Una storia al giorno

15 Novembre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

15 novembre. Si è sempre detto – e i fatti lo confermano – che Eugene, Oregon, sia uno degli Eden del mezzofondo ma è anche un fatto solido che la città sulla costa occidentale degli Stati Uniti abbia dato i natali (giusto 63 anni fa) a quello che può essere considerato, oltre che uno dei più grandi discoboli dell’evo moderno, anche uno dei più completi lanciatori di attrezzi vari, un all-arouder, dicono gli americani. Uno buono per tutte le pedane, diciamo noi, molto più alla buona.

A questo punto, per inquadrare Mac Wilkins, non c’è di meglio che snocciolare i record personali. 21,06 nel peso, 63,65 nel martello (ci si dedicò poco…), 78,43 nel giavellotto (proprio in questa specialità aveva iniziato) e 70,98 nel disco, la dimensione che l’avrebbe proiettato nella galleria dei memorabili. Se era toccato a Eric Krenz violare i 50 metri e a Jay Silvester trovare il passaggio a nordovest al di là dei 60, fu a interpretare il ruolo di primo incursore oltre i 70.

L’anno è il ’76, i giorni sono quelli dell’avvicinamento ai Giochi di Montreal, i luoghi quelli più amati dai discoboli californiani o che da quelle parti si sono radicati: la brezza più o meno sostenta non manca mai. Il 24 aprile, a Walnut (Mount St Antonio Relays), Mac spara a 69,18, aggiungendo quattro pollici, dieci centimetri al limite, vecchio neppure un anno, di John Powell con cui non ebbe mai un rapporto cordiale. Singolare il numero dei partecipanti (24 valgono un punto esclamativo) tra cui il norvegese Knut Hjeltnes, il figlio di Fortune Gordien, Jay Silvester e Raffaele “Ralph” Fruguglietti. La gara, lunghissima, fu scandita dalle botte di Wilkins: 68,76 al secondo, record del mondo al terzo e altri due atterraggi del disco volante a 67 e mezzo.

Una settimana dopo, a San José, altra gara frequentata, ma non così fiume: dodici in pedana, anche Powell. Mac apre con 69,80, record del mondo, prosegue con 70,24, record del mondo e colonne d’Ercole superate e, non ancora non pago, si spinge a 70,86 che per la gioia degli spettatori viene annunciato come 232 piedi e 6 pollici. La misurazione avviene comunque anche con una rotella metrica.

Il 25 luglio vince senza grandi patemi l’oro olimpico piazzando il lancio buono (67,50) al secondo turno. In qualificazione si era spinto oltre i 68. A molti, in America, non piacque il fraternizzare di Mac, barbuto e capelluto, con chi era finito alle sue spalle, il bel Wolfgang Schmidt, il Ddr che due anni dopo gli tolse il record mondiale e che conobbe il carcere della Repubblica Democratica Tedesca per comportamenti antisociali. I fatti dimostrarono insomma che Wilkins non era amico di un comunista.

Persi i Giochi di Mosca, il 33enne Mac riprovò a Los Angeles privati di Delis e Bugar, odorò il bis ma fu fregato per 30 centimetri dal gigantesco tedesco ovest Rolf Danneberg, uno di quei sovvertitori di pronostici che fanno la fortuna di chi ha il coraggio di scommettere su di loro.     

Giorgio Cimbrico

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