Gli 800 di Mutua lanciano un bel meeting di Rieti



Ancora un centro, ancora una grande giornata di atletica a Rieti. La 34esima edizione del meeting della città laziale, creatura plasmata dalle mani di Sandro Giovannelli, ha regalato momenti di grande spettacolo, nella solita straordinaria cornice dello stadio Raul Guidobaldi, pieno come nelle migliori occasioni e palpitante di passione per la "regina". Prima del via, oggo, siparietto-passerella anche per un campione olimpico azzurro: Ivano Brugnetti, per una volta seduto – su una macchina – piuttosto che alle prese con l'elegante azione del suo tacco-punta. Poi, il succo del meeting, ovvero una serie di gare di livello stellare, con numerosi "reduci" dai Giochi olimpici ateniesi. L’asta era una delle prove più attese. La condizione fisica, però, non ha sostenuto l’uomo più riconosciuto e salutato dal pubblico, il siracusano Giuseppe Gibilisco. Il campione del Mondo dell’asta, e bronzo ad Atene nella specialità, ha finito al quarto posto (5,51 il suo miglior salto) la gara vinta dal favorito numero uno, lo statunitense Timothy Mack, già oro ai Giochi. Per l’americano misura vincente a 5,71, cinque centimetri in più dell’israeliano Averbukh e del francese Mesnil. Il vento, però, laterale alla direzione di rincorsa, ha certamente condizionato la gara, rendendo i tentativi degli acrobati dell’atletica maledettamente più complicati. A testimonianza di tutto questo, il fatto che uomini come Burgess e Pavlov abbiano chiuso con nessuna misura valida. Il salto in lungo italiano ha trovato una nuova protagonista: è Magdelin Martinez, la cubana di Brescia (o di Formia?), che gettate al vento le inibizioni che l’avevano fin qui frenata nella specialità, ha sfruttato il vento che spirava alle sue spalle per planare a 6,74 (+ 2.8 m/s), quota che le ha permesso di classificarsi quarta alle spalle delle specialiste Thompson (Australia, 6,88 con +3.3), Vaszi (Ungheria, 6,78, +3.3 m/s) e Upshaw (6,77 con +1.7). Per la Martinez, anche un 6,67 con vento regolare, ed una serie che piace davvero: 6,56; N; 6,74; 6,59; 6,67; 6,57 (non disponibili al momento le velocità del vento). Passa da qui, con ogni probabilità, la strada per tentare di crescere anche nel triplo, che resta la sua specialità di punta. Quella degli 800 metri è una gara che ha fatto la storia del meeting di Rieti. C’era attesa anche per la corsa di quest’anno sul doppio giro di pista, e il risultato conclusivo è stato decisamente all'altezza del nome dei protagonisti. Ben lanciato da Nicholas Wachira (50.06 ai 400 metri), Joseph Mutua ha regolato gli avversari sul rettilineo conclusivo, totalizzando un 1:43.35 che vale la quarta prestazione mondiale 2004. Otto soli centesimi in più per Youssef Kamel (1:43.43), e crono sub-1:44 (1:43.89) anche per il primatista del mondo Wilson Kipketer, in una delle ultime apparizioni (l’ultima?) della sua straordinaria carriera. Andrea Longo è quinto, non distante dai primi, con un eccellente 1:44.43 (1:44.37 per l’olandese Bram Som, quarto) che forse lo aiuterà a digerire la mancata qualificazione alla finale olimpica. Di livello anche gli 800 metri al femminile: la spagnola Mayte Martinez si conferma lottatrice di primo livello, superando la statunitenese Jarl Myles Clark di un capello o poco più (1:58.58 a 1:58.64), in una gara che ha visto cinque atlete chiudere al di sotto dei due minuti. Mezzofondo sempre sugli scudi sulla pista del Raul Guidobaldi. Mancano stelle di primissima grandezza, ma il responso dei 1500 metri è di notevole valore: Alex Kipchirchir