Jacobs 8,48 e Rossit 1,97: salti super!

10 Giugno 2016

Grandi misure nella prima giornata dei Tricolore Juniores e Promesse di Bressanone. Il lunghista atterra a un centimetro dal record di Howe, ma con vento fuori norma. L'altista al n1 delle liste mondiali stagionali, quinta azzurra alltime.

di Raul Leoni e Alessio Giovannini

E' la giornata dei salti ai Campionati Italiani Juniores e Promesse di Bressanone (BZ). Dopo l'8,48 ventoso di Marcell Jacobs nel lungo, dalla pedana dell'alto under 23 arriva un altro grande risultato: Desirèe Rossit supera quota 1,97, migliore prestazione mondiale 2016. Con questa misura la 22enne friulana aggiunge tre centimetri al primato personale e diventa anche la quinta altista italiana di tutti i tempi all'aperto. Una progressione praticamente impeccabile quella dell'azzurra: 1,75, 1,79 e 1,85 alla prima, una sola incertezza a 1,89 e poi senza esitazioni sia 1,94 e 1,97. Poi la sfida con il muro dei 2 metri, una soglia che in Italia hanno varcato solo Sara Simeoni, Antonietta Di Martino e Alessia Trost (indoor). Nulla da fare per oggi, ma il salto di qualità dell'allieva del tecnico Gianfranco Chessa (stesso coach della Trost) è lampante. "Stavolta non mi va di dire che non ci credo. Perchè era da un pezzo che puntavo a misure di questo livello ed oggi ci credevo più che mai. E adesso non mi va di accontentarmi. E' una rivincita del passato. Anche se esteriormente sono sempre io con il mio 1,79 e sei millimetri di altezza, oggi mi sento davvero un'altra persona, cresciuta e più matura. Poi come dice sempre Gianfranco (Chessa, ndr): "Usa i piedi e salta!". Ci sono tante persone che credono in me e non da oggi e questa è una grande forza! Ci rivediamo agli Assoluti di Rieti, poi gli Europei di Amsterdam e, a questo punto, l'Olimpiade di Rio è molto più che un sogno. Il mondo visto da 1,97 è ancora più bello, ma chissà come sarà a 2 metri!".

Poco prima, su un'altra pedana, Marcell Jacobs era volato nel vento di Bressanone. Il 21enne delle Fiamme Oro è protagonista di una gara straordinaria nel lungo under 23 con tre salti in crescendo oltre la fatidica soglia degli 8 metri culminata con un 8,48 (+2.8) che ha fatto sgranare gli occhi a tutta la tribuna. Peccato solo per il vento oltre la norma - idem per i precedenti 8,09 (+2.7) e 8,15 (+3.2) - perchè la misura realizzata da Jacobs è di un centimetro oltre l'8,47 del record italiano assoluto che valse l'argento mondiale 2007 ad Andrew Howe. Nessun italiano era mai arrivato ad una misura del genere, nemmeno con il generoso soffio di Eolo alle spalle, nemmeno Howe (8,40/+2.4) o l'ex recordman nazionale Giovanni Evangelisti (8,37/+5.1). Marcell è nato il 26 settembre 1994 a El Paso (Stati Uniti) da mamma italiana e papà texano. E' cresciuto, però, a Desenzano del Garda (BS) per poi trasferirsi a settembre 2015 a Gorizia sotto la guida tecnica dell'ex iridato indoor del triplo Paolo Camossi. Con lui la fidanzata Renata e il loro piccolo Jeremy, un anno e mezzo, di cui Jacobs porta il nome tatuato sul petto. "Certo che 8,48 fa davvero un bell'effetto! Ho preso un grande stacco e poi è stato come volare. Vedere quei tre numeri rossi sul display è stato fantastico e quello che speravo dopo un'annata complicata dai problemi fisici che mi è costata un lento e attento lavoro di recupero. Gli ultimi due salti ho sentito di essere riuscito a convogliare nel miglior modo possibile tutta la velocità che ero riuscito a trovare nelle mie uscite sui 100 metri (PB 10.23, ndr). Devo dire grazie al mio coach Camossi perchè è lui che ha rivoluzionato il mio modo di correre. Ora spero di confermarmi, possibilmente con vento regolare, agli Assoluti di Rieti. C'è ancora l'8,15 del minimo olimpico da saltare!".

