Vince sempre Iapichino: 6,95 a Montecarlo

21 Luglio 2023

Terzo successo su tre per Larissa nella Diamond League 2023, all’ultimo salto batte Davis (6,88) e Vuleta (6,86). Sibilio e Crippa ritirati, Carraro 13.28, triplete Kipyegon al primato del mondo nel miglio

di Nazareno Orlandi

Eccezionale Larissa Iapichino, ancora a un passo dai sette metri, imbattibile nella Diamond League 2023: la terza vittoria su tre arriva nel lungo di Montecarlo con un superlativo salto finale a 6,95 (+0.3), misura con la quale supera in extremis la statunitense Tara Davis (6,88/+0.2) e la serba Ivana Vuleta (6,86/0.0) a un mese dai Mondiali di Budapest. La saltatrice azzurra delle Fiamme Gialle piazza una serie tutta in crescita, salto dopo salto, misura dopo misura: 6,62 al primo, poi un nullo, quindi 6,72, 6,74, 6,81 e infine il 6,95 che migliora di due centimetri il primato personale all’aperto siglato domenica scorsa in occasione dell’oro agli Europei U23 di Espoo (6,93) e a soli due centimetri dal primato al coperto che a Istanbul in marzo le ha dato l’argento agli Europei indoor (6,97). Tre su tre: il trionfo al Meeting Herculis dopo quelli del Golden Gala di Firenze e del Bauhaus-Galan di Stoccolma, un messaggio chiarissimo al mondo, a poche settimane dalla rassegna iridata al via il 19 agosto, giornata delle qualificazioni del lungo, alla vigilia della finale del 20 agosto.

LARISSA: “UNA BAMBINA CHE NON RIESCE A CREDERCI” - “È un momento bellissimo e cerco di godermelo al massimo, pur consapevole che potrebbe non durare per sempre e che ci saranno alti e bassi - le parole di Larissa Iapichino, 21 anni compiuti martedì - ma fa tutto parte del percorso. Spero di continuare a vivermi l’atletica così, con tranquillità: da una parte mi sto abituando a calcare queste pedane, dall’altra mi sento una bambina che ancora non riesce a credere di aver vinto tre tappe consecutive di Diamond League. Oggi, senza mio papà-coach Gianni rimasto a casa, ho costruito la gara passo dopo passo ed è stata un’esperienza nuova. Manca un mesetto ai Mondiali, non ci sono favorite nella mia specialità e voglio arrivarci nel miglior modo possibile”. Uno sguardo alle altre, proprio in prospettiva mondiale: quarta la francese Hilary Kpatcha con 6,77 (-1.1), quinta la spagnola Fatima Diame (6,74/-0.6), poi, tra le altre, ottava la nigeriana argento mondiale e bronzo olimpico Ese Brume (6,67/0.0), decima la venezuelana primatista del mondo del triplo Yulimar Rojas (6,61/-0.6), undicesima la britannica campionessa d’Europa indoor Jazmin Sawyers (6,59/+0.5).

STOP SIBILIO - Cosa sia accaduto nei 400hs lo racconta uno sconsolato Alessandro Sibilio, ritirato nella gara di un devastante Karsten Warholm, record della Diamond League con 46.51 per il norvegese: “A malincuore temo che un’altra stagione sia andata - il commento dell’azzurro delle Fiamme Gialle - dopo grandi quattro ostacoli ho sentito fastidio alla coscia sinistra, nello stesso punto dell’infortunio dello scorso anno. Mi resta ancora quella percentuale di speranza ma noi atleti lo avvertiamo quando è qualcosa di importante. E io ho sentito un dolore forte scendendo dal quarto ostacolo. Il destino sta giocando contro di me da due anni a questa parte. Mi dispiace davvero tanto perché avevo sentito tanti tifosi italiani urlare il mio nome allo stadio Louis II”. Già domani, al rientro in Italia, si sottoporrà ad accertamenti per una diagnosi approfondita. Intanto è da impazzire la prova di Warholm (quarto tempo di ogni epoca dopo il suo 45.94 di Tokyo, il 46.17 di Rai Benjamin alle Olimpiadi e il 46.29 di Dos Santos a Eugene 2022). Lo stesso Alison Dos Santos, brasiliano, debutta con 47.66 e precede lo statunitense Cj Allen (47.84).

