Una storia al giorno

30 Ottobre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

30 ottobre. Da sei anni, a Connelsville, Pennsylvania, in questo giorno viene onorata la memoria di John Woodruff, il papà gambalunga dell’atletica americana, la medaglia d’oro degli 800 berlinesi, ma anche qualcosa di più: quando riuscì a trovare posto nell’Università di Pittsburgh, dove si laureò in sociologia, gli studenti bianchi erano 12.000, quelli neri 12. John era uno di loro.

Strano non abbia scelto il basket: sottile e con gambe smisurate, toccava gli 1,91. Nel ’36 aveva ventun anni e ai campionati dell’associazione atletica cominciò la sua scalata finendo secondo. Ai Trials per Berlino andò anche meglio: vinse e soprattutto causò la grande sorpresa correndo in batteria in 1’49”9: il record mondiale del britannico Tom Hampson, che risaliva alla finale olimpica del ’32, era 1’49”8. Inutile condire con punti esclamativi.

Fu con queste credenziali che andò ai Giochi per diventare l’interprete di una delle più emozionanti contese sul mezzo miglio. Le ostilità furono aperte dal canadese Phil Edwards, alla terza partecipazione olimpica, un coraggioso che sapeva spaziare sino ai 1500 ma che diede anche una sostanziosa mano alla 4x400 del suo paese. Poco prima dei 300 Woodruff si accorse di essere imbottigliato e così, davanti allo stupore dei 100.000 dell’Olympiastadion, mise in scena un gesto unico: si fermò per ripartire e trovar spazio per liberare quello che gli americani, esagerando, chiamavano passo da dieci piedi, tre metri e qualche centimetro. “Niente panico, mi dissi. Ragiona e fai la cosa migliore”.

Alla campana era già in testa, ma la gara non era ancora decisa: la seconda parte fu tutta all’insegna di Mario Lanzi che giunse non lontano dall’aggancio, svanito sotto il mulinare di John che vinse per quattro decimi e con un distacco valutato sotto i due metri: 1’52”9 a 1’53”3. Terzo finì Edwards che conquistò la sua quinta medaglia di bronzo firmando un’impresa singolare.

Tutto questo porta a una riflessione che non vuol esser partigiana: Lanzi, che Gianni Brera definì di pura razza ligure, non fu fortunato. Trovò sulla sua strada l’americano nel culmine della sua breve carriera e di lì a poco avrebbe incrociato il suo cammino con Rudolf Harbig di cui tra qualche giorno parleremo più diffusamente. Quanto a Woodruff, non era presente a Stoccolma quando subito dopo i Giochi Glenn Cunningham portò il record mondiale a 1’49”7. Negli anni seguenti si limitò a qualche successo in ambito Usa, si laureò, ottenne un master a New York, si arruolò dopo Pearl Harbour e, attraverso seconda guerra mondiale e guerra di Corea, rimase in servizio sino al ’57, congedato con il grado di tenente colonnello, fatto non frequente al tempo per quello che oggi viene chiamato un afro-americano. Errabondo come molti statunitensi, è sepolto a Indianapolis ma in Pennsylavnia non l’hanno dimenticato e oggi la comunità corre tre miglia per ricordarlo.

Giorgio Cimbrico



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