Brugnetti lancia la sfida: "Per l'oro ci sono anch



Lucido, freddo, anche un po' spavaldo. Insomma, perfettamente a suo agio nel ruolo del campione da battere. Ivano Brugnetti fornisce di sé un'immagine nuova, nel corso della conferenza stampa d'apertura della squadra azzurra ai Mondiali di Helsinki. Il milanese, oro olimpico ad Atene meno di un anno fa, preannuncia battaglia sui 20km che valgono l'oro iridato (domani, via alle 17.40 italiane). "Voglio stupire ancora una volta, e voglio farlo da artista, come in fondo mi considero. So che non sarà facile contenermi, reprimere l'istinto che mi spingerebbe a lanciarmi a capofitto: ma questa volta voglio fare una gara di attesa, lasciando agli altri il compito di movimentare l'andatura. Per poi attaccare in fondo". Sorriso d'accompagnamento. La miglior prestazione mondiale dei 10km in pista, stabilita da Brugnetti un paio di settimane fa a Sesto San Giovanni (distanza coperta in 37:58.6, primo crono sub-38 minuti della storia), ha restitutito sicurezza al fenomeno. "Sto bene, altroché. Il post Olimpiade è ormai alle spalle. Mi è successo praticamente di tutto. Prima, è scomparsa la madre della mia ragazza. Poi, è arrivato l'infortunio (una microfrattura da stress al pube, ndr), che mi ha bloccato per due mesi e mezzo. Infine, la mia ragazza ha deciso di lasciarmi. Sì, proprio un bel periodo". La rincorsa alla forma non è stata facile: "Ho dovuto darmi da fare, ma i risultati sono arrivati, e ora voglio lottare per vincere ancora. I 50 chilometri sono il passato, anche se non so cosa accadrà in futuro. Potrei cercare di fare entrambe le distanze, ma forse non fa per me, mentalmente è un'impresa troppo ardua". Antonio La Torre, l'allenatore dell'azzurro, spiega la sua stagione. "L'obiettivo era quello di ritrovare la forma nonostante il volume di lavoro ridotto a causa dell'infortunio. Abbiamo provato a seguire una strada diversa, l'unica possibile, ovvero quella dell'intensità in allenamento, un po' come fanno i mezzofondisti keniani. I risultati sembrano positivi, anche se credo che questo, per Brugnetti, sia solo un appuntamento di passaggio. Il traguardo, è Pechino 2008". In gara con Brugnetti, anche Lorenzo Civallero: "Per me è un ritorno in azzurro, avendo saltato l'Olimpiade di Atene. Punto a far bene, a piazzarmi davanti, non credo sia un obiettivo fuori dalla mia portata". Chi invece soffre, per condizioni fisiche ancora non al meglio, è Nicola Vizzoni, il capitano azzurro: "Lo stiramento al bicipite del braccio sinistro lascia ancora dei segni, fa male quando lancio. Ma con il supporto dello staff sanitario FIDAL, cercherò di attutire almeno il dolore. Vorrei centrare la finale, non è un tragiardo impossibile. In queste condizioni, sarebbe straordinario". Domani esordio anche nei 100 metri anche per Simone Collio (10.45, le 9.45 italiane, batteria con Shawn Crawford e Francis Obikwelu): "Punto a vincere l'oro. No, scherzi a parte: purtroppo non sono Magnini. Condizioni permettendo, vorrei riuscire ad ottenere il personale, e a battermi per il ruolo di miglior bianco dello sprint breve. In semifinale si va con 10.15, 10.18; in finale, ovviamente con meno di 10.10. Il mio sogno è di battermi alla pari con tutti". Domani turno di qualificazione anche per le tripliste Magdelin Martinez e Simona La Mantia: "Cosa volete che dica, alla mia età, e con la mia esperienza, che mi batto per entrare in finale?", arringa la Martinez. "Salto per una medaglia, ecco la mia risposta. Per vincere. Non voglio nascondermi, anche se di recente non sono stata al meglio, compresa una contrattura al polpaccio rimediata 20 giorni fa. Questo mondiale, nel triplo, è una specie di lotteria: ora che la Lebedeva non è al top, può accadere davvero di tutto". "Io invece - le fa eco la palermitana La Mantia - punto solo ad arrivare in finale, che poi non è una cosa da poco ai Mondiali. Una medaglia? Sarebbe una grande sorpresa, anche per me. No, gareggiare tanto non mi pesa affatto: dopo Helsinki voglio provare a rientrare nel circuito della Golden League e nella finale del Grand Prix". Ultimi a vedersela con le batterie saranno Gianni Carabelli ed Elisa Cusma. L'ostacolista sogna la finale: "Non dovrebbe essere impossibile superare il primo turno. Poi, in semifinale, per andare ancora avanti, bisognerà migliorarsi, fare il proprio primato e sperare. Io sento di valere un 48.50, un crono che potrebbe anche bastare. Certo, ottenerlo è un altro discorso. Ma ci proverò". Una battuta del milanese su Fabrizio Mori: "L'ho incontrato a Livorno, durante il raduno. E' stato, e per certi versi lo è ancora, il mio punto di riferimento. Ma vedere uno come lui che spera di trovare la forma per correre nei meeting nazionali, mi da dispiacere". La Cusma è la sorpresa azzurra 2005: "Io ci ho sempre creduto, ottenere il minimo degli 800 metri è sempre stato un obiettivo reale per me. Migliorarsi cinque secondi in una stagione è un bel salto, certo: magari ci riuscissi anche l'anno prossimo...No, scherzi a parte, sogno di superare la batteria, ed entrare in semifinale, anche se non mi trovo a mio agio in questa gare così tattiche, io sono portata a fare sempre corsa di testa. Sì, lo so: qui non è proprio il caso". Marco Sicari

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