Inglese 31:42.02 sui 10.000 di Palo Alto

02 Maggio 2016

Record personale, quarta italiana di sempre e standard di iscrizione per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro

Splendida prestazione dell’azzurra Veronica Inglese sui 10.000 metri al Payton Jordan Invitational di Palo Alto, in California (USA). La 25enne dell’Esercito corre in 31:42.02 per migliorare nettamente il record personale, di oltre 40 secondi, ma il risultato vale anche lo standard di iscrizione per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro (32:15.00) e il quarto posto nelle graduatorie italiane di sempre. Una gara chiusa in nona posizione, con la vittoria alla keniana Irene Cheptai in 31:15.38, però la mezzofondista di Barletta riesce ad essere protagonista e in alcuni tratti va al comando del gruppo che insegue il quartetto di testa, poi ridotto a tre atlete. Soprattutto, una prova condotta su ritmi piuttosto regolari fin dall’inizio, con un parziale di 15:52 nella prima metà, e completata con il notevole progresso rispetto al suo precedente personal best di 32:25.76 ottenuto a Ferrara due anni fa, in occasione del successo nella rassegna tricolore. Era da quasi 16 anni che un’italiana non si esprimeva su questi tempi nella distanza, da quando Maura Viceconte realizzò il primato nazionale di 31:05.57 (il 5 agosto 2000 a Heusden, in Belgio) davanti a Silvia Sommaggio (31:24.12), invece al terzo posto nella lista all time c’è Maria Guida con 31:27.82.

IL RACCONTO - Nell’impianto della Stanford University, durante il secondo chilometro del meeting californiano, prendono vantaggio in quattro: la giapponese Ayuko Suzuki, le keniane Irene Cheptai e Caroline Chepkoech, l’etiope Buze Diriba. Alle loro spalle si fa notare Veronica Inglese, dapprima insieme alle nipponiche Miyuki Uehara e Hanami Sekine, quindi nella fase centrale anche con la francese Clémence Calvin e la statunitense Jordan Hasay. Il distacco fra i due gruppi, ai 5000 metri, è di circa 12 secondi ma al settimo chilometro Diriba perde terreno. Tra le inseguitrici, l’azzurra - che in questa stagione è stata la migliore europea ai Mondiali di mezza maratona piazzandosi sedicesima - dimostra di essere in grado di correre su queste andature, perché guida il plotone che raggiunge l’etiope. Nell’ultimo chilometro più di un’atleta riesce a imprimere un’accelerazione nella lotta per il quarto posto, che premia Marielle Hall (USA) in 31:37.45 sulla norvegese Karoline Bjerkeli Grovdal (31:37.91), mentre Cheptai si afferma nei confronti di Chepkoech (31:16.38) e Suzuki (31:18.16). Questi i passaggi di Veronica Inglese: 6:17.83 (2000m), 12:38.62 (4000m), 19:05.85 (6000m), 25:28.74 (8000m).

INGLESE: “UNA GIOIA GRANDE” - “Quanto l’ho aspettato quel 31 in prima cifra! - racconta la 25enne pugliese a fine gara - Al traguardo ero lì in attesa di vederlo materializzarsi sul display e quando è successo, dopo attimi che non sembravano finire più, è stato fantastico! Ero venuta a Stanford con l’obiettivo del minimo olimpico e averlo centrato è una gioia grande. Qui le condizioni sono ideali per l’ambiente e per il livello delle avversarie che ho trovato in pista: un’occasione del genere non si poteva assolutamente sprecare. E’ stata una bella gara anche se dopo un paio di chilometri si è spezzata in due. Io mi sono così ritrovata a tirare il secondo gruppo alternandomi con le giapponesi Uehara e Sekine, due atlete agguerrite che mi hanno fatto sempre sentire il loro fiato sul collo. Un bello stimolo per me. In fondo mi è mancato forse uno spunto più incisivo nella volata, ma ci stiamo lavorando. Mi alleno tra le strade della mia Barletta, la pista di Bisceglie, il centro sportivo dell’Esercito a Roma e i raduni federali. Prossime tappe del mio 2016 gli Europei di Amsterdam e Rio, ma il progetto su cui sto lavorando spero che mi porterà presto su una strada ancora più lunga, quella della maratona. L’anno prossimo penso di esordire sui 42,195 chilometri”.

“Il percorso che sta facendo Veronica - le parole del DTO Massimo Magnani che ha seguito personalmente gli azzurri in gara a Stanford - è al centro di un progetto federale in cui la Direzione Tecnica FIDAL programma e verifica in stretta sinergia con la società (l’Esercito, ndr) dell’atleta. Il team di lavoro è allargato anche a Michele Inglese, il papà di Veronica che la assiste negli allenamenti a casa”.

l.c. - a.g.

RISULTATI/Results

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