Da Mennea in giù i Signori dei 100

19 Maggio 2013

Il 10.19 realizzato oggi a Gavardo da Michael Tumi riaccende l'attenzione italiana sulla gara più breve dell'atletica. E sui suoi protagonisti

Anche se l’esperienza insegna ad andarci sempre con i piedi di piombo, il 10.19 ottenuto oggi pomeriggio da Michael Tumi a Gavardo potrebbe aprire nuovi scenari sul futuro a breve termine dei 100 metri italiani. Il giovanotto vicentino, alla prima uscita estiva 2013, sembra aver portato con sé, pressoché intatti, i progressi evidenziati nel corso dell’inverno, quando, tra febbraio e marzo, è riuscito a migliorare il record nazionale dei 60 metri (da 6.55 a 6.51) e a centrare il bronzo europeo nella rassegna continentale di Goteborg. Un inverno da applausi, in cui Tumi ha anche dimostrato di essere in possesso di due delle principali qualità dello sprinter d’alto livello: la regolarità attorno ai propri limiti, e la capacità di esprimersi al meglio nelle occasioni importanti.

A Gavardo, oggi pomeriggio, nell’esordio all’aperto sui 100, il veneto ha esibito confidenza con tempi vicini ai 10.20, destreggiandosi senza particolari problemi attorno a quello che è da sempre considerato un “muretto” psicologico per lo sprint italiano. Il 10.19 realizzato in finale (dopo il 10.22 della batteria) è il settimo tempo nella lista tricolore di sempre, piazzamento condiviso con il catanese Francesco Scuderi, che ottenne quel crono agli Assoluti di Milano 2000, alla vigilia dell’Olimpiade di Sydney (guadagnando in extremis la convocazione ai Giochi). Davanti a tutti, lo scettro nazionale è saldamente nelle mani di Pietro Mennea, il cui 10.01 di Messico ’79 è ancora record italiano (così come il 19.72 dei 200 metri, destinato con ogni probabilità a vita assai più lunga come primato tricolore…). Il più presente al di sotto dei 10.20, con ben sette prestazioni (sulle 20 complessive ottenute da atleti italiani) è Simone Collio, secondo nella lista nazionale con 10.06 – di fatto, il miglior tempo mai ottenuto da un azzurro a livello del mare. Il celebre 10.08 di Carlo Boccarini completa il tris di tempi al di sotto dei 10.10 (curiosità: due su tre realizzati a Rieti); seguono poi Fabio Cerutti (10.13 agli Assoluti di Cagliari 2008), Stefano Tilli (10.16 in una memorabile edizione del meeting di Zurigo, nel 1984), ed Emanuele Di Gregorio (10.17 controvento nelle semifinali degli Europei di Barcellona 2010). La nobiltà della velocità italiana, o una parte di essa, considerato che la top 10 è completata da uomini come Jacques Riparelli (10.21), Pierfrancesco Pavoni (10.22, ma finalista mondiale a Roma 1987) e Marco Torrieri (10.22).

Tornando all’oggi, il progresso fatto registrare da Tumi rispetto al personale precedente (10.35, ottenuto due stagioni fa) è notevole. Il 23enne poliziotto allenato da Umberto Pegoraro (uno che ama sperimentare, e che pone cura particolare nell’allenamento della forza) è atteso adesso alla conferma di quelle doti (solidità e freddezza, abbinate alla attenta programmazione del training) già evidenziate in inverno. La chiave della crescita (come emerso in una specialità come i 100hs, considerata fino a poco tempo depressa) può essere rappresentata dalla presenza di avversari in grado di produrre stimoli continui: la buona vena evidenziata oggi a Gavardo da Jacques Riparelli (10.26 e 10.37) e Fabio Cerutti (10.28 e 10.32) può fare la differenza. In chiusura, un rapido sguardo alle verdissime liste internazionali 2013, che vedono Tumi al secondo posto europeo, alle spalle del francese Christophe Lemaitre (10.17 oggi a Villeneuve d’Ascq, nella finale dei societari francesi). Niente male. A livello mondiale, al contrario, il gap negativo tra Europa e resto del mondo è tale che non vale la pena di cercare riscontri prima di aver corso al di sotto dei 10.10 (per la cronaca: 10.19 vale è il 32esimo posto). La strada è lunga, ma i segnali sembrano (finalmente) incoraggianti.

m.s.

File allegati:
- Liste italiane all-time


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