Buon inizio: Howe a 8,33, tre altisti in finale



La prima giornata di gare era in ambito azzurro incentrata sulle qualificazioni del lungo e l’esordio di Andrew Howe. Il campione non ha tradito, anche se rispetto ai Mondiali Indoor di Mosca ha avuto bisogno di due salti per passare il turno. Nel primo aveva sbagliato tutto tecnicamente rischiando quasi d’inciampare, nel secondo, dopo aver staccato con largo anticipo, è volato lontanissimo, poggiando anche la mano sinistra prima dei talloni e perdendo così altri centimetri. Considerando il vento nullo e l’8,33 finale si può ben capire quali siano le potenzialità dell’azzurro in una gara che comunque si preannuncia al calor bianco: in qualificazione ha impressionato l’ucraino Kuznetsov arrivato a 8,25, ma la sensazione è che l’esito della finale sia tutto nei “garretti d’oro” di Howe. Niente da fare invece per Nicola Trentin, fermatosi a 7,66. Veniamo alle due finali della giornata: nei 10000 femminili, davvero di grande spessore qualitativo (ben 12 primati personali realizzati con due record nazionali) il titolo è andato sorprendentemente alla russa Inga Abitova, che ha profittato del ritiro dell’etiope Abeylegesse e dello scarso finale dell’olandese Kiplagat che ha “costruito” la gara. Notevole il suo tempo, 30:31.42, seconda prestazione mondiale dell’anno. Argento alla norvegese Wigere (30:32.36) che avevamo visto in evidenza al Golden Gala, bronzo alla russa Grigoryeva (30:32.72). La nostra Weissteiner ha chiuso al 14. posto in 32:09.26. Per lei un miglioramento di una ventina abbondante di secondi e l’ottava prestazione italiana di sempre, un progresso sensibile anche se inferiore alle sue aspettative. Personale anche per Renate Rungger, 18. in 32:38.17 che la inserisce al 14. posto italiano all time. Nel peso soluzione all’ultimo lancio con vittoria per Ralf Bartels (Ger) con 21,13, due centimetri meglio del bielorusso Mikhnevich e quattro del danese Olsen, un esito a sorpresa ma neanche tanto visto il carattere del teutonico. In casa azzurra c’è da registrare un risultato storico, tre azzurri in finale nell’alto. Se esistesse la classifica a squadre, l’oro non sfuggirebbe all’Italia. E’ vero che la misura di 2,28, quella valida per la qualificazione, non è stata neanche affrontata, vero anche che Bettinelli è stato ripescato a pari merito a 2,23, ma resta il fatto che nessuna Nazione ha piazzato tre altisti fra i 13 eletti. Nicola Ciotti è quello che è piaciuto di più per tecnica e grinta (è uno dei sei che hanno chiuso senza errori, come Holm e Frosen, i più convincenti), sembra tornato quello della finale di Helsinki dello scorso anno, Giulio Ciotti ha sofferto più sulle misure basse, mentre Bettinelli si è impantanato a 2,26, misura che per due volte è sembrata ampiamente alla sua portata. La qualificazione ha estromesso personaggi importanti come il britannico Mason e l’ucraino Sokolowski, ora si spera che il successo quantitativo si traduca in qualcosa di più pregiato. Finalmente una boccata d’ossigeno per il mezzofondo veloce: nei 1500 metri Christian Obrist ha guadagnato l’accesso alla finale senza dover ricorrere ai ripescaggi. Molto convincente il suo rettilineo finale nel quale ha respinto gli avversari finendo quarto, dietro atleti quali il francese Baala o lo spagnolo Higuero decisamente a lui superiori. L’altoatesino ha mostrato quel carattere che tante volte è mancato e potrebbe essere preso ad esempio di quello spirito di battaglia del quale si è tanto parlato alla vigilia. Ora in finale deve mostrare la stessa grinta senza porsi obiettivi specifici, il suo Europeo è già da considerarsi positivo. Niente da fare invece per Christian Neunhauserer, che in una batteria troppo lenta non ha avuto coraggio e forza per rilanciare l’azione, rimanendo invischiato in una volata generale che per le sue caratteristiche è quanto di peggio possa capitargli. La palma della sfortuna spetterebbe a Elisa Cusma. I suoi 800, che nella prima parte la vedevano tatticamente un po’ titubante, sono finiti 150 metri prima della fine, quando, mentre era in fase di sorpasso e di lancio della volata finale, si è vista calpestata da dietro dalla britannica Pritchard che le ha tolto addirittura la scarpa. La Cusma ha chiuso al passo, per fortuna però il reclamo della delegazione italiana è stato accolto e la portacolori dell'Esercito è stata riammessa in semifinale. Il torneo dei 100 metri è già privo di azzurri: Donati e Verdecchia sono usciti nei quarti su tempi superiori ai 10.50, davvero deludenti. Ma è tutto il torneo che lascia un po’ a desiderare, a conferma della difficoltà del Vecchio Continente a trovare nuovi talenti. Il migliore è stato Pognon (Fra) che ha vinto il suo quarto in 10.19, ma il portoghese Obikwelu è piaciuto di più, mentre i britannici sembrano appannati. Attenzione allo sloveno Osovnikar, potrebbe essere la sorpresa. Per il resto eliminazione netta per Francesco Pignata nel giavellotto, un 70,37 decisamente lontano dai suoi standard. Gabriele Gentili Nella foto piccola: Nicola Ciotti dopo il salto a 2,26, nella foto grande il portacolori dei Carabinieri in azione (foto Omega/FIDAL) File allegati:
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