Assoluti a Torino: una lunga storia

22 Luglio 2015

Quella del 2015 sarà la diciottesima edizione della massima rassegna tricolore che si disputa nel capoluogo piemontese

di Giorgio Cimbrico

Per i campionati italiani Torino è una specie di antica e capace culla. Su un campo ormai sparito ha ospitato le edizioni pionieristiche fine XIX e inizio XX secolo e allo Stadio Mussolini, poi Comunale, ora Olimpico (ma senza pista) quelle tra gli anni Trenta e gli Ottanta. Un assaggio di Delle Alpi e ora il Parco Ruffini ribattezzato con il nome del vecchio monarca sparito 16 anni fa: Primo Nebiolo. In mezzo, molte altre cose: gli Europei del ’34, i primi della serie, le Universiadi ’59 e ‘70, quei magnifici 2 giugno universitari mssi in scena dal Cus Torino, l’indimenticabile Coppa Europa del ’79, le stagioni al coperto sotto il tetto del Palazzo a Vela, la finale del Grand Prix, il cross mondiale al parco del Valentino su una pelouse artificiale e gradevolissima, la coppa del mondo di marcia in pieno centro storico.

Di fronte a vicende che scendono a tali profondità, si tratta di fare delle scelte, seguendo il peregrinare dell’ape che sceglie fior da fiore. E la prima direzione presa porta al 19 e 20 luglio 1941, non un momento qualsiasi: dieci giorni prima, all’alba, i torinesi che abitavano affacciati su corso Vinzaglio e corso Vittorio erano stati destati dal rumore di passi e di zoccoli che si dirigevano verso Porta Nuova: i primi reparti alpini iniziavano la loro lunga marcia verso la Russia da dove provenivano notizie clamorose: l’alleato tedesco stava travolgendo i sovietici: il 16 luglio cadde Smolensk, sulla strada per Mosca. Tre giorni dopo, il fine settimana lasciò spazio ai campionati di guerra, quelli del primo titolo di un “bel zoven” dalmata, figlio di un magistrato e di una nobildonna di Sebenico, Ottavio Missoni classe 1921, 53”3 nei 400hs, già ben conosciuto per exploit offerti poco più che adolescente sui 400 senza barriere. Ottavio, da pronunciare con vocali molto larghe, avrebbe raccolto altre due maglie sei e sette anni dopo, al ritorno da una lunga prigionia in Egitto. In uno degli sconti destinati a invertire il senso del conflitto – el Alamein – c’era anche lui a subire la superiorità di uomini e mezzi (10 a 1, sennò niente attacco) voluta da Bernard Law Montgomery, insignito successivamente del titolo di visconte di quella località desertica a cavallo tra Egitto e Libia.

Nel disco il dominatore fu Adolfo Consolini da Costermano, al secondo di una serie interminabile di 15 titoli, e nello sprint il padrone risultò essere un milanese dall’espressione astuta, Carlo Monti, per tutti Carlino, sempre e ancora tra noi, un mister Chips dell’atletica italiana, uno scattista vero, come si diceva ai suoi tempi, che se la sapeva  cavare anche sulla distanza doppia. 10”5 e 21”7 per l’uomo della Pro Patria, etichettata anche Oberdan a quel tempo. E qui si può aprire una dolce parentesi sui nomi delle società che erano semplici, poetici,o eroici: Baracca, Ambrosiana, Gallaratese, la Fratellanza, Giglio Rosso, Bologna Sportiva. Forze armate e pubblicità sarebbero venute dopo.

Il salto nello spazio-tempo porta diritti a una data importante per il Paese e per la città: 1961 significa un secolo di Unità. Il parco di Torino ’61, sul Po, è un viaggio nel futuro, è una monorotaia che tutti guardano con stupore e ammirazione. Sono i campionati della celebrazione di Livio Berruti che meno di un anno prima aveva scritto quella che rimane una delle più pagine più alte dello sport italiano. Non solo dell’atletica, è evidente. 10”4 e 20”9 per il poliziotto delle Fiamme Oro Padova che di lì a poco vestirà la maglia bianconera della Carpano Torino. La gara più lunga consentita alle donne sono gli 800, vinti dalla napoletana Gilda Jannaccone. Ed è bionda anche l’emiliana che rileva Giuseppina Leone nell’albo dello sprint: Donata Govoni passerà la sua vita in pista ad allungare, dai 100 e 200 ai 400, agli 800.

Il fiume della storia scorre come quello che attraversa la vecchia capitale: regala nel ’76 le vittorie di Sara Simeoni e di una giovane Gabriella Dorio, nell’86 il decimo titolo di fila di Giuseppina Cirulli nei 400hs ancor freschi di conio, la doppietta 100-200 di Stefano Tilli e quella 1500-3000 di Roberta Brunet. Arrivati al confine delle trenta stagioni passate da allora, meglio fermarsi per non perdere il gusto acre e dolce della polvere del tempo.

TV - I Campionati Italiani Assoluti di Torino saranno trasmessi sui canali RaiSport in diretta TV secondo il seguente programma:
- 24 luglio, RaiSport 2 ore 19-21
- 25 luglio, RaiSport 2 ore 20-22:30
- 26 luglio, RaiSport 1 ore 20:30-22:45

BIGLIETTI (al netto dei diritti di prevendita)
Venerdì 24 luglio: ingresso gratuito
Sabato 25 e domenica 26 luglio: prezzi da 5,00 € a 15,00 €
Abbonamento sabato e domenica: da 10,00 € a 25,00 €

E' possibile acquistare online i biglietti cliccando su questo LINK: BIGLIETTI/Tickets

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