CRIPPA FUORI, EMOZIONE CARRARO - Serata ‘no’ per Yeman Crippa (Fiamme Oro) ritirato nei 5000 metri che offrono la tripletta etiope di Hagos Gebrhiwet (12:42.18), Berihu Aregawi (12:42.58) e Telahun Bekele (12:42.70), seguiti dallo spagnolo Mohamed Katir che con 12:45.01 sfila a Jakob Ingebrigtsen il record europeo stabilito dal norvegese al Golden Gala di Firenze nel 2021 (12:48.45). “Ho sentito fastidi vari e non aveva più senso continuare. Ora torniamo ad allenarci in vista dei Mondiali e cerchiamo di capire cosa stia accadendo”, le parole di Crippa. Che emozione per Elena Carraro (Atl. Brescia 1950) al debutto assoluto in Diamond League, ottava con 13.28 (+0.6) nei 100hs, pur lontana dai suoi migliori crono stagionali (12.89) ma felicissima di aver esordito in un contesto così lussuoso come quello del 12.30 di Nia Ali (Usa), miglior tempo mondiale dell’anno, un centesimo più veloce dell’altra statunitense Kendra Harrison seconda con 12.31: “È il mio quinto 100hs in una settima - ricorda la bresciana, con riferimento ai tre turni degli Euro U23 conclusi con l’argento, e alla gara di ieri a Lucerna (13.00) - ho colpito tanti ostacoli ma non mi sembra vero di aver gareggiato qui”.

IMMENSA KIPYEGON 4:07.64 - Finiti gli aggettivi, bisognerebbe coniare neologismi per raccontare la siderale impresa di Faith Kipyegon, entusiasmante primatista mondiale dei 1500, dei 5000 e da stasera anche del miglio. La keniana aggiunge elementi a supporto di chi la considera già la più grande mezzofondista di tutti i tempi: il 4:07.64 è un crono mostruoso che sposta di quasi cinque secondi i limiti umani, fissati dall’olandese Sifan Hassan a 4:12.33 nel 2019 sempre sulla pista monegasca. Le ‘pacer’ Kristie Schoffield (Usa) e Winnie Nanyondo (Uganda) la pilotano a 1:01.76 nel primo giro e 2:04.10 nel secondo, dopodiché inizia lo spettacolo della fenomenale 29enne keniana, mamma della piccola Alyn. Guardarla correre è un piacere per gli occhi: 3:06.66 ai 1200, sessantuno secondi scarsi per completare gli ultimi 409 metri. Il vuoto, tra lei e le avversarie: 4:14.58 per l’irlandese Ciara Mageean. Non più Faith, chiamatela leggenda.

DUPLANTIS SCONFITTO - La notizia, se ce n’è una, è la sconfitta dello svedese Mondo Duplantis, finito addirittura fuori dal podio nell’asta: quarto, con 5,72 a bersaglio, due errori a 5,92 e uno a 6,02. Ne approfitta lo statunitense Chris Nielsen che agguanta la prima posizione con 5,92. Si continua a non strafare nei 100 metri: Ferdinand Omanyala (Kenya) si impone in 9.92 (+0.6) nel derby d’Africa con il botswano Letsile Tebogo (9.93). World lead per il keniano Wyclife Kinyamal (1:43.22) negli 800 metri con sei atleti sotto l’1:44. Kenya anche nei 3000 siepi con il ventenne Simon Kiprop Koech (8:04.19). Nell’alto la vittoria è dell’australiana Nicola Olyslagers (1,99), tre centimetri più su delle ucraine Iryna Gerashchenko e Yaroslava Mahuchikh (1,96). Out dai 400 metri la padrona degli ostacoli Sydney McLaughlin-Levrone (fastidio al ginocchio), via libera per la polacca Natalia Kaczmarek con 49.63. Sotto i 22 secondi nei 200 metri la giamaicana Shericka Jackson (21.86/+0.2). Triplo per Hugues Fabrice Zango (Burkina Faso, 17,70/-0.4) all’ultimo salto sul giamaicano del 2005 Jaydon Hibbert (17,66/+1.7), giavellotto per il ceco Jakub Vadlejch (85,95). Neanche due giorni e sarà di nuovo Diamond League: Londra, domenica pomeriggio, con gli azzurri Nadia Battocletti (5000), Leonardo Fabbri (peso) e Roberta Bruni (asta).

U16 RECORD - Nelle gare giovanili del pre-meeting, il cadetto Gabriele Ferrara corre i 1000 metri in 2:29.31 e batte dopo 26 anni la migliore prestazione italiana U16 di Cosimo Caliandro (2:29.7 nel 1997). È il secondo primato in una settimana per Ferrara, quindici anni, portacolori dell’Atletica 2000 Bordighera, dopo essersi appropriato anche della MPI U16 dei 1500 metri con 3:57.45 a Sanremo, superando il recente 3:58.33 di Alessandro Santangelo.

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