Addio Maffei, l'atletica saluta uno dei suoi grand



Adesso dell’epopea degli anni ’30 che vide l’atletica italiana raccogliere successi insperati, è rimasta solo lei: Trebisonda “Ondina” Valla. Infatti ieri sera intorno alle 17 ha chiuso gli occhi per sempre il grande vecchio dell’atletica italiana, il viareggino Arturo Maffei, classe 1909. Il 9 novembre prossimo Arturo avrebbe compiuto 97 anni! Atleta poliedrico fu, all’inizio della sua attività sportiva, combattuto fra il calcio e l’atletica. Il Marchese Luigi Ridolfi, Presidente della A.C. Fiorentina e della Giglio Rosso, rinunciò volentieri al suo portiere di riserva per farlo diventare uno dei più grandi saltatori in lungo dei sui tempi. Maffei vinse il suo primo titolo italiano nel 1930 a Udine quando riuscì a battere un grande di quell’epoca, il mitico Virgilio Tommasi (padre del giornalista Rino) e il compagno di squadra e compaesano Guido Cortopassi. Dopo quel titolo Arturo collezionò altre sette maglie tricolori ed ancora oggi, con otto titoli di campione italiano, è il saltatore in lungo più titolato. La nazionale italiana vide Maffei indossare per ben 25 volte la maglia azzurra, fra Olimpiadi (1936) e Campionati Europei (1934 e 1938). Il saltatore della Giglio Rosso migliorò per ben tre volte il primato italiano della specialità, fino a raggiungere i m. 7.73 il 4 agosto nel corso della “storica” finale di Berlino 1936, che vide il successo di Jesse Owens. In quella gara Maffei fallì il bronzo per un solo centimetro e questo fatto costituì il grande cruccio della sua vita. Il primato di Berlino ha resistito per ben 32 anni, fino a quando Giuseppe Gentile non lo cancellò (17 agosto 1968) saltando m. 7,91. Arturo ha partecipato anche a due Campionati Inglesi (considerati la massima rassegna mondiale dell’epoca, giochi olimpici a parte). Nel 1931 giunse secondo con m. 7.06, mentre nel 1938 vinse il titolo con la misura di m. 7.52, che costituì il primato dei campionati. Nei Campionati Europei fu sempre sfortunato. Nel 1934 giunse solamente quinto, mentre a Parigi nel 1938 si classificò al secondo posto con la misura di m. 7.61, nonostante avesse una caviglia in disordine. Nel 1941 abbandonò l’attività agonistica e tornò al calcio, sua prima passione. L’A.C. Fiorentina lo accolse nel suo staff tecnico, dove rimase fino al campionato 1955/56, anno del primo scudetto viola della storia. Gustavo Pallicca

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