Non solo Rossit e Jacobs nella prima giornata della rassegna tricolore. Debutto stagionale vincente con la nuova maglia dei Carabinieri per il campione europeo junior dei 3000 siepi Yohanes Chiappinelli (8:57.89). Nel lungo U23 Ottavia Cestonaro si aggiudica con 6,57 (+3.3) un vivace botta e risposta con Anastassia Angioi (6,43/+2.7). Il vento tiene a bada le fiammate degli sprinter e così il miglior crono sul rettilineo dei 100 metri è il 10.48 (-2.2) del 21enne Simone Pettenati. Nei lanci il pluriprimatista giovanile Sebastiano Bianchetti vince il titolo under 23 del peso con 18,62, ma il compagno di allenamento Daniele Secci (fuori gara) lo supera di 7 centimetri (18,69). Per finire il martello Promesse vinto da Marco Bortolato (71,15) con la presenza d'eccezione del capitano azzurro Nicola Vizzoni, classe 1973, che ha spedito il suo attrezzo a 72,59. Domani la seconda giornata: 38 titoli da assegnare in 12 ore intensissime di gare.

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I CAMPIONI 2015

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IL RACCONTO DELLA PRIMA GIORNATA

JUNIORES uomini

Marcia 10000m (finale) – Si gareggia in compagnia delle promesse: i ragazzi più giovani proseguono sul loro ritmo, con Giacomo Brandi nettamente in testa. Il ragazzo scoperto dall’ex marciatore azzurro Carlo Mattioli è assolutamente padrone della situazione (44:36.71): ma alle spalle del marchigiano non ci sono i nomi più gettonati, bensì Marco Morotti (45:28.84), l’allievo di Andrea Adragna e Andrea Previtali che precede Alessandro Rigamonti (45:38.91). L’altro azzurro dei Mondiali di Roma, Niccolò Coppini, non arriva in fondo: brutta giornata per il ragazzo toscano.

Giavellotto (qualificazione) – Il fatto che finora nessuno abbia fatto il minimo mondiale di 68.70 diventa un po’ la base di partenza per questa gara: intanto in cinque fanno i 60 metri dell’ammissione diretta alla finale e domani si ripartirà da capo. Al top Thomas Fabricci, 62.00, poi Giacomo Biserna, 61.94: curiosità per l’ascolano Simone Comini, che lo scorso anno era stato un protagonista di valore mondiale tra gli allievi.

3000st (finale) – Tutte le attese su Yohanes Chiappinelli: il campione europeo juniores in carica si presenta qui all’esordio nella “sua” distanza dopo aver sostenuto il corso per l’ingresso nei Carabinieri e l’unica uscita recente è stata quella dei 1500 giovanili del Golden Gala, sia pure su ritmi non disprezzabili per l attitudini sul piano del senese adottato in Etiopia. Alla fine il cronometro dice 8:57.89, fatto in solitario: non che per “Yoghi” questa sia una novità, tuttavia in questa occasione è un fatto da rimarcare. Molto lontano finisce Alexandru Ciumacov (8:31.40), romano dell’hinterland di origini moldave.

100m (finale) – Il “vice-Tortu” è decisamente Andrea Federici: peccato che il vento continui a mortificare gli sforzi degli sprinter e 10.81 (-3.9) dice francamente poco sul piano cronometrico. Tanto è vero che solo l’ultimo arrivato nel gruppo azzurro, Freider Fornasari, segue il lombardo sotto gli 11” (10.99). Sul podio il tricolore al coperto Nicholas Artuso (11.06).

800m (batterie) – Ancora latitano i tempi richiesti per un posto ai Mondiali: né si poteva pretendere che le batterie di oggi aprissero nuovi orizzonti in questo senso. Ci sarà lotta apertissima domani per il titolo, con il toscano Lorenzo Casini molto accreditato, visti i precedenti in materia: ma il più veloce di oggi è Leonardo Cuzzolin (1:54.82), mentre manca l’accesso in finale il piombinese Alessio Ferrara,terzo nella bella prova tricolore degli allievi un anno fa a Milano.

