Eurocross, l'Italia due volte ai piedi del podio



E' mancato un pizzico di fortuna, alla squadra azzurra impegnata a Tlburg, Olanda, nella dodicesima edizione dei Campionati Europei di cross. Il bilancio italiano si è chiuso senza medaglie, ma con due piazzamenti delle squadre maschili ai piedi del podio a fare da piccola consolazione, in un pomeriggio dominato dall'impresa dell'ucraino Lebid, per la sesta volta campione continentale. La formazione assoluta, reduce dall'argento conquistato a Heringsdorf un anno fa, ha lottato fino all'ultimo giro con spagnoli ed ucraini (mai con la Francia, oro straripante, con addirittura quattro atleti nei primi dieci), finendo per arrendersi solo nelle battute conclusive. Nessun acuto individuale - questo è probabilmente il limite italiano - ma un buon comportamento d'assieme, con Gabriele De Nard, quindicesimo, risultato alla fine il migliore in maglia azzurra. Il bellunese delle Fiamme Gialle, reduce da un piccolo infortunio alla caviglia (una distorsione) che ne ha minato la preparazione nelle ultime due settimane, ha condotto una gara di rimonta, seguendo, in una prima fase, il passo dei compagni di club Michele Gamba e Daniele Caimmi, per poi scatenarsi nelle ultime due tornate. Con la classifica di squadra sostenuta da un sorprendente Gian Marco Buttazzo (per il portacolori dell'Esercito, alla fine, un eccellente 22esimo posto), è toccato agli altri tre battagliare per il podio, scivolato di mano negli ultimi 1600 metri di gara, per soli cinque punti. L'Ucraina, infatti, ha approfittato delle incertezze azzurre nel finale (un paio di posizioni perse da almeno due azzurri), operando il doloroso sorpasso. "E' un risultato che fa male - il commento di De Nard, capitano azzurro - il podio era alla nostra portata. Personalmente ho interpretato la gara con troppa cautela, prendendo coraggio solo nel finale, quando però ormai recuperare un posto nei dieci era diventato impossibile. Purtroppo, la mancanza di sicurezza nelle parti più contorte del tracciato ha finito col penalizzarmi, ma organicamente sentivo di essere in grande condizione". Lebid è sembrato soffrire più degli ani passati, anche se poi, nel finale, è venuto fuori come sempre. L'avversario più duro, ancora una volta, è stato uno spagnolo; ma non il pronosticato De La Ossa, bensì Alberto Garcia, che ha tenuto alla frusta l'ucraino per quasi tutta la gara. Il ritmo furioso dell'iberico ha messo in crisi Lebid, soprattutto nei tratti misti; ma poi, quando il campione europeo ha ingranato la quarta, Garcia è retrocesso da prim'attore a semplice comparsa. Per il biondo Sergey è il sesto trionfo nella rassegna, gli ultimi cinque addirittura in una striscia ininterrotta. Per lui, però, il 2006 non sarà anno da cross, ma da pista: non sarà ai Mondiali di Fukuoka, ma all'Eurochallenge dei 10.000 metri, la stessa distanza che correrà agli Europei di Goteborg in agosto. Tornando alle cose italiane, anche gli Under 20, come i fratelli maggiori senior, hanno chiuso al quarto posto, ma è solo qui che l'Italia ha lottato a lungo per una medaglia individuale. Alla fine, il migliore è stato il bravissimo Martin De Matteis, autore di una rimonta che lo ha portato al nono posto. Ma il ruolo di protagonista assoluto, fino all'ultimo giro, va ad Andrea Lalli, rimasto in lizza per le medaglie praticamente fino alla campana; all'attacco dell'ultimo giro, nella discesa dal ponticello artificale, l'azzurrino si è bloccato, per una fitta al quadricipite femorale destro. Qualche istante di smarrimento, alcuni appoggi in surplace, poi, con l'incitamento del compagno De Matteis, sopraggiunto sul momento, Lalli è tornato in gara, arpionando un buon dodicesimo posto. Più indietro Gariboldi (35esimo) e Garavello (45esimo), con l'Italia quarta nella classifica per nazioni (oro alla Polonia, medaglie a Gran Bretagna e Romania). Bis individuale per l'ungherese Barnaba Bene, oro anche un anno fa a Heringsdorf. La giornata al femminile, invece, non è stata felice. Le Junior hanno chiuso al nono posto, con la campionessa d'Europa dei 3.000 metri, l'attesa molisana Adelina De Soccio, praticamente mai in gara (44esima posto finale). L'influenza dei giorni scorsi ha privato l'azzurrina della base di preparazione, tanto che prima di lei hanno chiuso anche le compagne Valentina Costanza (35esima) e Francesca Grana (41esima). La giovane età di queste due (ancora al primo anno della categoria) è un piccolo premio di consolazione, in un bilancio finale, comunque, ancora lontano dalla soglia della soddisfazione. Discorso simile per la squadra assoluta femminile, decima alla fine e incapace di piazzare un risultato individuale degno di nota. Silvia Weissteiner, 32esima, è stata la prima delle azzurre sul traguardo, due posti avanti a Patrizia Tisi. Davvero troppo poco, anche in considerazione del fatto che, tra dodici mesi esatti, ospiteremo questa manifestazione in Italia. Purtroppo, nel caso delle ragazze, i dubbi circa la validità dei test pre-Europei (le due tappe semi-internazionali di Cossato e Condino, davvero poco probanti) hanno trovato la peggiore delle conferme. "Non so spiegare cosa sia successo - le parole della Weissteiner al traguardo - le gambe giravano, avevamo la sensazione di andare forte, ma in realtà ci siamo trovate a rincorrere fin dal via, lontano dalle posizioni che speravamo di cogliere". In campo individuale, successo per la keniana naturalizzata olandese Lornah Kiplagat, abile a cambiare passo e far valere la sua maggior classe nel momento decisivo della gara; argento per la tedesca Mockenhaupt e bronzo per la svedese Johanna Nilsson, nome nuovo del mezzofondo cotinentale, soli 22 anni ed un titolo universitario (NCAA) di cross già conquistato quest'anno. Titolo a squadre alla Russia, seguita da Gran Bretagna e Francia. Tra un anno, come già detto, si approda in Italia (è la seconda volta, dopo Ferrara '98): si correrà a San Giorgo su Legnano, in occasione dei cinquant'anni di vita del classico "Campaccio". Marco Sicari Nella foto in alto, Gabriele De Nard in azione a Tilburg; in quella in basso, Martin De Matteis (Chai/FIDAL) File allegati:
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