Euroindoor, l'Italia che piace all'Italia



Tre giorni di emozioni a Parigi. Tre medaglie di indiscutibile spessore tecnico arrivate a premiare la squadra azzurra. L'Europeo in sala 2011 ha una chiusura dolce, per l'Italia dell'atletica. I titoli di Antonietta Di Martino nell'alto (la decima volta oltre i 2 metri) e Simona La Mantia nel triplo (con il mondiale stagionale indoor di 14,60), l'argento di Fabrizio Donato ancora nel triplo (due volte record italiano, prima 17,70, e poi 17,73; il francese Tamgho, per batterlo, ha dovuto stabilire il record del mondo) hanno riscosso una grande eco in tutto il Paese. Titoli e foto di prima pagina, blocchi di testo su più pagine interne, un piacevolissimo diluvio d'azzurro e tricolore. E' il racconto di un'Italia che piace, che narra storie interessanti, di sacrifici ma anche di soddisfazioni, di amore per lo sport e di impegno quotidiano. Un'Italia solida, che esprime valori positivi e semplici, e che quindi probabilmente fa ancora più notizia, in un tempo come questo segnato dalla caduta di tanti (troppi) punti di riferimento. I giornali di oggi (ma anche quelli di domenica e sabato), così come le trasmissioni tv, sono pieni di atletica italiana. Delle sue storie, dei volti dei suoi magnifici protagonisti. E' un premio a questi ultimi, al loro talento, ma è un premio anche alla passione di tutti quelli, tantissimi, che amano questo sport.

Tornando agli aspetti più concreti della manifestazione di Parigi, è indispensabile, in fase di analisi, consultare i numeri, e poi scorrere i dati statistici. E dunque, i numeri. L'Italia è settima nel medagliere, dominato come d'abitudine dalla Russia (15 medaglie, 6 delle quali d'oro, in doppia cifra anche Francia e Germania), mentre nella classifica a punti gli azzurri sono ottavi (9 finalisti, 42 punti). Il raffronto con le ultime due edizioni della rassegna continentale in sala, nonostante le premesse, descrive un arretramento: a Torino 2009 (6 medaglie, 15 finalisti, 72 punti) e Birmingham 2007 (6 medaglie, 9 finalisti, 54 punti) facemmo sicuramente meglio. L'edizione 2011 si situa però immediatamente alle spalle di quelle appena menzionate, in un arco temporale di quasi vent'anni. In altre parole, per avere un risultato migliore, sia in termini di medaglie, sia di finalisti, sia di punti, bisogna tornare indietro fino a Genova 1992. Un'edizione di buon livello, dunque, premiata da (almeno) tre gemme di straordinario valore intrinseco.

E' questa probabilmente la chiave di lettura per comprendere il successo riscosso dalla spedizione azzurra. Le tre medaglie ottenute sono figlie di grandissimi risultati tecnici, di prestazioni di livello mondiale, che permettono di estendere lo sguardo al di fuori dei confini continentali, e di fare addirittura analisi temporali, come in rare altre occasioni è stato possibile. Poche volte, infatti, come nel recente passato (e va inserito anche il 2,04 di Antonietta Di Martino del febbraio scorso) è stato necessario andare a scovare le liste mondiali di tutti i tempi, per collocare il risultato di un azzurro...

Non sono tutte rose e fiori, naturalmente. Come sempre, perché l'atletica e uno sport individuale. Ci sono state occasioni buttate (il peso di Chiara Rosa, per stessa onestissima ammissione dell'interessata), figure magre (l'asta di Gibilisco, ma non solo la sua; il mezzofondo asfittico, Scapini a parte). E su questo bisognerà ragionare, alla ricerca di rimedi, che definire urgenti è riduttivo.

Vale la pena in chiusura sottolineare un ultimo aspetto positivo. Ovvero, la scalata dei giovani. Che in più di un caso, non sono stati "solo" presenza in prospettiva, ma vero e proprio punto di forza. La finale di Marco Fassinotti nell'alto (personale a 2,29 proprio nella circostanza, come fanno quelli "veri"), la finale di Daniele Greco, quella di Marta Milani, sono tutti dati di fatto. La testimonianza della crescita di quelli che fino a poco tempo fa venivano chiamati "talentini". In azzurro, ormai, si può contare su di loro.

m.s.

Nella foto, Fabrizio Donato sorride in pedana a Parigi (Giancarlo Colombo/FIDAL)

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