Lungo (qualificazione) – Considerata la relativa carica agonistica, il 7.45 (-0.7) di Gabriele Chilà è un dato da non trascurare in vista della finale: il reggino, tesserato per la Cariri, può essere una carta interessante da giocare in vista dei Mondiali, dopo aver battuto in inverno con 7.78 il primato juniores indoor. L’ex campione italiano allievi Andrea Pianti entra nei 12 eletti con l’ultima misura utile (6.65 in extremis, dopo due nulli).

Asta (qualificazione) – Turno di qualificazione assolutamente interlocutorio (norma d’accesso a 4.40, si entra nei 12 addirittura con 4.00), anche se il line-up soffre per l’assenza di Max Mandusic, che poteva inserirsi nella lotta per il titolo: a questo punto la lotta si restringe ai due leader stagionali già in possesso del minimo, Francesco Lama e Matteo Capello.

400m (batterie) – Solo due batterie e un favorito dichiarato, Vladimir Aceti: ma in palio ci sono anche le sorti della staffetta, unica ancora in predicato per una presenza ai Mondiali. Al momento non si è visto ancora molto, ma Brayan Lopez – leader provvisorio con 48.96 – potrebbe essere uno degli indiziati: certo è che, con il vento contrario, l’ultimo rettilineo diventa in salita.

Martello (qualificazione) – In tre fanno la misura di qualificazione diretta (54.00), ma in realtà la corsa al tricolore sembra una questione che riguardi i due che ci riescono al primo turno, Tiziano Di Blasio e Giacomo Proserpio: per il romano c’è intanto la soddisfazione del PB (66.89).  

100m (batterie) – Tre batterie e quindi salta il turno intermedio: come annunciato, sui blocchi non c’è il neo-primatista italiano Filippo Tortu – che rivedremo agli Assoluti di Rieti – e così l’attenzione si focalizza sui pretendenti per un posto ai Mondiali. Miglior tempo per Andrea Federici, 10.70 (+0.2) per il doppio figlio d’arte lombardo, che ha già il minimo per Bydgoszcz: nella terza batteria si conferma (10.78) la novità stagionale Freider “Freddy” Forsanari, papà reggiano e mamma colombiana, ultimo prodotto della scuola modenese della Fratellanza. Nota di cronaca, l’altro emiliano Alexandru Zlatan – che avrebbe il passi per Bydgoszcz, ma è ancora di nazionalità romena - rinuncia per un leggero risentimento. Per questione di millesimi – a 11.01 - agguanta una corsia in finale il campione italiano dei 60m indoor Nicholas Artuso.

JUNIORES donne

5000m (finale) – proprio in chiusura di giornata arriva una bella sorpresa per l’atletica altoatesina: Sophia Zingerle è una ragazza di Valles, a 20km da qui, e ha un passato nello sci alpino come la sorella Lena, che ancora sfida i pendii sulla neve. Invece “Sofi” due anni fa ha deciso di seguire la passione dello zio Christian Jocher, buon maratoneta dalla lunga carriera. C’è voluto il nuovo PB a 17:17.28 per aver ragione delle avversarie che questa ragazzina dai capelli rossi ha staccato con decisione ad un chilometro dal termine. Non è arrivato il minimo per Bydgoszcz, però: un traguardo al quale aspirava un’altra podista di montagna come Ilaria Fantinel, seconda (17:28.02).

100m (finale) – L’aria di casa mette le ali a Julia Calliari, una che difficilmente sbaglia una finale tricolore: il tempo conta relativamente, 12.32 molto appesantito dal vento (-4.1) che sbarra la strada alle velociste. La marchigiana di origini senegalesi Sokhona Kebe dimostra di aver raggiunto una dimensione più solida nelle gerarchie stagionali e strappa il secondo posto (12.35) a rivali con credenziali di partenza più brillanti.

