Un giorno, un'impresa

29 Aprile 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

29 aprile. Nel ’47, a Wichita, Kansas, nasce Jim Ryun, l’uomo che provò sulla sua pelle la spietata crudeltà dei sorridenti africani e la differenza che passa tra chi è nato nella prateria e sull’altopiano. A Mexico ’68  Jim si presentò carico di corone: primatista del mondo delle 880 yards (1’44”9), dei 1500 (3’33”1), del miglio, portato a 3’51”3 e poi a 3’51”1. Aveva 21 anni e ancor oggi viene giudicato il miglior atleta prodotto dalle high school americane, davanti a Tiger Woods, a Lebron James e a Lew Alcindor, più noto come Karim Abdul Jabbar.

Soprattutto il record sui 1500 aveva destato sensazione: Ryun lo aveva centrato un anno prima, a Los Angeles, in un match tra Usa e Commonwealth, correndo in un fragoroso 3’33”1 che cancellava un limite monumentale, il 3’35”6 di Herb Elliott nella finale di Roma ’60. Quell’8 luglio ’67, al Coliseum, Jim seppe offrire un finale sensazionale (53”3 dalla campana all’arrivo) rifilando quattro secondi abbondanti a Kip Keino che ebbe a disposizione un anno abbondante per pianificare rivincita e vendetta. In realtà, in Messico il kenyano che stava per diventare King si avvicinò alla sfida battendo sentieri ambiziosi e pazzeschi: corse i 10000 e si ritirò per crampi allo stomaco a poco più di un chilometro alla fine; sfiorò il successo nei 5000 (argento a due decimi dal tunisino Mohammed Gammoudi) e finalmente fece focus sul faccia a faccia con Ryun.

Kip poteva contare su Ben Jipcho, che non è possibile etichettare gregario e che in ogni caso fu spedito a far ritmo infernale: 56”0 ai 400. “Avevo calcolato che a quell’altezza un tempo attorno ai 3’37” sarebbe stato sufficiente per vincere”, confessò Ryun e in effetti corse in 3’37”8 assorbendo e staccando i tedeschi Tummler e Norpoth. Ma Keino era davanti, terribilmente davanti, e malgrado il violento 1’55”3 al mezzo miglio, non dava segni di cedimento. La foto, diventata storica come tante altre immagini di quel ’68 rivoluzionario, offre il kenyano nei pressi del filo che avrebbe passato in 3’34”9, record olimpico firmato a 2200 metri di quota, più o meno l’altitudine dove Kip era nato e cresciuto. Ryun, con il capo leggermente reclinato, è ad un abisso.

Keino, che a Monaco ’72 avrebbe conquistato un estemporaneo oro nelle siepi siepi e sfiorato il bis nei 1500 in fondo a un indimenticabile testa a testa con Pekka Vasala, è diventato un farmer attorniato da una nidiata di figli suoi e adottati; il repubblicano Ryun ha rappresentato il Kansas a Washington per undici anni.

Giorgio Cimbrico



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