Trost guerriera: ''Voglio Rio''

21 Gennaio 2016

La vicecampionessa europea indoor è pronta per l'esordio. Con l'infortunio alle spalle, racconta come ha ripreso a cesellare i salti e cosa ruberebbe alle avversarie. E come si prepara all'Olimpiade a tempo di musica

di Anna Chiara Spigarolo

Si chiama “Warriors”, ossia “Guerrieri” la colonna sonora dell’inverno di Alessia Trost. La canzone a un certo punto dice: “You always knew that you'd be the one that work while they all play”, cioè “Hai sempre saputo che avresti lavorato mentre loro giocavano”. Alessia lo racconta mentre raggiunge il campo di sempre, l’Agosti di Pordenone, e il coach di sempre, Gianfranco Chessa. “Due allenamenti al giorno, e poi palestra e fisioterapia. Ultimamente ho introdotto la mind room, che è un allenamento per la parte nervosa. Il tutto per sei, sette ore quotidiane”. 

"In youth, you'd lay awake at night and scheme, of all the things that you would change" / "Da giovane te ne stavi sdraiato di notte a immaginare tutte le cose che avresti cambiato". Undici mesi fa la pordenonese delle Fiamme Gialle vinceva l’argento agli Euroindoor di Praga. Ovvero la sua prima medaglia da grande dopo una carriera giovanile da predestinata. Oro ai Mondiali allievi, all’EYOF, alla Gymnasiade. Argento ai Giochi Olimpici giovanili, di nuovo oro ai Mondiali Juniores. Fino ai due metri di Trinec, il 29 gennaio 2013, a 19 anni. Due metri, barriera mitica, pass d'accesso a un club esclusivo di cui in Italia fanno parte: lei, Sara SimeoniAntonietta Di Martino

"We are the warriors that built this town. From dust." / "Siamo i guerrieri che hanno costruito questa città. Dalla polvere". Il 2015 non è stato facile. L’1,97 saltato a marzo sembrava preludio a qualcosa, eppure l’estate della pordenonese è stata breve ed incompiuta. Inizia il 4 giugno al Golden Gala (solo 1,85), si chiude il 17 luglio a Montecarlo (1,91). In mezzo un titolo europeo, però under 23, e come miglior misura l’1,94 del Campionato Europeo a squadre di Cheboksary. Dopo Montecarlo comincia a frequentare l’infermeria: le fa male il tendine d’Achille del piede destro, non quello di stacco, l'altro. Si cura, ma il dolore persiste. I medici scoprono una lesione di circa un centimetro e prescrivono otto settimane di riposo totale. Addio Pechino, addio Mondiali.


Di nuovo ferma ai box, come nel 2014. Di nuovo costretta a ricominciare. “Mi sono fermata il 5 agosto. Per due mesi sono stata completamente a riposo. Poi ho trascorso quattro settimane a Pavia per la riabilitazione. Con in testa l’Olimpiade, abbiamo ripreso con cautela e con la volontà di curare ogni dettaglio". Le giornate dell’azzurra sono tornate alla normalità solo da qualche settimana, con la piscina finalmente sostituita dalla pedana. "Il 20 dicembre ho potuto fare la prima esercitazione di tecnica di salto. Al momento ne ho in archivio cinque, e con grande soddisfazione. L’altro giorno una di 35 salti”.

"Here we are, don't turn away now" / "Ci siamo, non tirarti indietro ora". “Il 2016 in un certo senso è il momento della verità. È ora di giocare con i grandi. Anche per questo abbiamo deciso che la prima, il debutto, sarà già in un meeting internazionale: il 13 febbraio a Gent. Poi il 20 febbraio sarò a Glasgow. Ai Mondiali di Portland vorrei andare, mi piacerebbe. Ma solo con delle misure di primo livello, altrimenti non ha senso. Il che significa ripetere, almeno, quelle dell’anno scorso. Nel calendario estivo invece ho segnato le date dei Campionati Italiani (Rieti, 24-26 giugno ndr) e degli Europei (Amsterdam, 6-10 luglio ndr). E - è inutile anche dirlo - Rio. L’idea dell’Olimpiade mi assorbe completamente. È una motivazione straordinaria, che non avevo mai provato prima sulla mia pelle. Assoluta, totalizzante, e questo mi fa sentire bene. Se ci penso, ho i brividi”.

"Here we are, don't turn away now" / "Ci siamo, non tirarti indietro ora". “Ho un solo grande obiettivo, che è anche la mia grande paura. Voglio arrivare lì, su quella pedana in Brasile, ed essere una vera atleta. Non una turista. L’Olimpiade è il mio sogno da sempre, ed è anche un evento gigantesco. Ti trovi lì, alle prese con il momento della vita, in mezzo ai più grandi campioni al mondo, di ogni sport. Io immagino di arrivare lì ed ho paura di essere travolta da tutte queste emozioni, dal villaggio, dallo stupore della mia prima volta. Ma non sarà così, sono concentrata come mai prima d’ora”. 

L’anno scorso in cinque hanno superato i due metri: Chicherova (2,03), Lićwinko (2,02), Vlašić e Kuchina (2,01), Beitia (2,00).

Trost, che saggiamente dice di imparare da ogni esperienza, soprattutto quelle negative, elenca cosa "ruberebbe" alle avversarie. 

Da Maria Kuchina. “La cattiveria. In tanti anni di duelli, da quando avevamo entrambe 14 anni, ho capito che è la qualità fondamentale del suo carattere. La invidio”.
Blanka Vlašic. “La fede. Perchè significa avere certezze che nessuno può portarti via. Io purtroppo credo più nell’uomo che in dio”.
Anna Chicherova. “La tecnica”.
Ruth Beitia. “La determinazione. In pedana Ruth ha una concentrazione assoluta. Fuori invece è una vera spagnola: solare, divertente, adorabile. Se ci riusciremo dopo le indoor faremo uno stage insieme, a Santander”.
Kamila Licwinko. “La semplicità. Quando salta fa sembrare tutto facile, naturale, giusto”.
Airiné Palšyté. “La visione. Airiné non ha mai vinto gare importanti, ma quando le parli capisci chiaramente che ha un progetto, un’idea a lungo termine”.
E loro, le migliori altiste al mondo, cosa invidiano ad Alessia Trost? “Difficile da dire. Forse il fatto che mi esalto nei momenti importanti, il mio agonismo. Quando sento l’orgoglio di indossare la maglia azzurra, sento l’adrenalina, sento che posso superare i miei limiti. E mi piace”.

“Will come, when you'll have to rise above the best” / “Arriverà il momento in cui dovrai innalzarti al di sopra dei migliori”
(per la cronaca la canzone è Warriors, di Imagine Dragons)

SEGUICI SU: Twitter: @atleticaitalia | Facebook: www.facebook.com/fidal.it 

Qui sopra una delle quattro puntate dedicate ad Alessia Trost nella web serie “Cosi Vicino - Team Young Italy UnipolSai”, prodotta e firmata da UnipolSai e parte di BLU - Broadcast Lab Unipol - dedicata a 7 giovani campioni italiani dello sport che formano il Team Young Italy UnipolSai. Oltre a Trost ne fanno parte sette azzurri fra cui Eseosa Desalu, Federica Pellegrini, Vincenzo Abbagnale, Carlotta Ferlito, Andrea Fondelli e Gregorio Paltrinieri. Le 35 puntate sono fruibili sul canale YouTube Unipol Group Corporate Channel.



Condividi con
Seguici su: