Un giorno, un'impresa

03 Aprile 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

3 aprile. E’ in questo giorno della primavera del 1896 che vede la luce il primo numero della Gazzetta dello Sport che, in questi 117 anni, all’atletica, a occhio, deve aver dedicato un colonnaggio lungo quanto un giro della terra. Prime pagine che hanno fatto storia, epoca e epica: una per tutte quella dedicata alla vittoria di Adolfo Consolini a Londra 1948, una fluviale corrispondenza di un non ancor trentenne Gianni Brera che, come si dice in gergo, “girava dentro” per centinaia di righe. Cronaca ineccepibile, minuziosa, e colpi d’ala come il Gran Lombardo sapeva fare. L’amore per l’atletica ha caratterizzato i vertici, è stata una costante di chi, generazione dopo generazione, ha retto la rubrica negli anni in cui la Rosea era un Internet cartaceo, pubblicando risultati da ogni parte d’Italia, da ogni angolo del mondo. Era il nutrimento mattutino, era l’argomento di discussione al campo, nella sede della società, nelle trasferte. Merlo, Narducci, Molinaro, Buongiovanni sono gli eredi di una tradizione che va avanti dai tempi della battaglia di Adua. Con il supporto, che pesca nel tempo profondo, del gentleman fiorentino Roberto Luigi Quercetani, statistico e storico, e con l’amore infinito di chi rimase al timone per quasi un ventennio: Candido Cannavò teneva come carissima una foto che ritraeva un giovanottino magro come un’acciuga che correva i 5000 con la maglia del Cus Catania. Lui.

Giorgio Cimbrico



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