Birmingham: Barshim 2,37, keniani-super

05 Giugno 2016

Fassinotti settimo con 2,26, Tamberi ottavo con 2,20 nel giorno in cui il qatariota torna a volare. Grande mezzofondo con Kiprop, Kipruto, Farah e Rudisha. Sconfitte per Ibarguen, Adams, Schippers e Rutherford.

di Marco Buccellato

Poca fortuna per gli azzurri del salto in alto nella sesta tappa della IAAF Diamond League a Birmingham. Marco Fassinotti è settimo con 2,26 e Gianmarco Tamberi ottavo con 2,20, dopo il bel terzo posto a 2,30 con cui avev entusiasmato il pubblico del Golden Gala di Roma. Vince Mutaz Barshim, tornato a volare con 2,37 sullo statunitense Kynard (2,35). Birmingham regala sette record mondiali stagionali e altrettanti record del meeting, tre migliori prestazioni europee stagionali, due record di area e due primati della Diamond League, con prove superbe nel mezzofondo. Mo Farah vince sui 3000 in 7:32.62, sotto i 3:30 Asbel Kiprop sui 1500 (3:29.33), poco sopra gli 8 minuti Conseslus Kipruto sui 3000 siepi (8:00.12), e ancora David Rudisha alla seconda prestazione all-time sui 600 metri in 1:13.10 e il francese Bosse al nuovo "european best" in 1:13.21. Tris keniano sui 5000 donne con Cheruiyot prima in 15:12.79. Risorge la cubana Silva nell'asta (4,84), sorprese per le sconfitte di Rutherford nel lungo, vince Goodwin con 8,42 (1,0), della Ibargüen nel triplo, che perde la lunga imbattibilità dopo quasi quattro anni contro la Rypakova (14,61, vento 1,5), della Adams nel peso (vince la Brooks con 19,73) e di Dafne Schippers nei 100, battuta da English Gardner (11.02 con vento -1,2). Vittorie di Kendra Harrison sui 100hs (12.46), Kirani James sui 400 (44.22), Francine Niyonsaba sugli 800 (1:56.92), Malachowski nel disco (67,50), Palameika nel giavellotto (65,68), De Grasse sui 200 in 20.16 (-1,5), Collins sui 100 in 10.11 (-0.8) e Floria Guei sui 400 (50.84). La IAAF Diamond League proseguirà giovedì 9 giugno a Oslo.

Nel giorno del ritorno a grandi altezze di Mutaz Barshim, la pedana di Birmingham segna una giornata poco felice per gli altisti azzurri Marco Fassinotti (Aeronautica) e Gianmarco Tamberi (Fiamme Gialle), rispettivamente settimo e ottavo. Fassinotti si è fermato a 2,26 (alla seconda prova) prima di sbagliare tre volte a 2,29, in una gara costellata di errori su tutte le misure (uno a 2,20, due a 2,23, uno a 2,26). Gianmarco Tamberi si è arenato a 2,20 fallendo i 2,23, pur sfiorando la quota al terzo tentativo, lasciando la gara con le mani aperte verso il pubblico quasi a volersi scusare per aver reso meno delle aspettative. E' invece tornato a vincere con una grande misura Mutaz Essa Barshim, salito in modalità regale a 2,37, record mondiale stagionale all'aperto, stimolato dalla tempra agonistica dello statunitense Erik Kynard, che a 2,35 aveva giocato magistralmente il jolly dell'unico tentativo rimasto dopo due errori a 2,32. Sopra i 2,30 anche il cinese Zhang Guowei, terzo con 2,32.

