Mondiali: 400 da sogno a Londra

01 Agosto 2017

Una delle gare più attese alla rassegna iridata (4-13 agosto) è il giro di pista con il recordman mondiale van Niekerk, ma nella storia della specialità i migliori arrivano dal Texas, come l’astro nascente Kerley

di Giorgio Cimbrico

Il quarto di miglio, i 400 metri, stanno per celebrare il vertice di Londra. Presenti il primo, il sesto, il settimo, l’ottavo di sempre: Wayde van Niekerk, LaShawn Merritt, Fred Kerley, Isaac Makwala. Una virtuale 4x400 All Stars da 2:50 o giù di lì. Merritt è in ribasso, van Niekerk è l’erede di Bolt, Makwala è uno scatenato che può far danni, anche a se stesso. Dei quattro, Kerley è l’oggetto sconosciuto. In Diamond League si è visto un paio di volte sui 200, bei 200, specie quello di Londra: 20.24. “È giovane e ha poca esperienza ma credo possa correre in meno di 43 secondi. Se non sarà quest’anno, sarà il prossimo”: così Quincy Watts. Lontano dall’aver provato rabbia o disappunto per esser stato privato del record Ncaa, l’eroe di Barcellona, come venne etichettato in un divertente spot pubblicitario vecchio un quarto di secolo, oggi coach all’amatissima USC (i Trojans), ha preso idealmente sotto le ali il 22enne di Taylor, Texas, che alla A&M University ha riservato laceranti acuti primaverili prima di andare a conquistare un posto nella squadra Usa per i Mondiali. In sintesi: 43.70 e settimo di sempre, cinque prestazioni tra quel picco e 44.11 (con il 44.03 che gli ha assicurato la vittoria ai Trials di Sacramento) e quattro “passeggiate” tra 44.30 e 44.85.

Kerley arricchisce l’impressionante collezione dello stato della stella solitaria. Delle 70 prestazioni sotto i 44 secondi, 34 - e cioè il 49% - sono state ottenute da atleti texani: Johnson, Wariner, Everett e Kerley. Gli altri stati americani concorrono con 19, l’Africa è a quota 8, il Caribe a 8, l’Asia a 1. L’Europa è a zero. Il record continentale è il 44.33, vicino al trentesimo anniversario, del Ddr Thomas Schonlebe, a Roma ’87.

Watts ha solida fiducia in Fred che, per sua disgrazia, troverà sulla sua strada il più grande abbattitore di muri della storia, una gentile, compita e agile macchina da guerra: Wayde van Niekerk. Al 25enne di Città del Capo, non hanno resistito i 10” nei 100, i 20” nei 200, i 31” nei 300. Non è neppure il caso di chiamare in causa la barriera dei 44”: a Rio stava per essere forzata anche quella dei 43”. Con cronometraggio manuale quel 43.03 può gravitare tra 42.8 e 42.9.

La prima esplorazione di Lee Evans e di quel buonanima di Larry James non è lontana dal mezzo secolo: quando quei numeri apparvero sul tabellone di Mexico City (43.8 e 43.9, destinati a trasformarsi in 43.86 e 43.97) sorse forte la sensazione di una nuova alba. Vent’anni dopo, al Letzigrund di Zurigo, a Harry Reynolds, detto Butch, segni particolari bellissimo, non rimase che trasformarsi in un sole notturno e accecante: 43.29, con una serie di punti esclamativi. Danny Everett incassò 91 centesimi di distacco.

Neppure il prodigioso van Niekerk di Rio è stato capace di scavare un fossato così profondo: Kirani James e LaShawn Merritt si spartirono il resto delle spoglie a 73 e a 82 cents. Molto più vicini a Pechino 2015, in fondo alla più grande gara della storia: van Niekerk 43.48, Merritt 43.65, James 43.78. In questo senso, il primato rimane nelle mani – e nei piedi – di un Michael Johnson in formato sivigliano e dell’annata ’99: quando il record di Reynolds cadde, tra il 43.18 dell’Espresso di Waco e il 44.29, del sorprendente brasiliano Vanderlei Parrela, corse l’abisso di un secondo e 11 centesimi. Il non meno sorprendente messicano Alejandro Cardenas finì terzo a 1.13.

In meno di un anno van Niekerk ha strappato a Johnson il mondiale dei 400, quello dei 300 e i record del meeting di Losanna e Montecarlo. Il record della pista londinese è il 43.94 che diede al grenadino James l’oro olimpico cinque anni fa, il record dei campionati è il 43.18 di Johnson che, da picco mondiale, ha tenuto duro 17 anni. MJ rappresenta un eccellente spunto per una ricerca che investe tutti quelli capaci di offrire una media di qualcosa meno di 11 secondi, un segmento di 100 metri dopo l’altro. Per quattro volte di seguito.

Tutte le prestazioni sotto i 44 secondi nei 400 metri

Michael Johnson USA 22 tra 43.18 e 43.98
Jeremy Wariner USA 9 tra 43.45 e 43.99
LaShawn Merritt USA 9 tra 43.65 e 43.97
Kirani James GRN 7 tra 43.74 e 43.96
Wayde van Niekerk RSA 5 tra 43.03 e 43.96
Quincy Watts USA 4 tra 43.50 e 43.97
Harry “Butch” Reynolds USA 3 tra 43.29 e 43.93
Isaac Makwala BOT 3 tra 43.72 e 43.92
Danny Everett USA 2 43.81 e 43.98
Fred Kerley USA 1 43.70
Lee Evans USA 1 43.86
Steve Lewis USA 1 43.87
Yusuf Ahmed Masrahi KSA 1 43.93
Rusheen McDonald JAM 1 43.93
Larry James USA 1 43.97


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