Trost, il segreto è nella serenità

17 Marzo 2016

La saltatrice in alto azzurra si racconta alla vigilia del Mondiale di Portland: ''Non fatico più a saltare''. Domenica sera (alle 21 italiane) appuntamento con le medaglie iridate

di Marco Sicari

L’alto ha regalato ai colori azzurri una stagione invernale da brivido. Alessia Trost è la portabandiera al femminile del movimento tricolore: a lei sono affidate le speranze anche in chiave Mondiale indoor, in un confronto diretto (domenica sera, alle 21 italiane) che appare ancor più equilibrato di quello al maschile. La friulana si è particolarmente distinta, come i colleghi maschi, nelle gare disputate in questo inizio di 2016: vittorie a Gent, Glasgow, Madrid e agli Assoluti di Ancona, con risultati compresi tra 1,90 e 1,95, e settimo posto nella lista mondiale stagionale. “Rispetto allo scorso anno – dice l’azzurra – faccio meno fatica a saltare, sia mentalmente che fisicamente. E riesco ad essere costante nel rendimento, cosa che prima mi sembrava impossibile. La ragione sta probabilmente nel fatto che i miei parametri di base (forza, velocità) cominciano ad essere stabili, e quindi anche in allenamento riesco a produrre un buon numero di salti eseguiti sempre nello stesso modo, realizzando una vera routine. E la cosa bella è che avendo finalmente un po’ di salute, quest’anno sono riuscita a realizzare una preparazione con tre sedute di salti a settimana, tra rincorse complete e parziali”.

Il gesto della Trost si compone di segmenti ben tarati: tre appoggi di pre-avvio, poi la vera e propria fase di rincorsa, nove appoggi in successione (“anzi, un appoggio e otto passi”, specifica l’azzurra), fino al volo oltre l’asticella. L’allenamento in pedana a Portland ha consolidato le sicurezze? “Non so, da parte mia posso solo dire che mi sento serena, e molto determinata. Non c’è una vera favorita, in questo Mondiale indoor. Certo, disputare direttamente la finale, senza passare dalle qualificazioni, potrebbe favorire Ruth Beitia, ma non so dire quanto valga la polacca Licwinko, che secondo me è l’altra candidata all’oro. Dietro c’è ancora più equilibrio, dove in tante, me compresa, possiamo avere un ruolo”. Nel ranking 2016, brilla la 18enne Vashti Cunningham, la 18enne USA autrice del record del mondo junior - fissato a 1m99 –  proprio su questa pedana domenica scorsa, nei campionati a stelle e strisce.

Portland, in ogni caso, è solo la prima tappa di una stagione decisiva. Come solo quelle olimpiche possono essere. “Farò anche gli Europei di Amsterdam – prosegue la Trost – prima di concentrarmi su Rio de Janeiro. Questo perché penso che tutte le esperienze siano utili, e personalmente voglio farne il più possibile, anche gareggiando all’estero in Diamond League, dove ci si confronta direttamente con le migliori. In situazioni del genere puoi solo crescere”. Lei, a 23 anni compiuti da una decina di giorni, studentessa in Mediazione Culturale all’Università di Udine (tredici esami superati, ora alle prese con i corsi di Tedesco 2 e Letteratura tedesca 1), ha chiaro il contesto in cui si muove: “Mi piace pensare che il salto in alto italiano stia dando buoni risultati anche perché tra noi atleti ed i tecnici esiste uno spirito di squadra. Non sto dicendo che siamo un gruppo di amici, ma che quando ci ritroviamo, in gara o in allenamento, scopriamo di condividere le stesse tensioni e gli stessi problemi. Questo finisce inevitabilmente per rafforzarti”.

LA SCHEDA DI ALESSIA TROST

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