Donato bronzo olimpico Greco quarto

09 Agosto 2012

Triplisti azzurri protagonisti nella finale dei Giochi Olimpici di Londra. Medaglia al finanziere laziale (17,48) davanti al poliziotto pugliese (17,34)

di FIDAL

La prima medaglia dell'atletica italiana all'Olimpiade di Londra porta il nome del triplista Fabrizio Donato, un mese fa campione europeo ad Helsinki ed oggi bronzo olimpico con 17,48 al culmine di una serie di salti da incorniciare e tutta in crescendo: 17,38 (+0.4), 17,44 (+0.1), 17,45 (-0.2), 17,48 (+0.6). Quarto, alla sua prima partecipazione a cinque cerchi, con 17,34 (+0.9) è un altro azzurro, il 23enne Daniele Greco. Oro e argento agli Stati Uniti con la conferma dell'iridato Christian Taylor, atterrato ad un impressionante 17,81 (+0.6), e il secondo posto, come a Daegu 2011, di Will Claye (17,62/+0.6).

Fabrizio Donato, bronzo Giochi Olimpici Londra 2012

DONATO: "UN BEL REGALO DI COMPLEANNO, IO CON L'ATLETICA MI DIVERTO"  - Quella appena conquistata da Fabrizio Donato è la sessantesima medaglia dell'atletica italiana nella storia dei Giochi, il bronzo numero 26 (19 gli ori  e 15 gli argenti) dopo quello di Elisa Rigaudo a Pechino 2008. Il triplista delle Fiamme Gialle nella specialità affianca così il suo nome a quello di un altro grande campione di sempre, Giuseppe Gentile terzo a Città del Messico nel 1968. Un 2012, a livello internazionale, ancora sul podio per Donato che tra cinque giorni (il 14 agosto) compirà 36 anni. Il 30 giugno ad Helsinki aveva, infatti, conquistato il titolo europeo con 17,53 (+0.8), oggi il suo miglior salto è arrivato al quarto ingresso in pedana: un 17,48 (+0.6) centrato mentre tutto lo stadio era nel delirio del record mondiale di David Rudisha sugli 800 metri. A proposito di primati, proprio il saltatore laziale detiene quelli nazionali del triplo: 17,60 outdoor a Milano nel 2000 e 17,73 indoor nel 2011 a Parigi quando colse l'argento continentale in sala. Nel suo curriculum anche l'oro agli Euroindoor di Torino 2009, 37 maglie azzurre e 21 titoli tricolore (compresi quelli nel lungo).  "E' stata una grande gara - racconta l'azzurro sereno e sorridente - molto dura con un grande livello tecnico. Si è visto che, malgrado l'assenza di qualche big, in pedana si sono comunque espresse misure importanti per le medaglie. Una stavolta me la sono messa al collo io a dimostrazione del fatto noi triplisti italiani siamo sempre lì, ormai da diverse stagioni, tra i primi del ranking mondiale. Vengo da un mese difficile segnato dai problemi fisici, non vi nascondo che ho preso un antidolorifico anche prima della gara. Ero un po' preoccupato e ad ogni appoggio stasera il dolore si è fatto sentire. L'età non c'entra, semmai mi sono fatto un bel regalo di compleanno e, forse a quasi 36 anni, vale ancora di più. L'infortunio ai Mondiali Indoor di Istanbul (dove è arrivato quarto con Greco al quinto posto, ndr) mi ha costretto a rivoluzionare la preparazione e, alla fine, ho esordiito praticamente agli Europei di Helsinki, ma poi sapete come è andata. Dico grazie al mio allenatore Roberto Pericoli che, in questo ultimi periodo malgrado i miei acciacchi, è stato bravo a tenere il mio motore su di giri. Senza mia moglie Patrizia e la mia famiglia a fianco non ce l'avrei fatta. Anche oggi ho indossato, sotto quella azzurra, la maglietta portafortuna di mia figlia Greta che stavolta ha voluto scrivere "Papà sei il mio campione" anche sulle mie scarpe da gara. Questa medaglia vale tanto perchè io ho sempre vissuto lo sport con amore. Non l'ho mai considerato una sofferenza: io con l'atletica mi diverto! Se oggi fosse andata male la gara, domani sarei stato di nuovo al campo ad allenarmi per coltivare nuovi sogni con lo stesso amore".      

GRECO: "IL FUTURO DAVANTI" - Se Fabrizio Donato era alla sua quarta partecipazione olimpica, per Daniele Greco, tricolore assoluto in carica e campione europeo under 23 nel 2009, era l'esordio a cinque cerchi. Il salentino delle Fiamme Oro, come dimostrato dall'ottima qualificazione, non si fa prendere dall'emozione di un debutto così importante. E di fronte agli 80.000 dello Stadio Olimpico cerca subito una misura che lo metta al sicuro tra gli otto finalisti: 16,90 (+0.9). L'azzurro si migliora poi a 17,34 (-0.5) e fino al terzo salto (un nullo per lui) è virtualmente sul podio con Donato secondo alle spalle del 17,54 di Claye. Il quarto turno di salti è quello che decide tutto: "si sveglia" il campione del mondo statunitense Taylor e piazza un gran 17,81 (+0.6) che lo proietta definitivamente in testa, mentre il connazionale Claye consolida l'argento con 17,62 (+0.6). Greco prova a risalire sul podio, ma il suo salto abortisce frenato da un crampo. Come il compagno di squadra sceglie di passare direttamente all'ultima prova dove le misure e gli errori degli altri hanno già decretato che ci sarà di sicuro almeno un azzurro a medaglia. Ci prova con tutte le energie ancora in corpo, atterra a 16,92 (-0.3). E' quarto, un risultato che dopo il quinto posto dei Mondiali Indoor 2012, lo consacra definitivamente tra i migliori interpreti della scena internazionale. "Un mese fa - dichiara il 23enne allenato da Raimondo Orsini - avrei firmato per questo piazzamento. Adesso sembra un po' una batosta, anche se questa "medaglia di legno" mi darà senz'altro grande grinta per il futuro. Purtroppo oggi quando ho deciso di dare il tutto per tutto la trappola dei crampi mi ha aperto la botola e la mia gara si è interrotta a metà. Arrivati alla fine o io o Fabrizio dovevamo andare sul podio. Sono contento che sia stato lui, è il coronamento di una grande carriera. Io ho ancora tanta strada e spero ancora altre Olimpiadi da fare. Ho una marcia in più che è la mia fede, il traguardo a cui punto, lo ribadisco, restano i 18 metri".       

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Daniele Greco, quarto nella finale olimpica del salto triplo a Londra 2012

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