Olimpiadi: Wlodarczyk record 82,29

15 Agosto 2016

Primato mondiale della polacca nel lancio del martello, abbattuto il muro degli 82 metri. Oro dei 3000 siepi a Ruth Jebet a un soffio dal miglior crono di sempre.

di Marco Buccellato

E' l'Olimpiade dei record, oltre i limiti e in prossimità di muri nemmeno immaginati. Dopo le straordinarie imprese di Almaz Ayana sui 10000 metri e di Wayde van Niekerk sui 400 metri, il terzo primato del mondo ottenuto alle Olimpiadi di Rio è arrivato oggi da una martellista che ben conosce il linguaggio del primato. Al terzo lancio della finale, Anita Wlodarczyk ha migliorato il limite mondiale di 81,08 da lei stessa detenuto (Cetniewo, 1 agosto 2015), portandolo a un incredibile 82,29. Al quinto turno, a caccia di ulteriori exploit, la polacca è andata nuovamente oltre il precedente limite mondiale: 81,74!. Dietro la Wlodarczyk, argento alla cinese Zhang Wenxiu con 76,75 (rispettate così le prime due posizioni del mondiale cinese dell'anno scorso) e bronzo conquistato in extremis, all'ultimo turno e ai danni dell'ex-primatista del mondo Betty Heidler, dalla britannica Sophie Hitchon, quarta a Pechino 2015 un anno fa, con il nuovo record nazionale di 74,54. La Wlodarczyk, 31enne di Rawicz, è al terzo oro globale della carriera. Primo exploit ai Mondiali di Berlino 2009, col record mondiale migliorato a 77,96, poi gli argenti di Londra 2012 e Mosca 2013 dietro alla discussa russa Tatyana Lysenko. A Pechino 2015 ha incrementato il primato della rassegna iridata oltre gli 80 metri con 80,85. Ora, anche gli 82 non sono più un mistero per lei.

JEBET, PRIMATO SFIORATO SUI 3000 SIEPI - Pubblico impazzito per la Wlodarczyk, ma quasi in contemporanea lo show offerto oggi allo Stadio Olimpico poteva raggiungere picchi di intensità straordinaria, perché alla piccola Ruth Jebet, 20 anni da compiere in novembre, è mancata la ciliegina del record mondiale, un'inezia, per arricchire il trionfo nella finale dei 3000 siepi, vincendo in 8:59.75. La specialità, introdotta nel programma olimpico solo dal 2008, ha così una nuova regina: nata in Kenya, la Jebet è cittadina del Bahrain da tempi non sospetti. Con l'8:59.75 di oggi la Jebet, che dovrà accontentarsi di vantare la miglior prestazione mondiale under 23, non solo porta l'Asia nel medagliere di specialità, ma lancia il piccolo stato asiatico nell'orbita olimpica delle medaglie.

Gara senza storia: 3:05.89 al primo mille, sensazionale 6:00.06 al secondo chilometro (altra miglior prestazione mondiale "unofficial"), e lotta contro il tempo per coniugare la medaglia d'oro col record del mondo.

Il cronometro la premia con il record asiatico e la seconda prestazione mondiale di tutti i tempi, migliore di quella di maggio a Eugene, quando violò per la prima volta in carriera, seconda nella storia, la barriera dei nove minuti per soli tre centesimi. Dietro la Jebet, il copione già scritto con la keniana Hyvin Kiyeng Jepkemoi d'argento (9:07.12), iridata a Pechino e stavolta messa in seria difficoltà dalla statunitense Emma Coburn, bronzo col nuovo primato del continente americano di 9:07.63, per l'esordio di una siepista statunitense sul podio dell'Olimpiade e di una manifestazione globale (gli USA sono tuttora a conto zero ai campionati del mondo). Il record mondiale di Gulnara Galkina, 8:58.81 all'Olimpiade di Pechino 2008, ha il respiro grosso.

400HS - Nelle batterie dei 400 ostacoli maschili il miglior tempo è stato realizzato dal giamaicano Annsert Whyte (48.37). Promosso Kerron Clement, il portoricano Culson, i keniani Tumuti e Koech, fratello dell'iridato Nicholas Bett. Proprio Bett, alla fine, risulta l'eliminato più eccellente della sessione (ha preso in pieno l'ultimo ostacolo nella sua batteria). Assai elevato il livello tecnico complessivo, in cui sono fioccati i record nazionali con l'ex-iridato under 18 delle prove multiple, il norvegese Karsten Warholm (48.47, secondo tempo delle batterie), con l'algerino Lahoulou (48.62) e con il finlandese Moro (49.04). Tra gli esclusi dal passaggio alle semifinali, il campione d'Europa di Zurigo 2014, lo svizzero Hussein. Altre eliminazioni eccellenti: il bronzo mondiale di Pechino, il bahamense Gibson, e l'ex-campione del mondo Jehue Gordon. Entrambi hanno chiuso in ultima posizione la propria batteria.

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Anita Wlodarczyk (foto Colombo/FIDAL)


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