Vigilia mondiale per Di Martino e Donato



Tra poco toccherà anche a loro. Entrambi arrivano a Daegu con al collo le belle medaglie degli Europei indoor di Parigi: l'oro dell'alto per Antonietta Di Martino e l'argento del triplo per Fabrizio Donato. Proprio quest'inverno hanno anche riscritto i record italiani assoluti in sala delle rispettive specialità: 2,04 per la Di Martino, 17,73 per Donato. Alla vigilia dell'evento iridato i saltatori delle Fiamme Gialle hanno incontrato oggi la stampa a Casa Italia Atletica. Nelle parole dei due big azzurri lo stato d'animo e le speranze con le quali si preparano a vivere la loro avventura mondiale.     

Antonietta Di Martino (Alto, qualificazione giovedì 1 settembre ore 3.45, ev. finale sabato 3 settembre ore 12) - “L’infortunio a fine maggio mi ha condizionato fortemente la preparazione a giugno e luglio. A Malaga ho fatto due metri ma praticamente in quei due mesi non ho potuto saltare. Solo il giorno della gara capirò realmente il mio stato di forma. Anche se in Spagna ho acquisito sicurezza, la mia unica preoccupazione è che ho fatto solamente una gara, prima di questa manifestazione importante. Non mi era mai capitato, però sono fiduciosa. Del resto fino a maggio avevo lavorato bene e quindi ho tutta la preparazione invernale nelle gambe. Non mi sento la responsabilità di una medaglia, non voglio pensare al metallo vinto ai mondiali di Osaka,  e neanche al fatto che ci sono grosse aspettative su di me: vado per la mi strada. Ho vissuto tante volte l’esperienza che sta vivendo la Vlasic, ho imparato a convivere con gli infortuni. Per ora andrò in pedana per qualificarmi, poi penseremo alla finale. Da quello che ho visto mi sembra una pedana molto veloce, bisogna correre per saltare e salire, ma come al solito devo provarla personalmente. Qui non è come ad Osaka: allora avevo una tendinite e comunque gli ultimi due mesi sono riuscita ad allenarmi, stavolta ho avuto una distorsione all’alluce, lunga e molto dolorosa che mi ha condizionato molto. Per me la favorita è la Chicherova. Ha saltato 2.07 in Russia e lei è una che in genere ripete nel mondo quello che riesce a fare a casa. Atletica italiana in crisi? Non credo, almeno per quanto riguarda il mio settore dove ci sono diverse giovani molto promettenti come la Vallortigara e la Trost senza naturalmente dimenticare la Lamera e le altre. Piuttosto manca la generazione di mezzo. Io mi sento da quest’altra parte, loro sono giovani, c’è un buco nella fascia centrale”.

Fabrizio Donato (Triplo, qualificazione venerdi 2 settembre ore 3.30, ev. finale domenica 4 settembre ore 12.05) - “Tutto funziona per il meglio e sono sereno. Ho fatto il mio percorso per arrivare fin qui, una preparazione lunga e faticosa. Abbiamo sacrificato la prima parte della stagione nella quale ho gareggiato un po’ carico. Dopo i campionati italiani ho lavorato duro, adesso speriamo di raccogliere i frutti. Non ho notato nulla di strano nelle pedane, ho visto che alcuni atleti hanno ottenuto buone misure ma ancora non ho parlato con Simona La Mantia per capire le sue sensazioni. Assente il francese Tamgho penso che il favorito sia il britannico Idowu, ma ci sono anche altri atleti che possono dire la loro e tra questi anche due italiani: non dimentichiamoci di Schembri. Atletica italiana in crisi? Direi che per quanto riguarda il triplo c’è un grande fermento ma in generale il settore salti gode di un buono stato di salute”.

Giovanni Esposito

Nella foto in alto, Antonietta Di Martino; sotto Fabrizio Donato (Giancarlo Colombo/FIDAL)

 




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