Anniversary Games: lo spettacolo continua

20 Luglio 2016

Anche quest’anno a Londra, nello stadio dei Giochi Olimpici, si svolge il meeting in due giornate che anticipa i Mondiali del prossimo anno

di Giorgio Cimbrico

Se c’è un aspetto in cui i britannici non temono rivalità, è “vendere” gli eventi che organizzano nei loro templi londinesi vecchi e nuovi: non c’è rugby senza Twickenham, non c’è tennis senza Wimbledon, non c’è cricket senza Lord’s, non c’è calcio senza Wembley, non c’è galoppo senza Ascot. Sono bravissimi nel coinvolgere, nell’invitare alla partecipazione, nel costringere a metter mano al portafogli come fosse inevitabile. Da quattro anni all’elenco si è aggiunto The Stadium, fulcro dell’Olympic Park dedicato alla Regina Elisabetta, felicemente approdata ai 90 anni e al nuovo record all time registrato dagli statistici della corte di St James: in questo momento, 64 anni e 49 giorni su trono. Sommando le durate dei limiti fissati dai Jarmila Kratochvilova e da Jurgen Schult non si arriva a una simile, infinita parentesi temporale.

Dopo lunghi anni passati allo stadiolo di Crystal Palace, un po’ fuori mano e con una capienza modesta, il meeting di Londra ha trovato una nuova maxi-culla nello stadio che nel 2012 regalò la meraviglia di David Rudisha, il Super Saturday di Jessica Ennis Hill, Mo Farah e Greg Rutherford e il secondo miglior Usain Bolt della storia: l’accoppiata 9”63+19”32 è seconda soltanto al 9”58+19”19 berlinese dell’inarrivabile annata 2009. E dal 2013 il doppio appuntamento (Londra è l’unico meeting che si offre in formato serale e pomeridiano) ha deciso di autobattezzarsi Anniversary Games, con un impegnativo sottotitolo “The world’s greatest athletes return”.

In realtà, quel che sta per andare in scena non è solo un “ritorno” accompagnato dall’esordio (stagionale) sui 200 del Lampo che a Londra gode di una simpatia e di un affetto sterminati. E’ un anticipo di quel che capiterà tra poco più di un anno quando lo stadio di Stratford, periferia orientale raggiungibile con un treno veloce (Javelin) e con una nuova linea della metro, ospiterà i Mondiali, entrati a far parte della sterminata galleria di eventi che hanno formato e stanno formando quella che è stata chiamata la Golden Age, l’Età d’Oro, dello sport britannico: Olimpiadi, Giochi del Commonwealth, Coppa del Mondo di rugby e una lunga serie di rassegne iridate di vari sport, con esiti economici straordinari e, a seguire, inevitabili ritocchi del Pil. All’elenco va aggiunta, per il 2019, la Coppa del Mondo di cricket: inutile sottolineare che si tratterà di un altro boom. Là il cricket non è uno sport, è un costume di vita.

Tirando le somme, i britannici sono riusciti a metter le mani e a organizzare, con grande profitto, forte orgoglio e altrettanto successo, tutto quanto offrivano le “aste” di manifestazioni globali, con l’eccezione delle prossime edizioni dei Mondiali di calcio, andate a Russia e Qatar, tra lagnanze e sospetti dei vecchi padroni che, a livello di organizzazione e di vittoria, sono fermi a mezzo secolo fa: 30 luglio 1966, Inghilterra-Germania 4-2, con il gol fantasma di Geoff Hurst. Elisabetta aveva 40 anni e il gallese Lynn Davies stava per unire la corona europea a quella olimpica del salto in lungo.

TV - Il meeting di Londra sarà trasmesso in diretta sul canale Fox Sports con i seguenti orari: venerdì 22 luglio dalle 21.00 alle 23.00, sabato 23 luglio dalle 16.00 alle 18.00.

ENTRY LIST/ORARIO

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