seconda parte (anche Romagnolo).

3000st
La “cucciola” del gruppo mezzofondo è Giulia Martinelli (Forestale, 21 anni compiuti la scorsa settimana), il cui percorso verso l’Olimpiade di Londra – minimo A ottenuto lo scorso anno – passa anche dall’esperienza, decisiva, con gli Europei di Helsinki. La reatina ha esordito quest’anno a Huelva, correndo in 9:48.01, crono che la colloca nel terzo inferiore delle iscritte. Poco male, perché (questioni tattiche a parte, che nel mezzofondo vanno sempre tenute da conto) in realtà c’è davvero poca distanza tra il confine del gruppo top ed il resto delle partecipanti, a testimoniare la notevole fluidità di valori. A guidare la lista, la turca Mingir Gülcan, campionessa europea Under 23 lo scorso anno e capace nel 2012 di correre in un eccellente 9:13.53. Dietro di lei, la vecchia volpe Marta Dominguez (Spagna), serissima candidata per il successo, e non solo per questioni di curriculum, visto il 9:24.26 già centrato in stagione.

Marco Sicari

File allegati:
- Iscrizioni/Entry List Uomini/Men
- Iscrizioni/Entry List Donne/Women


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