Uguagliati, "A Stoccolma bene i giovani"



L'Europeo per Nazioni 2011, andato in scena tra i rossi mattoni dello Stadio Olimpico di Stoccolma, va in archivio con poche note da mandare a memoria. L'ottavo posto della squadra azzurra non è certo un successo pirotecnico (lo scorso anno a Bergen l'Italia fu settima), ma, visto come si erano messe le cose sul finire della prima giornata (nono posto parziale, in piena zona allarme), e considerate le pesanti assenze della vigilia, si può guardare al risultato con - molto - moderata soddisfazione. "Con i se e con i ma non si fanno i risultati - dice Francesco Uguagliati, il DT delle squadre nazionali -. A mente fredda, però, credo sia chiaro che le inattese controprestazioni collezionate in due giorni, sommate alle dolorose lacune di formazione, ci abbiano privato di un sesto settimo posto alla portata".

Poco da dire sul fronte squadra. A livello individuale, quali spunti positivi?

"Ci sono diverse cose che hanno funzionato bene. A cominciare dal rendimento dei giovani, che hanno dimostrato tutti una confortante sicurezza in gara, avvicinando, o talvolta superando, i propri limiti. Nel mezzofondo, in particolare, dove Scapini e Nasti hanno centrato il personale (1:47.20 negli 800, e 8:40.40 nei 3000 siepi, ndr), e la Martinelli lo ha sfiorato, mancandolo di un paio di decimi (9:52.78 nei 3000 siepi, a 27 centesimi dalla sua recente miglior prestazione italiana Promesse, ndr). Mi è piaciuto il loro saper interpretare la gara in senso tattico, valutando bene le proprie potenzialità in rapporto alle condizioni e agli avversari. Poi, ho visto molto bene alcuni dei big: ovviamente mi riferisco a Fabrizio Schembri, che è sempre una sicurezza in queste gare, Simona La Mantia, stabile nell'elite continentale del triplo, e Chiara Rosa, abile ad adattarsi, lei che lancia con la rotazione, ad una pedana resa insidiosa dalla pioggia".

Altri segni più?

"Nella velocità certamente a Marco Vistalli, che si è confermato sui suoi limiti stagionali. Ma mi piace citare anche il mini comparto degli ostacoli, dove tutti si sono mossi bene, fino all'acuto di Marzia Caravelli, il cui terzo posto è sicuramente un risultato da sottolineare. Ma hanno fatto bene anche le due staffette del miglio: le ragazze, che hanno corso al di sotto del limite richiesto per la partecipazione ai Mondiali di Daegu, hanno trovato condizioni agonistiche ottimali, con altre due formazioni più o meno sullo stesso livello, mentre il quartetto maschile ha pagato sia il fatto di essere finito in una serie palesemente più debole, sia il malessere patito da Galvan prima del via, (e successivo ai 200 metri). Elisa Cusma ha dato segnali incoraggianti, la sua ripresa sembra ben indirizzata".

Ci sono anche diversi segni meno, ovviamente.

"Sì, anche se di significato diverso. I lanci, per esempio, sono stati pesantemente condizionati dal maltempo; su Vizzoni non posso dire nulla, i valori in campo sono stati letteralmente stravolti. Poi, è chiaro che non si può essere contenti dello "zero" di Gibilisco, seppur ottenuto in una gara complicata dallo spostamento di sede. Nei 1500 metri donne, purtroppo, una volta uscita di scena Elisa Cusma, lo scenario non propone al momento alternative in grado di esprimersi sulla scena internazionale. Questa è la nostra realtà".

La staffetta 4x100 ha sorpreso: in negativo, però.

"Evidentemente ci eravamo abituati bene. Ma vanno anche sottolineate alcune cose. Primo: quello della 4x100 è un meccanismo delicatissimo, che talvolta può incepparsi. Succede a tutti, anche ai migliori, la storia è piena di cambi saltati. Al nostro gruppo, in realtà, non accadeva da un triennio, nel corso del quale si è espresso sempre su livelli molto elevati. L'errore ci sta, l'importante adesso è analizzarlo e ripartire, con volontà positiva, senza criminalizzare nessuno. I risultati fin qui ottenuti restano, l'argento di Barcellona è lì, ma va vissuto adesso come punto di partenza".

Cosa ha detto l'Europeo per Nazioni in chiave Mondiali?

"E' ancora troppo presto per valutare le potenzialità della squadra in rapporto a daegu. Ma certo, Simona La Mantia, Nicola Vizzoni, le due staffette del miglio e quella veloce maschile, malgrado l'errore, sono nostri punti di forza. Ovviamente, con Antonietta Di Martino, Fabrizio Donato, ed altri ancora".

Tra questi altri c'è anche Andrew Howe. O no?

"Direi di sì, anche se preferisco aspettare il suo pieno recupero per individuare gli obiettivi più idonei. Ha fatto bene in questo inizio di stagione, vediamo come evolverà la situazione, magari già dagli Assoluti di Torino".

Della marcia abbiamo già detto qualche giorno fa. Quello di Dublino, domenica, è un passaggio importante.

"Ci sarà Giorgio Rubino, ma purtroppo non Schwazer, che avrebbe dovuto schierarsi al via della 50 chilometri, anche per ottenere il minimo per i Mondiali. Alex ha rinunciato a farlo, non si sente in condizione. A questo punto le possibilità di averlo a Daegu su questa distanza sono definitivamente tramontate. Vedremo nei prossimi giorni di definire lo sviluppo della sua stagione, lo incontrerò in settimana a Riva degli Etruschi e ci confronteremo".

Dalla terra di Alex, l'Alto Adige, sono arrivati risultati importanti in chiave giovanile.

"I Campionati Junior e Promesse di Bressanone del weekend scorso confermano la crescita di diversi nostri ragazzi e ragazze. Il comparto giovanile è in piena crescita. Sono segnali importanti in vista delle rassegne internazionali di categoria in programma nel mese di luglio".

m.s.



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