800m (batterie) – Elena Bellò, a dispetto del prossimo impegno della Maturità – al quale la vicentina delle Fiamme Azzurre tiene molto – si presenta in eccellente condizione sulla scorta della sesta prestazione juniores di sempre ottenuta a Castiglion della Pescaia e della vittoria nella serie giovanile del Golden Gala: fatto sta che è obbligata ad applicarsi solo sul rettilineo per aver ragione delle rivali in una batteria condotta su ritmi turistici (2:17.08). Molto più combattuta la prima batteria, vinta dall’ex specialista delle prove multiple Gaia Tarsi in 2:12.19: ed èovvio che da qui arrivino anche i due ripsescaggi per tempi.

Martello (qualificazione) – Uniche juniores in gara nei Mediterranei U.23 di una settimana fa a Tunisi, Lucia Prinetti Anzalapaya e Sara Fantini si confermano le migliori del lotto in fase eliminatoria: bastano due spallate, rispettivamente a 58.82 e a 56.41, per mettersi in testa al gruppo delle finaliste. Defilata, al momento, l’argento della passata edizione Agata Gremi (51.52), come pure la finalista dei Mondiali allievi di Cali Alessia Beneduce (50.22): si ferma qui l’elenco delle ragazze che nel turno hanno lanciato sopra i 50 metri.

100m (semifinali) – Se in mattinata il vento aveva dato fastidio, nelle semifinali del pomeriggio alza un muro davanti alle sprinter: Il cronometro si comporta di conseguenza, la più veloce è Eleonora Iori con 12.29 (-3.8). Tra le vittime illustri del secondo turno c’è la reggiana di origini brasiliane Leonice Germini, già azzurra juniores un anno fa agli Europei in Svezia.

Lungo (qualificazione) – La notizia è che il vento si mantiene regolare per tutta la fase di qualificazione: meno male, perché Chiara Proverbio arriva ad accarezzare il minimo per Bydgoszcz (fissato a 6.20) con un tentativo iniziale a 6.11 (-0.4). E comunque, in questo caso, le condizioni ambientali favoriscono un paio di miglioramenti personali interessanti – 5.86 per la torinese Chiara Michelis, 5.83 per la marchigiana Martina Aliventi - che rinnovano la lista al vertice: poi l’ex argento olimpico giovanile Beatrice Fiorese (5.81), che in questa stagione non riesce a trovare il giusto feeling con la pedana.

Giavellotto (qualificazione) – A differenza delle promesse, le specialiste più giovani riescono a domare meglio l’atterzzo nel vento: o, almeno, ci riescono le due ragazze che in stagione sono andate oltre i 50 metri, le due venete Luisa Sinigaglia e Ilaria Casarotto, promosse rispettivamente con 47.69 e 47.35 al primo lancio. Si rivede in pedana l’ex campionessa italiana Sara Corradin, già azzurra ai Mondiali allieve 2013 e poi fermata a lungo da un infortunio.

Alto (finale) – Si va alla finale diretta, visto che in pedana si presentano in 14: e, viste le premesse, il titolo di Sara Modena (1.74) è una mezza sorpresa anche perché la trentina di Arco si era presentata qui con 1.72 di personale e c’erano almeno un paio di ragazze – prima di tutto Erica Marchetti e Nicole Arduini – avevano già flirtato con l’asticella a quota 1.80 in diverse occasioni.

400m (batterie) – Più o meno le stesse difficoltà dei ragazzi quanto a condizioni ambientali: con la differenza che qui ci sono due ragazze già con il biglietto per la Polonia – Daniela Tassani e Rebecca Borga – più la finalista di Eskilstuna Alice Mangione, attesa ad un sostanzioso miglioramento dello stagionale: è proprio della siciliana la leadership provvisoria (55.73). Rientra al vertice un’altra ragazza di origini siciliane, ma cresciuta sul litorale romano, Alessia Tirnetta, già azzurra ai Mondiali allievi di Cali.

100m (batterie) – A differenza dei maschi, le ragazze disputeranno anche le semifinali: in questo primo turno cronometro un po’ appesantito dal vento contrario sul rettilineo, soprattutto nelle ultime due partenze: ecco perché risulta particolarmente apprezzabile il 12.20 (-1.6) di Julia Calliari, la bolzanina di Settequerce con un buon palmarès tricolore in tutte le categorie giovanili. I migliori tempi escono però dalla prima batteria, con la toscana Alessia Niotta – indiziata per la staffetta mondiale – che firma un 12.15 rivedibile (+0.3), davanti alla neo-italiana Sokhona Kebe e l’ex campionessa studentesca Ludovica Clementini (12.19 per entrambe).