KIPROP, KIPRUTO, RUDISHA, GRANDE KENYA - Le leve fenomenali di Asbel Kiprop hanno portato il keniano alla miglior prestazione mondiale stagionale sui 1500 metri, vinti in 3:29.33, primo "meno-30" della stagione e record del meeting. La volata lunga ha i chiari connotati dell'imbattibilità quando Kiprop trova giornate come quella di oggi. I suoi avversari più prossimi, distanti anni luce, sono stati il marocchino Iguider (3:33.10) e il sempreverde neozelandese Nick Willis (3:34.29). Da un keniano all'altro: Conseslus Kipruto non ha rivali sui 3000 siepi. Dopo la gran gara dell'Olimpico è andato ancor più vicino alla barriera degli otto minuti ma ha mancato l'exploit per pochi centesimi (8:00.12). Il crono gli vale il personal best, la miglior prestazione mondiale dell'anno e il primato del meeting. Dominio keniano con le prime sei posizioni monopolizzate: secondo in 8:10.19 il vecchio Paul Koech, terzo Barnabas Kipyego in 8:14.74. Quinto il vincitore della Diamond League 2015 Birech (8:20.31). A fine meeting la volata quasi da primato di David Rudisha sulla poco frequentata distanza dei 600 metri. Il primatista mondiale degli 800 ha ingaggiato un duello di rara bellezza con Pierre-Ambroise Bosse e ha dovuto spremersi per avere ragione del francese, chiudendo con la seconda prestazione di sempre in 1:13.10 ( a 29 centesimi dalla miglior prestazione mondiale di Johnny Gray), record nazionale e africano, primato del meeting e della Diamond League. Bosse in 1:13.21 ha stabilito la terza prestazione all-time e il nuovo limite europeo, che era detenuto dall'azzurro Andrea Longo (1:14.41, Rovereto 30 agosto 2000). Passaggi di Rudisha; 23.31 ai 200, 47.17 ai 400. E' ancora e solo Kenia sui 5000 donne: gara tattica ma per la vittoria la spunta in un fazzoletto Vivian Cheruiyot (15:12.79) su Mercy Cherono (15:12.85), Chiude il terzetto vincente Janet Kisa in 15.19.48.

FARAH REGALE - Davanti al pubblico britannico il meeting si chiude con l'impresa di Mo Farah, che ritocca il record nazionale sui 3000 e firma la chiusura d'autore in 7:32.52, nona prestazione di sempre e record nazionale oltre che primato mondiale stagionale. Perfetto il lavoro dei pacemaker per la tabella-primato, con ritmo regolare e passaggi di Bett in 2:30.88 al primo chilometro e di Rono in 5:01.75 al secondo. Il britannico ha chiuso da par suo il debutto stagionale in Europa dopo il favoloso 10000 di Eugene. A oltre dieci secondi i kenyani Kiptanui (7:44.16) e Maiyo (7:44.99).

HARRISON E JAMES VOLANO - al debutto europeo stagionale, Kendra Harrison ha divorato la pista inglese e vinto ancora contro Brianna Rollins in 12.46 (-0.3). A metà gara la Harrison ha raggiunto la Rollins (12.57) volando verso il traguardo come una scheggia. Il 12.24 di Eugene non è stata una prodezza isolata. Il rientro di Sally Pearson, a un anno dalla frattura al braccio nel Golden Gala 2015), non è stato fortunato (13.25, settima). Impressionante il ruolino di Kirani James, imbattuto nel 2016 e che vince ancora dopo Eugene con crono quasi identico (44.23, record del meeting). La novità del Botswana Thebe, uno junior capace di 44.27, è partito velocissimo e si è spento in rettilineo chiudendo in 45.54 (sesto). Ancora sotto i 45 secondi Makwala (44.97), terzo lo statunitense Norwood in 45.08. Al rientro, l'inglese vice-campione d'Europa Hudson-Smith (quarto) centra la miglior prestazione europea stagionale in 45.13. La nobiltà del disco torna sullo scranno. Piotr Malachowski ritrova la parabola smarrita al Golden Gala e firma la misura vincente a 67,50, ma torna su livelli ben accettabili anche Robert Harting (secondo con 65,97), tutti e due davanti al vincitore dell'Olimpico Urbanek (64,12).

SCONFITTE LE STAR - Greg Rutherford con 8,17 è rimasto fuori per un centimetro dai tre salti di finale del lungo, a testimonianza di una gara con ottime misure, vinta dal capofila stagionale Goodwin con 8,42 (1,0), seconda misura della carriera, seguoto dal connazionale Hartfield (8,29,-0.3) e dall'australiano Lapierre (8,21, 0,6). Il quarto, colui che ha dimezzato la gara dell'olimpionico Rutherford, è Tyrone Smith, specialista delle Bermuda, oggi a 8,18. Ha perso anche Dafne Schippers, bruciata dalla freccia USA Gardner (11.02 con vento contrario di 1,2). L'olandese, seconda in 11.09, non è riuscita a recuperare quanto perso allo start. Terza Tianna Bartoletta in 11.11, quarta la primatista inglese Asher-Smith in 11.02. Perde anche Ameer Webb, una delle stelle della serata romana di giovedì, appena quinto sui 200 in 20.62 (-1.5). La vittoria è di un ritrovato Andre De Grasse in 20.16, un solo centesimo sul panamense Edward (20.17). Il migliore degli sprinter USA è perciò il meno noto McLean, terzo in 20.24.

