Genovese: "Torno in Nazionale per vincere una meda



E’ una Bruna Genovese psicologicamente molto distesa quella che lascia la Fidal dopo aver chiuso positivamente l’accordo per la sua partecipazione ai prossimi Europei di Goteborg. L’atleta veneta ha riacquistato fiducia in se stessa dopo la bella prestazione all’ultima Boston Marathon, dove ha chiuso al 4. posto ma soprattutto ha migliorato il suo primato personale portandolo a 2h25:28, miglior prestazione italiana stagionale e nella parte alta delle graduatorie europee della specialità: “Rispetto allo scorso anno – esordisce l’atleta della Forestale parlando della prova americana – è andata molto meglio perché c’era un clima migliore, 10/11 gradi in luogo dei 21 del 2005 e questo vuol dire molto per me che soffro il caldo. Inoltre la gara è stata impostata su un ritmo veloce ma costante, che ho tenuto fin quasi alla fine. Mi ha soddisfatto il tempo ma anche il fatto che l’ho ottenuto in una gara con un altissimo livello di partecipazione, mi è arrivata dietro gente con un curriculum invidiabile, e poi è difficile fare un tempo del genere a Boston, dove ci sono tante salite”. - Cosa avrebbe potuto fare allora su una maratona con un percorso più adatto e meno vallonato? - Me lo chiedo anch’io. Adesso tutti parlano di Londra visti i tempi di domenica scorsa, ma io l’ho corsa solo una volta e mi sono trovata male, non l’ho digerita, anche perché non mi sembrava così veloce. Potrebbe essere una scelta per il prossimo anno, ma non mi dà sensazioni positive. - Cosa cambia il suo risultato nell’ottica del prosieguo della stagione? - Molto e non solo per il 2006. Ora devo e voglio concentrarmi sugli Europei quindi ogni ambizione cronometrica è rinviata al prossimo anno, dove bisognerà cercare una gara adatta, ma da questo punto di vista credo che le migliori siano Chicago e Berlino. Il mio risultato è comunque un ottimo incentivo e biglietto da visita per Goteborg. - Ora che ha scolto le riserve, con che spirito si appresta ad affrontare la tenzone continentale? - Io voglio fare qualcosa di buono, puntare a una medaglia anche se so che mi allargo molto. Sicuramente sarà una maratona di alto valore, a livello di partecipanti ci saranno atlete forti soprattutto provenienti dall’Est, dove dopo la divisione dell’Urss sono venute fuori tantissime maratonete di valore in più Paesi, come le graduatorie di quest’anno stanno a dimostrare. Molto dipenderà da come s’imposterà la gara, fra gli uomini nelle prove istituzionali partono piano e poi diventa gara tattica, nelle gare femminili invece si parte subito a tutta e chi regge regge. Bisogna vedere se ciò accadrà anche agli Europei. - Quest’anno sono arrivati buoni segnali dalla maratona femminile azzurra… - Io spero che la mia presenza sia d’incentivo come anche il fatto che ci siano altre atlete che corrono sotto le 2h30. Attenzione però: una gara internazionale è una cosa ben diversa da una corsa italiana, il fattore psicologico influisce non poco. - Come sarà il cammino di avvicinamento all’appuntamento svedese? - In questo periodo sto affrontando prove su strada brevi, su distanze non superiori ai 10 km. Dall’1 al 22 luglio affronterò un periodo di preparazione in altura a Saint Moritz, a fine mese penso di disputare un’altra gara come test finale sulla via di Goteborg. - La sua presenza agli Europei le preclude la possibilità di correre un’altra maratona autunnale? - A me piacerebbe molto poterne fare un’altra prima di fine anno, soprattutto tornare a New York, ma è troppo vicina agli Europei. Magari potrei tornare a Tokyo dove ho vinto nel 2004, ma una decisione potrà essere presa solamente dopo Goteborg, vedendo come sono andate le cose e quanto ho speso in energie fisiche e nervose. - Con che spirito torna a vestire la maglia azzurra? - Non sono mai stata contraria alla Nazionale, anzi. Quella del 2005 è stata una scelta tecnica che alla fine a Boston ha pagato. Ma io alla Nazionale tengo molto, vorrei vincere una medaglia per il mio Paese prima ancora che per me stessa. Gabriele Gentili Nella foto: Bruna Genovese in occasione della sua ultima presenza in azzurro, alle Olimpiadi di Atene 2004 (foto Omega/FIDAL)

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