Una storia al giorno

04 Ottobre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

4 ottobre. Oggi è San Francesco, e così, visto che è il patrono d’Italia, non rimane che cominciare con i nostri: Franco Arese, che quando vinse gli euro 1500 a Helsinki ’71 sembrava proprio un santo, magro, barbuto, ascetico, con braccia lunghe e scheletriche e abile a trovar alleanze tra i britannici per domare il crudele finale del polacco Henrik Szordikowski, e che seppe spaziare, in un’avventura da all arounder, dagli 800 ai 10000 dando scosse forti o telluriche ai primati italiani; Francesco Panetta, uno degli ultimi bianchi capace di fare il colpo grosso sulle siepi e di entrare nella galleria dei cavallereschi, quando andò a sorreggere un incespicato Alessandro Lambruschini; Franco Fava, che ha praticato e continua a praticare l’arte del giramondo, prima correndo e poi scrivendo, sempre puntando su nuove frontiere e collezionando prestazioni, dai 3000 con e senza siepi, alla maratona  che oggi farebbero molto comodo a un commissario tecnico in fase di convocazioni per appuntamenti importanti.

Auguri estesi nel mondo e nelle profondità del tempo, prendendo il via con la mamma volante per eccellenza perché Fannie Blankers Koen, regina orange, all’anagrafe risultava come Francina, e con l’avvocato Frank Shorter, uno dei simboli della nuova società della corsa che si affermò negli anni Settanta, molto vicino a fare il doppio colpo olimpico nella maratona.

Francesco si può declinare in molti modi: in ungherese suona Ferenc, come Paragi, che nell’80 portò il mondiale di giavellotto a 96,72. In inglese è Francis, come “Daley” Thompson, il mattacchione che deliziò noi e il pubblico con le sue magliette ironiche, con le sue battute feroci e che negli anni Ottanta fece saltare il banco del decathlon: due titoli olimpici, due mondiali e uno europeo sono una collezione che pochi possono mettere sul piatto del giudizio. In finlandese Francesco è Frans, come Porhola, che fu oro olimpico nel peso nel 1920, e in tedesco, al femminile è Franka, come Dietzsch, la biondona tre volte campionessa mondiale di disco. In francese, è Francoise, come Mbango Etone, la robustona che in tempi in cui era facile vedere le ragazze rimbalzare oltre i 15 metri, conquistò per il Camerun il titolo del triplo ad Atene 2004.

Per finire, qualche altro Frank: Jones che in 11”0 divenne campione olimpico nell’interminabile baraccone di Parigii 1900: Foss, che unì titolo a cinque cerchi al record mondiale di asta (4,09( nel 1920, e Loomis, che sempre ad Anversa conquistò i 400hs. Francamente, una ricerca veloce che ha prodotto una discreta passerella. Per san Luigi, san Giacomo, san Giorgio, faremo meglio.

Giorgio Cimbrico



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