PROMESSE uomini

Martello (finale) – L’ultima finale della giornata inaugurale della categoria vede in pedana un giovanotto che veleggia ben oltre le quaranta primavere, Nicola Vizzoni: se il titolo va ovviamente al favoritissimo Marco Bortolato (71.15), il capitano azzurro di lungo corso lancia a 72.59, purtroppo non sufficiente per ottenere un posto in vista degli Europei di Amsterdam.

Marcia 10000m (finale) – One-man-show di Francesco Fortunato e non è che gli altri ci stiano a fare da comprimari, visto che ci sono anche Vito Minei e Gianluca Picchiottino. Il finanziere barese marcia in “negative-split” dopo il passaggio di 20:51.6 a metà gara e chiude in 41:19.03: poi Picchiottino (42:29.00, dopo il recentissimo PB di Tunisi) e Minei (42:53.02).

Asta (finale) – La gara degli outsider la “vince” Valentino Arrigoni, un decatleta che vanta un PB da 5.00 e in questa occasione supera 4.60: poi è la volta di Alessandro Sinno e “Gino” Colella prendere possesso della pedana per giocarsi il titolo. Il californiano di ascendenti foggiani entra in scena a 4.90, il romano cerca di “sparigliare” la progressione provando i 5.00 e così si prosegue, alternando i tentativi. Il verdetto definitivo arriva a quota 5.35: Sinno OK, Colella – che fino ad allora era leader virtuale con 5.20 al primo tentativo – fa tre errori. Poi l’aviere, doppio figlio d’arte, prova i 5.45, senza esito: niente da fare quanto al minimo europeo per Amsterdam.  

3000st (finale) – Gli allori giovanili di Ahmed Abdelwahed rischiavano di restare imprese isolate: ed invece il romano di famiglia egiziana ha risalito la china con pazienza dopo essersi rivelato a 16 anni nei 2000st allievi di Firenze 2012 ed aver vinto l’anno dopo le Gymnasiadi a Brasilia. Oggi si è imposto in una finale che probabilmente non lo vedeva favorito, anche se al via non c’erano i migliori esponenti della categoria, i gemelli palermitani Zoghlami: e lo ha fatto con il nuovo PB (9:01.48) in una gara che ha visto protagonista anche il piemontese Italo Quazzola (9:04.12 per il quinto degli Europei juniores di Rieti 2013).

100m (finale) – Come già in mattinata, Simone Pettenati è l’unico sprinter che riesce a domare la brezza contraria: il suo 10.48 (con -2.2) è il solo “crono” veloce che si eleva oltre l’ordinaria amministrazione dei tricolori da assegnare nelle varie categorie. Se il modenese è nettamente avanti a tutti, i piazzati si danno battaglia sul filo dei millesimi: in due centesimi finiscono nell’ordine Lorenzo Bilotti (10.72), Luca Cassano (10.72) e Marco Gianantoni (10.73), tutti con titoli in bacheca nella loro carriera giovanile.

Giavellotto (finale) – Con i saltatori che fanno scintille, passano un po’ in sordina le spallate dei giavellottisti: e tuttavia il livello è apprezzabile nel complesso, anche se il campano Roberto Orlando (68.79) non riesce a ripetersi oltre i 70 metri del suo personale stabilito in stagione. Cresce invece il lombardo Matteo Masetti, 67.40 per il ragazzo della scuderia curata da Gian Maria Castaldi, mentre sfiora il PB l’altoatesino Andreas Zagler (66.09).

800m (batterie) – In questo primo turno si presentano tutti i nomi di vertice delle ultime stagioni giovanili: e dispiace che alla finale - per uno sfortunato ranking di ripescaggio - non acceda Emilio Perco, ritornato in gruppo dopo un periodo di incolpevole oscurità. Fatto sta che, al momento, in testa a tutti (1:52.48) c’è Lorenzo Pilati, il trentino allievo di Piero Endrizzi.

