Ad Atene vince Howe (8,17) e vola la Cusma (1:59.2



Una vittoria, con Andrew Howe nel lungo (8,17), un terzo posto, grazie ad una strepitosa Elisa Cusma negli 800 metri (1:59.22), ed una serie di prestazioni per lo più convincenti. Questo, in sintesi, il bottino azzurro nel meeting internazionale “Tsiklitiria” di Atene, conclusosi poco fa sulla pista dello Stadio Olimpico. Andrew Howe, vincitore del lungo, si è imposto in una prova difficile, dove i pretendenti al successo erano numerosi e tutti molto accreditati. Il suo 8,17 è misura di rilievo, perché ottenuta in una gara “vera”; una piccola finale mondiale, con tutto il carico di pressioni psicologiche tipico di queste situazioni. La nuova rincorsa – più corta del solito, come confessato alla Gazzetta dello sport di oggi – ha prodotto subito dei frutti, su una pedana rivelatasi ostica per quasi tutti i saltatori, da Tsatoumas (terzo con 8,10, superato anche dallo statunitense Quinley, 8,10) a Gaisah (solo sesto, 8,04; in totale, sei lunghisti oltre gli otto metri). Howe, concentratissimo, ha pennellato una serie quasi in fotocopia, tra gli 8,07 e gli 8,17 del miglior salto, mettendosi alle spalle le incertezze della Coppa Europa di Milano, e gettando le basi - soprattutto dal punti di vista del morale - per una grande partecipazione al Golden Gala di venerdì 13 luglio. Anche la prova della Cusma è stata di grandissimo spessore. L’azzurra dell’Esercito, al cospetto di molte delle migliori specialiste al mondo, non si è fatta intimorire, seguendo il treno di testa a distanza di sicurezza, per poi risalire posizione dopo posizione nel tratto centrale di gara. Infine, un rettilineo autoritario, sulla scia di due delle pretendenti all’oro iridato di Osaka, la russa Cherkasova (vincitrice in 1:59.03), e la keniana Jepkosgei (1:59.14), chiudendo in un eccellente 1:59.22 (nona prestazione mondiale 2007; complessivamente, in sei sono andate al di sotto dei due minuti). Tra le battute, la slovena Ceplak, la marocchina Benhassi, la russa Kotlyarova, donne di primo piano nel mezzofondo mondiale. “Quando mi sono accorta di averle tutte dietro – il commento divertito dell’azzurra – ho pensato: evidentemente stanno male…No, in realtà il passaggio forte della lepre (57.4, ndr) mi ha messo subito di buon umore; ho capito che mi sarei potuta giocare delle buone carte, in questo periodo soffro più le gare lente, con passaggi a 1:01”. Giuseppe Gibilisco ha scelto il modo migliore, ovvero fare risultati, per trovare uno sprazzo di serenità nel mezzo del ciclone che lo ha coinvolto (l’inchiesta della procura CONI nata sulle risultanze del vecchio “Oil for drug” del 2004). Dopo un primo sorriso a 5,55 (misura superata alla prima prova), il siracusano delle Fiamme Gialle ha poi valicato anche 5,70 (alla terza), quota che vale il visto per la partecipazione al Mondiale di Osaka. Poi, tre tentativi falliti tra 5,80 (uno) e 5,85 (due), per il buon sesto posto conclusivo. Progresso stagionale anche per Nicola Ciotti (Carabinieri), salito nell’alto ad un significativo 2,27. Quinto posto nella serie B dei 400 ostacoli per Benedetta Ceccarelli (Carabinieri), il cui 56.46 risulta appesantito da una decisiva incertezza sull’ultima barriera. In linea con l’accresciuto standard prestativo la performance di Hannes Kirchler (Carabinieri) nel disco, nono con un discreto 60,72 (ennesima vittoria per Virgilius Alekna, all'ultimo lancio capace di lanciare a 70,43). Opaca la prestazione nel giavellotto di Zahra Bani (Fiamme Azzurre), nona con 57,40 (vittoria alla Obergfoll, 67,78). Tra i risultati di maggior rilievo del meeting, meritano certamente un posto il 15,14 nel triplo di Tatyana Lebedeva, tornata prepotentemente e guidare la specialità, e il 9.95 di Derrick Atkins (Bah) nei 100 metri (+0.3), uomo con cui Powell e gli statunitensi dovranno fare i conti nel corso della stagione. m.s. Nella foto, Elisa Cusma in azione (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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