Un giorno, un'impresa

25 Marzo 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

25 marzo. E’ il 2004 e nella piana di Olimpia, grazie al sole e un sistema di specchi ustori degno di Archimede, le sacerdotesse dai candidi manti accendono il sacro fuoco che inizia il lungo viaggio verso una città non molto lontana: Atene. Quando la torcia è ormai nei pressi della metropoli in fremente e non c’è più dubbio sul nome di colui che accenderà il tripode olimpico (o calderone, come lo chiamano gli inglesi), Kostas Kenteris, autore di un Grande Slam sui 200, iniziato a Sydney 2000 e proseguito ai Mondiali di Edmonton 2001 e agli Europei di Monaco di Baviera 2002 (19”85 con temperatura rigida e sotto pioggia battente), scompare per riapparire come degente di un ospedale militare l’accesso al quale è severamente interdetto gli operatori della comunicazione che nei pressi si affollano. In compagnia di Yekaterini Thanou, è stato vittima di un incidente di moto, dopo una visita al loro allenatore. Quelli che pensano male sostengono che si tratti dell’ennesima latitanza di fronte a una visita dei commissari dell’antidoping. Kostas non verrà più visto in pista, la Yekaterini tornerà, vincendo tra i fischi, i 60 agli Euroindoor del 2007. Nel 2011 una corte greca stabilirà che l‘incidente stradale non è mai avvenuto.

Giorgio Cimbrico



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