SILVA RISORGE, IBARGUEN CADE - La rinascita di Yarisley Silva, la cubana campionessa del mondo in carica nel salto con l'asta, tornata a volare in una splendida gara vinta con 4,84, record mondiale stagionale, primato della Diamond League ma non del meeting (lo detiene la Isinbayeva da prima dell'avvio dell'attuale circuito d'élite). La Silva ha ribaltato la classifica col 4,84 ottenuto al terzo assalto, lasciando dietro di sé la greca Stefanidi (4,77, personale outdoor) e la svizzera Büchler (4,77, a un centimetro dal proprio record all'aperto). Dopo l'eclissi dell'Olimpico, ripresa per Fabiana Murer (4.70), record nazionale junior outdoor per la 18enne finlandese Murto con 4,50. Per una Silva che torna al vertice, una Ibargüen che perde l'imbattibilità a quasi quattro anni dalla sconfitta nella finale olimpica di Londra. Anche stavolta il dispiacere arriva dalla kazaka Rypakova, che all'ultimo salto plana grazie agli arti inferiori smisurati e a una tecnica che mantiene la velocità a 14,61 (1,5) e sorpassa la colombiana (14,56, vento 0,8). A riproporre fedelmente il podio di Londra 2012 ci pensa la terza, l'ucraina Saladukha (14,40, vento 1,8). Perde anche Valerie Adams, che ha trovato sulla sua strada la giornata di grazia della statunitense Tia Brooks (19,73, primato personale). La Adams ha lanciato da par suo (19,63), ma oggi non le è bastato. Terza la trinidegna Cleopatra Borel con 18,78.

NIYONSABA GRANDE 800 - la burundiana Francine Niyonsaba ha interpretato magistralmente gli 800 arrivando a un soffio dal personale e vincendo dol record del meeting in 1:56.92, confermando ancora quanto di buono fatto vedere in inverno fino al titolo mondiale indoor a Portland. Gran gara anche a Birmingham, con la sempre più competitiva francese Lamote seconda in 1:58.01 e l'argento mondiale Melissa Bishop terza in 1:58.48. Sotto i due minuti anche la Sharp (1:59.29) e l'iridata in carica Arzamasova (1:59.97). Nei 400hs donne l'esito è stato incertissimo ma in favore della statunitense Tate sulla scozzese Doyle-Child, entrambe cronometrate in 54.57. Nei pressi anche le altre hurdlers USA Moline (54.63) e Muhammad (54.75). Anche Kim Collins l'ha spuntata per millesimi in 10.11 (-0,8) su Michael Rodgers (10.11) e di un centesimo sul britannico Ujah (10.12) sui 100 metri. Al rientro in Diamond League Adam Gemili, finito K.O. proprio a Birmingham l'anno scorso, chiude sesto in 10.29. Squalificati per falsa partenza l'olandese Martina e il canadese Brown. Le condizioni per un altro exploit di Collins, una settimana fa sceso a 9.93 a 40 anni, oggi non c'erano.

LE ALTRE GARE - la francese Floria Guei ha vinto i 400 metri con il primato personale (50.84) che le vale anche la miglior prestazione europea stagionale. Dietro la campionessa europea con la 4x400 la giamaicana Day in 51.09 e l'australiana Morgan Mitchell (51.25, personale). Delude Christine Ohuruogu, settima in 52.40. Nel giavellotto donne la vincitrice del Golden Gala Viljoen si impantana a 58,54 e chiude settima. Vince la lettone Palameika, prima a Rabat e seconda a Roma, che con  65,68 manca di 40 centimetri il primato del meeting ma rafforza la leadership nella classifica di specialità e centra la miglior prestazione 2016. Seconda l'australiana Mitchell (63,93), terza la tedesca Linda Stahl (61,62). Sui 1500 donne Non-Diamond League personal best per le prime tre: doppietta UK con Sarah McDonald (4:07.18) su Melissa Courtney (4:07.55), terza la romena Claudia Bobocea (4:08.64).

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