Peso (finale) – La supremazia nella categoria non è certo in discussione, vista la presenza in pedana di Sebastiano Bianchetti: quello che dà un po’ di pepe alla competizione tricolore è la presenza di un altro buon prospetto come Daniele Secci, ormai transitato nei “grandi” ma comunque ex medagliato agli Europei Juniores (Tallinn 2011), come il reatino a Eskilstuna 2015. Fatto sta che il finanziere romano, 18.69 fuori classifica, fa meglio dell’allievo di Paolo Dal Soglio: “Seba” si ferma al 18.62 del primo turno, poi forza la sua azione e finisce per litigare con la pedana mandando a referto una sequenza di nulli.

Lungo (finale) – Applausi a scena aperta per Marcell Jacobs: il poliziotto nato a El Paso scatena la tribuna con tre salti oltre gli otto metri e un solo difetto – il vento oltre il limite – che pesa soprattutto nel fantastico ultimo balzo: il tabellone dice 8.48, ma poi il display dell’anemometro rivela le altre cifre che contano, +2.8. Il che significa un primato italiano solo in senso metrico, ma non statistico, e appuntamento rinviato con il minimo olimpico (agli Assoluti di Rieti?) per il talento di Desenzano seguito ora stabilmente da Paolo Camossi. Resta così legittimamente nell’albo d’oro l’8.47 di Andrew Howe, come pure passano in secondo piano i salti dei piazzati: comunque di buon livello, con l’ex medagliato dei Mondiali allievi Stefano Braga a 7.67 pure ventoso (+2.8) e il protagonista della finale iridata juniores di Eugene, Harold Barruecos, che salta 7.55 (+3.0). Manca all’appello un altro degli specialisti più attesi, Filippo Randazzo (sul podio agli ultimi Europei juniores di Eskilstuna): il siciliano si ferma a 7.38 e abbandona dopo il quarto salto, misura cautelare a causa di un leggero risentimento.

400m (batterie) – La lista dei partenti si presenta piuttosto interessante– considerati soprattutto i progressi stagionali di Giuseppe Leonardi – ma per il momento registriamo un solo tempo sotto i 48” ed è il 47.92 del milanese Marco Lo Verme.

100m (batterie) – Vento contrario e scuola modenese sugli scudi anche qui, grazie a Simone Pettenati che è nettamente il più veloce (10.50 con -0.6). E comunque tutti i protagonisti delle ultime stagioni giovanili lasciano il segno: da Daniele Corsa a Roberto Rigali, da Marco Gianantoni a Lorenzo Bilotti e Luca Cassano. Dei recenti azzurri, mancano la finale Levi Mandji e Ferdinando Mulassano.

PROMESSE donne

5000m (finale) – Chissà se per Silvia Oggioni sarà stata la settimana più bella di sempre: pochi giorni fa la biondina di Besozzo, allenata da Silvano Danzi,h a vinto i 5000 ai Campionati del Mediterraneo U23 a Tunisi e oggi ha aggiunto il titolo tricolore sulla stessa distanza. Non è arrivato il personale, peraltro riscritto appunto in Tunisia, ma la gara di Bressanone è stata dominata dall’inizio alla fine (16:46.23, poi Federica Sugamiele, 17:09.01). Il bello è che questa ragazza non ha assolutamente voglia di puntare alle gare su strada e vede il suo futuro in pista, forse allungando progressivamente verso i 10000 metri.

Lungo (finale) – Finale in versione “stardust”, perché i salti sono lunghi e le protagoniste del duello tricolore – le due forestali Ottavia Cestonaro e Anastasia Angioi – grandi interpreti delle loro stagioni giovanili: gesta un po’ datate, nonostante le due ragazze siano ancora giovanissime (classe ’95 per entrambe), e che ora vediamo finalmente replicate sulla pedana di Bressanone. Come per Jacobs, le folate impediscono il pieno riconoscimento statistico, ma la soddisfazione rimane ed è tanta: “Otta” fa 6.57 (+3.3) e “Assia” 6.43 (+2.7, oltre ad un salto valido isolato a 6.16). Si riparte da qui.  

