Doha, lampo Jacobs: 10.07 e semifinale per due

27 Settembre 2019

Lo sprinter avanza nei 100 metri insieme a Tortu (10.20), out Trost nell'alto (1,92) e Crippa nei 5000. Il cubano Echevarria a 8,40 nel lungo.

Il lampo di Marcell Jacobs nelle batterie dei 100 metri (10.07, quinto tempo assoluto del turno), unito alla promozione del compagno di specialità Filippo Tortu (10.20, vento -0.3), è la nota migliore per la squadra azzurra nella prima giornata di gare dei Campionati del Mondo di Doha (Qatar). All'interno dello stadio Khalifa, con una temperatura resa più mite rispetto all'esterno dagli impianti di condizionamento, i due sprinter italiani rendono meno amaro un bilancio che per il resto è contraddistinto da eliminazioni. Rimangono fuori dalla finale, in particolare, il mezzofondista Yeman Crippa (5000 metri, 13:29.08) e le saltatrici in alto Alessia Trost (quattordicesima con 1,92 alla terza prova, la stessa misura superata da altre quattro qualificate) ed Elena Vallortigara (diciassettesima, 1,89). Out anche il triplista Andrea Dallavalle (15,09), l'astista Roberta Bruni (4,35), la martellista Sara Fantini (66,58), l'ottocentista Eleonora Vandi (2:04.98), il mezzofondista Said El Otmani (ritirato nella batteria dei 5000 metri). Stasera, la maratona donne, con le azzurre Giovanna Epis e Sara Dossena impegnate in una prova in cui il gran caldo sarà protagonista indiscusso. Tra i risultati di maggiore rilievo colti nella serata qatarina all'interno dello stadio, l'8,40 (-0.4 m/s) realizzato dal cubano Juan Miguel Echevarria nelle qualificazioni del salto in lungo, il 9.98 dello statunitense Christian Coleman nei 100 metri (nella stessa batteria di Jacobs), e il 17,38 (-0.2) del portoghese Pedro Pablo Pichardo nel primo turno del salto triplo.

LE GARE DEGLI AZZURRI

L'aria primaverile all'interno del Khalifa Stadium, irreale tanto quanto la cappa di caldo torrido che avvolge ogni cosa all'esterno, rende meno complicato il via del Mondiale di Doha. Dodici gli azzurri impegnati nella prima giornata di gare, dieci nel catino, due (le maratonete Dossena ed Epis) sulla strada. Subito un risultato di livello: il cubano Juan Miguel Echevarria atterra a 8,40 (-0.4 m/s) nelle qualificazioni del salto in lungo, 25 centimetri oltre il limite richiesto per l'accesso alla finale.

5000 metri uomini - batterie - Finisce con un'eliminazione l'avventura di Yeman Crippa nei 5000 metri. Il ritmo tattico della prima batteria, solitamente penalizzante nelle gare ad eliminazione, finisce col piegare le velleità del trentino. Ai 3000 metri si passa in 8:17 (10:56 un chilometro dopo), con una folla di ben 14 atleti ancora praticamente in gruppo. Troppo per Crippa, che nel chilometro conclusivo non riesce a trovare la freschezza necessaria per chiudere né tra i primi cinque per il passaggio diretto, né nei secondi cinque per sperare nel ripescaggio con i tempi. L'etiope Barega corre un ultimo mille sul piede di 2:28 (13:24.69), mentre l'azzurro scivola indietro, undicesimo in 13:29.08 (2:32 nei due giri e mezzo finali; poi decimo per la squalifica di Jakob Ingebritsen). Nella seconda batteria, come sempre in questi casi, si corre avendo già chiaro l'obiettivo cronometrico, ed infatti sono nove quelli che ce la fanno, in scia al 13:20.18 dello statunitesne Chelimo. Tra loro, però, non c'è Said El Otmani, che si ritira dopo tre chilometri anonimi.

Triplo uomini - qualificazioni - Nel filotto di eliminazioni azzurre arrivate dai concorsi, finisce anche il debuttante Andrea Dallavalle, che non riesce a trovare mai il bandolo della matassa del turno di qualificazione. Tra un nullo e un paio di salti solo abbozzati, mette a referto un 15,09 che non rende giustizia al suo talento (trentaduesimo posto complessivo). Può consolarsi pensando che prima di lui anche triplisti che hanno fatto la storia di questa disciplina, sono passati da insuccessi all'esordio. Il migliore è il portoghese Pedro Pablo Pichardo, che fa segnare un ottimo 17,38 (-0.2 m/s). 

Alto donne - qualificazioni - Le qualificazioni possono riservare sorprese amare, anche a prova ormai praticamente conclusa. A rimanere beffata, questa volta, è Alessia Trost, quattordicesima con un 1,92 che vale meno di quello di altre quattro avversarie (dalla nona alla dodicesima, qualificate alla finale), perché ottenuto al terzo tentativo. Particolare spesso decisivo. Il problema emerge quando l'asticella sale due centimetri oltre l'1,92, ovvero a quota 1,94, quanto richiesto per la qualificazione diretta: prima di quella misura, Trost è undicesima pari merito, dentro la finale, anche se al limite. I salti riusciti di due avversarie, fino a quel momento alle spalle dell'azzurra (la tedesca Onne e l'uzbeka Ravidil), determinano il capovolgimento della situazione. La friulana è fuori, mentre per Elena Vallortigara (diciassettesima con 1,89) l'1,92 rimane un muro invalicabile. Passano con percorsi netti solo la statunitense Cunningham e la bulgara Demidik; questo vuol dire che anche sua maestà Mariya Lasitskene finisce per sporcare il suo ruolino, commettendo un errore a 1,89. Ma del tutto indolore.  