vince in 3:33.83 (passaggi: 57.79, 1:54.28, 2:53.39, sulla spinta di Hatingimana e Komen), piazzando il finale più convincente tra quelli degli uomini presentatisi spalla a spalla sul rettilineo finale. Gulnara Samitova, al contrario, ha scelto una tattica - sportivamente parlando – suicida, per tentare l’attacco al suo record del mondo dei 3000 siepi. Lasciata la compagnia delle avversarie fin dal primo metro, ha scelto di correre sul passo, da sola (2:59.49, 6:08.36), finendo abbastanza sulle ginocchia, in 9:21.40, lontana dal suo limite di 9:01.59, realizzato il quattro luglio di quest’anno. Nicola Ciotti ha firmato l’unica vittoria italiana. Il saltatore romagnolo ha superato i 2,26 (alla seconda prova) nell’alto, quattro centimetri meglio del fratello Giulio, dello statunitense Hemingway e dell’estone Alekseyev, tutti fermi a 2,22. Per Nicola, anche un tentativo alla quote di 2,34, quella che gli sarebbe valsa la soddisfazione del nuovo record italiano. Nella gara, brutto infortunio per il bravo Alessandro Talotti, uscito in barella a causa di una distrazione muscolare alla gamba destra. Le condizioni atmosferiche, già citate per l’asta, hanno penalizzato le prove di sprint. I 100 donne presentavano quattro delle otto finaliste olimpiche, ma il vento ha finito per spegnere le velleità cronometriche delle atlete: il –3.00 m/s ha finito per consegnare alla vincitrice, la giamaicana Aleen Bailey, un modesto 11.34, che va comunque letto proprio alla luce del muro d’aria che spirava contrario alla direzione di corsa. Seconda piazza per debbie Ferguson (11.38), terza per la 20enne bulgara Ivet Lalova (11.50). Copione identico per i 100 al maschile. Asafa Powell, reduce dal fantastico 9.87 di Bruxelles, si è dovuto accontentare di vincere con un normale – per lui – 10.18, frenato da –1.3 m/s di vento contrario. Macchinoso all’avvio, il giamaicano si è però disteso nella seconda parte di gara, dopo aver lasciato al ghanese abdul Zakari l’ebbrezza della leadership per almeno 60 metri. Due soltanto i centesimi che hanno diviso alla fine i due (10.20 per Zakari, 10.30 per il giamaicano Thomas, terzo). Posizioni di rincalzo per gli azzurri Simone Collio (10.50, settimo) e Luca Verdecchia (10.55, ottavo), frenati anche loro dal vento nelle legittime aspirazioni cronometriche. Olga Yegorova non ha fallito il pronostico che la voleva vincitrice dei 1500 metri: per lei, rimasta in scia alla lepre Tina Paulino per 1000 metri (passaggi: 1:03.06, 2:10.68, 3:17.70), un buon finale di corsa, con un 4:04.29 conclusivo che è crono interessante. Seconda piazza per l’ucraina Nataliya Sydorenko (4:04.78), terzo posto per la britannica Clitheroe (4:04.82). Nai 400hs donne successo per la kazaka Natalya Torshina, che ha faticato per chiudere, in 55.67, davanti alle azzurre Monika Niederstaetter (55.86) e Benedetta Ceccarelli (56.13), brave a prodursi in un grintoso finale. Migliore il risultato della prova al maschile, con il giamaicano Kemel Thompson a vincere in 48.36, davanti allo statunitense Bershawn (48.76) e agli spenti Rawlinson (Gran Bretagna, 49.39) e Woody (Stati Uniti, 49.67). Prove di lancio sintetizzate nel getto del peso donne, vinto dalla bielorussa Ostapchuk con l’unica prova superiore ai 19 metri, un 19,39 che è risultato di sostanza in questa fase della stagione. Sesto posto per Assunta Legnante, che, metabolizzata la delusione per il discutibile veto alla partecipazione olimpica, si è prodotta in un discreto 17,52. m.s. File allegati:
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