100m (finale) – Le volate di finale si concludono con un’altra folata fastidiosa, -3.9: e allora onore all’azzurra nata a Santo Domingo Johanelis Herrera, che aggiunge un’altra perla al suo curriculum tricolore, sia pure con un 12.17. In scia (12.27) la friulana di Fagagna Angelika Wegierska, polacca di nascita.

800m (batterie) – In questo avvio di stagione hanno dominato la scena la ritrovata Eleonora Vandi e la friulana originaria della Sierra Leone, Joyce Mattagliano (attiva anche nella stagione americana di College per la sua militanza a Kennesaw State). Il verdetto di oggi pomeriggio non smentisce le premesse: il miglior tempo è della Mattagliano (2:13.02), ma c’è da segnalare l’ingresso in finale della terza gemella Troiani, Serena, che si aggiunge alle sorelle specialiste del giro di pista. Domani al via anche Najla Aqdeir, la lombarda di origini libiche, che finora era più accreditata come specialista dei 400 con barriere.

Alto (finale) – E’ il pomeriggio dei saltatori e delle Fiamme Oro, all’impresa di Marcell Jacobs nel lungo, risponde dalla pedana dell’alto Desirée Rossit: 1.97 alla prima prova, miglior prestazione mondiale dell’anno, quinta azzurra all-time (dopo i nomi illustri di Di Martino, Simeoni, Bevilacqua e Trost) e seconda U.23 italiana di sempre (dopo l’1.98 di Alessia Trost, sua compagna di allenamento, ma ieri ancora al di sotto delle sue possibilità in quel di Oslo). la finale promesse aveva già i suoi motivi d’interesse dal punto di vista agonistico – presenti anche le altre protagoniste delle ultime stagioni giovanili, con Eleonora Omoregie seconda a 1.85 – ma un simile exploit difficilmente si poteva ipotizzare: anche se la ragazza seguita da Gianfranco Chessa aveva già firmato il minimo per Rio con l’1.94 di Namur. “Desi” non è nuova a questo tipo di progressioni inattese, se è vero che a 16 anni stupì tutti salendo in un colpo a 1.86 nel corso di un triangolare juniores indoor: stavolta ha saltato nell’ordine 1.75, 1.79, 1.85, 1.89 (qui l’unico errore), 1.94 e 1.97. I tre tentativi a 2.00, doverosi e voluti, in realtà sono andati in scena solo per la tribuna: la friulana era ormai scarica. Ma, forse, il meglio deve ancora arrivare.

100m (semifinali) – Continua l’impero del vento, che in questo caso favorisce abbastanza nettamente le partenti nella seconda batteria (“solo” -1.3 contro -4.3 della prima): e così in pole per la finale c’è Johanelis Herrera con 12.11, con un netto miglioramento rispetto alla volata mattutina.

400m (batterie) – Le liste autorizzano qualche ambizione di inserimento nei piani alti della lista assoluta: ma per ora non si fa meglio di 54.92 di Lucia Pasquale – nell’occasione priva del tradizionale confronto diretto con Ylenia Vitale – mentre “Raffaella” Lukudo non si spreme più di tanto. Nelle otto corsie di finale anche due delle tre gemelle Troiani, Virginia e Alexandra.

Giavellotto (finale) – Qualche problema di gestione tecnica anche qui, ma le gerarchie vengono rispettate: almeno per la bellunese Paola Padovan, che aggiunge un’altra maglia tricolore alla sua collezione di titoli giovanili iniziati già nella categoria cadette. Nessun brivido sul piano delle misure: 47.91 all’ultimo turno, per respingere l’assalto di Chiara Bergia (42.35), la più accreditata delle gemelle trentine in forza proprio al sodalizio locale, SSV Bressanone. 

100m (batterie) – La brezza non aiuta, nessuna va sotto i 12”: Carol Zangobbo, dopo un buon passato da lunghista, si riscopre sempre più sprinter competitiva: è sua la miglior cifra del primo turno, 12.08 (-2.2). In semifinale non ci sarà invece Chiara Torrisi, finalista agli Europei juniores di Eskilstuna.  


Marcell Jacobs (foto Colombo/FIDAL)


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