100 metri uomini - batterie - Due italiani nelle semifinali mondiali dei 100 metri. Il verdetto delle batterie lancia Filippo Tortu e Marcell Jacobs (citati in ordine d'apparizione) nel gruppo dei magnifici 24 iridati: Tortu è terzo nella quinta batteria in 10.20 (-0.3), mentre Jacobs è secondo nella sesta e ultima in un eccellente 10.07 (vento non comunicato al momento di comporre questo testo), per una doppietta da Q maiuscola che rappresenta anche un'iniezione di fiducia in chiave staffetta veloce. Lo start di Filippo Tortu non è fulminante. L'azzurro ha il tempo di reazione più alto nel gruppo (0.181), e ad aggravare la situazione ci si mette una fase di accelerazione meno brillante del solito. Scappano via il brasiliano De Oliveira, lo statunitense Rodgers, ed il giapponese Koike (mentre il nigeriano Oduduru, dominatore del campionato NCAA, non si prersenta nemmeno al via). Quando tutto sembra essere avviato su binari nefasti, Tortu, magicamente, accende la luce: il suo lanciato è brillante ed efficace, al punto che l'azzurro recupera centimetri su centimetri al giapponese, appoggio dopo appoggio, e alla fine gli mette il petto davanti, 10.20 (-0.3), un solo centesimo di divario, per il terzo posto che vuol dire qualificazione diretta alle semifinali. Davanti, De Oliveira (10.11) batte Rodgers (10.14), capovolgendo il pronostico della vigilia. Ma se la luce di Tortu si accende dopo una cinquantina di metri, quella di Marcell Jacobs illumina, fin dal via, la corsIa sette del Khalifa. Al via della sesta batteria con lo statunitense Christian Coleman, il più veloce al mondo nel 2019, il bresciano di El Paso stampa un 10.07 in scia al favorito (9.98, unico sub-10 del turno) che lo porta al secondo posto parziale, e al quinto assoluto, con lo stesso crono del quarto, la superstar giamaicana Yohan Blake. Da lustrarsi gli occhi, soprattutto in considerazione del fatto che Jacobs aveva corso l'ultima volta agli Europei a squadre di Bydgosczc il 10 agosto scorso, addirittura 48 giorni fa; l'infortunio patito nella circostanza, lo aveva messo addirittura in dubbio per la prova individuale a Doha, ma la risposta sul campo è stata, indiscutibilmente, da campione. Ottima la partenza dell'azzurro (0.154), così come la fase di accelerazione e la successiva parte lanciata, nella quale controlla il giapponese Sani-Brown, terzo in 10.09. Jacobs sarà al via, domani sera (ore 17:45 italiane) della prima semifinale, dove troverà ancora Coleman; Tortu sarà al via della terza semifinale, con, tra gli altri, il sudafricano Simbine e il francese Vicaut.    

Asta donne - qualificazione - Niente da fare per Roberta Bruni. La reatina non è brillante nei suoi salti di qualificazione, e dopo una buona apertura a 4,20, misura superata alla prima prova, spende tutti e tre le prove a sua disposizione per avere ragione dell'asticella posta a 4,35. Alla quota successiva, 4,50, la Bruni purtroppo deve arrendersi, terminando al ventinovesimo posto complessivo. I 4,60, posti come porta d'accesso alla finale risultano alla fine anche troppo facili: ce la fanno in 17 (sette senza nemmeno un errore), per una finale che si preannuncia di lunga durata

800 metri donne - batterie - La batteria di Eleonora Vandi, a conti fatti, è la più lenta (e di conseguenza la più tattica) delle sei in programma nel primo turno del doppio giro di pista. Una iattura per la pesarese, poco a suo agio, anche per struttura fisica, su questi ritmi. Il passaggio a metà corsa in 1:03.47 è già una sentenza; nei 300 metri conclusivi, la Vandi prova a rimanere attaccata al gruppo, cosa che in effetti le riesce, ma nel finale non riesce mai a cambiare passo, terminando al sesto posto in 2:04.98 (Vittoria per la francese Lamote, 2:03.36). La più veloce del turno è l'ugandese Nanyondo, con 2:00.36.

Martello donne - qualficazione - Il primo lancio di Sara Fantini è condizionato dal contatto dell'attrezzo con la rete. Ne viene fuori un 65,15 d'esordio che non basta per piazzarsi nella parte alta della classifica. Al secondo tentativo, la 22enne di Fidenza incrementa il suo risultato di circa un metro e mezzo (66,58), ma risale solo fino al dodicesimo posto. Sarà la sua collocazione definitiva, anche perché il terzo e ultimo lancio risulterà nullo. Nel gruppo della Fantini, sette atlete realizzano misure superiori ai 70 metri (quattro di loro oltre i 72,00 della qualificazione diretta), con la polacca Joanna Fiodorow a chiudere al comando con 73,39.

m.s.

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