Una storia al giorno

10 Ottobre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

10 ottobre. Chissà se dopo molti anni Luis Mariano Delis Fournier, cubano dai pettorali degno di Jane Mainsfield, pensa ancora a quel pomeriggio moscovita in cui, secondo attendibili testimonianze, subì una fregatura a cinque cerchi. La storia può tornare in superficie oggi, 63° anniversario della nascita di Viktor Ivanovic Rashchupkin, il sovietico dall’aspetto placido, più simile a un grosso bottegaio che a un calligrafico discobolo, che tornò negli Urali con uno dei risultati più clamorosi dell’Olimpiade mutilata, quella datata 1980 che aveva come mascotte l’orsetto Micha.

L’assenza degli americani Mac Wilkins, John Powell e Ben Plucknett e del norvegese Knut Hjeltnes lasciavano al tedesco est Wolfgang Schmidt, un Robert Redford XXL, quasi interi i favori del pronostico ma il bel Wolfi, che avrebbe avuto noie ideologiche con il suo paese conoscendo anche una lunga sparizione che faceva rima con galera, arrivò ai Giochi con noie a un piede che ne limitarono l’efficienza. A quel punto, il pretendente sembrava l’erede del boemo Ludwig Danek, lo slovacco Imrich Bugar che al quarto turno venne scavalcato da Rashchupkin che, con 66,64, ritoccò il record personale di una sessantina di centimetri.  Delis, che con 66,32 tallonava a una corta incollatura, lasciò partire all’ultima prova a disposizione una bella parabola. I giudici accorsero e piantarono il picchetto, pollice più pollice meno, trenta centimetri più indietro. Dei tre sovietici in gara Rashchupkin era di gran lunga il meno noto e la sua irruzione sulla ribalta iniziò e finì lì. L’anno dopo, alla Coppa del Mondo di Roma, qualcuno domandò a Delis che opinione avesse su quanto era successo. “Quel giorno Rashchupkin lanciava lungo. Avete capito?”, rispose con un sorriso allusivo. Tutto sommato, stava parlando di un paese amico e alleato.  

A Mosca l’Urss ottenne il poker nei lanci. Aveva iniziato il 27 luglio il lettone Dainis Kula nel giavellotto (dopo due nulli, il terzo lancio, piatto, venne benignamente giudicato buono aprendo la strada delle prove finali al biondone), aveva proseguito il 28 Rashchupkin e il 30 l’ucraino Vladimir Kiselyev, unico a centrare il record personale con 21,35 e cinque anni dopo vicino alla morte per accentuato uso di testosterone. Il 31 luglio, nessuna ombra sul quarto asso, calato con il record del mondo portato a 81,80 da Yuri Sedykh, l’uomo dai tre giri che demolivano. 

Giorgio Cimbrico



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