Scuderi: "Finalmente di nuovo in pista"



Di Francesco Scuderi si erano perse le tracce da due anni a questa parte. Una parentesi lunga e dolorosa, chiusa con la convocazione per i raduni del settore velocità che hanno permesso all’atletica italiana di riaccogliere un talento, capace di cogliere addirittura un bronzo mondiale juniores sui 100 (e non è poco, per una Nazione che sulla più classica delle distanze non è mai riuscita a piazzare un finalista alle Olimpiadi…) e di ottenere un primato di 10.19 che ancora oggi è la quarta prestazione italiana all time. Cosa è successo nel frattempo? Ora il velocista siciliano può parlare della sua odissea con il giusto distacco, senza però dimenticare quello che ha significato: “Nel ottobre 2003 ho iniziato a provare alcuni disturbi, come febbre e noduli che si formavano ai vasi sanguigni delle gambe. Ho trascorso mesi senza trovare una soluzione, intanto la mia salute andava sempre peggio, mi è progressivamente e repentinamente calata la vista, fino ad avere appena 2 decimi a sinistra e 4 a destra. Nel maggio 2004 mi è stata diagnosticata una forma di vasculite, più precisamente la sindrome di Behcet, una malattia autoimmune: la ripresa è stata lentissima, finché non ho trovato grazie a uno dei massimi immunologi italiani, il prof.Olivieri, una cura che ha avuto ottimi effetti, tanto da permettermi col tempo di tornare a fare sport. - Hai recuperato la vista? - Completamente e non ho avuto più alcun sintomo. Da febbraio mi alleno ininterrottamente, interrompendo la preparazione solo per sottopormi a cicli di terapia. Ma proprio per questo il mio ritorno all’attività agonistica è importante, vorrei che fungesse da cassa di risonanza per scuotere chi si sente abbandonato, alla mercé di questa malattia quasi sconosciuta, sapendo che invece si può tornare alla vita attiva, è questo risvolto umano che conta molto più di qualsiasi risultato o prestazione cronometrica. E’ importante riconoscere i tre sintomi che permettono la diagnosi della malattia: ulcere orali, eritemi nodosi e uveite (ossia perdita progressiva della vista). La cura è lunga, ma quel che conta è tornare a vivere e mettere da parte sofferenze che solo chi mi è stato vicino sa quanto sono state grandi. - Che sensazioni hai provato nel tornare a fare sport? - Appena avuto l’ok per correre l’istinto è stato quello di catapultarmi con tutto me stesso in questa attività: avevo 10 kg di più addosso e tanta amarezza per la sofferenza passata, che ho voluto dimenticare impegnandomi al massimo per tornare quello di prima, senza aver paura dei sacrifici necessari. Così è arrivata la prima convocazione per Formia, una grandissima gioia. Ho ritrovato il mio ambiente, e i ragazzi con i quali peraltro mi sono sempre sentito in questi mesi di lontananza. - A che punto è lo Scuderi attuale? - I progressi ci sono stati, penso di avere recuperato per quello che si può dopo uno stop così lungo, d’altronde queste convocazioni sono motivate da un recupero fisico sufficiente per partecipare alle gare e mettermi a disposizione di Bongiorni. Non sarò ancora all’altezza di una volta, ma intanto è importante rientrare nel gruppo e sentire fiducia intorno a me. - Ma pensi che il velocista che corse in 10.19 e andò alle Olimpiadi 2000 sia lontano? - Fisicamente non credo, sembra anzi che non sia successo nulla, manca però la base di forza e resistenza. Questa per me è una stagione di passaggio: non è importante fare obiettivi, l’importante è esserci e riassaporare il bello di fare sport e andare al campo, stare nel gruppo, senza avere troppe limitazioni, attese, risultati. Questa vicenda mi ha molto cambiato: se vedessimo le cose positive e ci lamentassimo meno di ciò che non abbiamo le cose cambierebbero. - Ti manca più la prova individuale o la staffetta? - Sicuramente la staffetta, è dal 2000 che siamo ad alto livello, per 4 anni consecutivi sono stato il primo frazionista in tutte le grandi manifestazioni, da un’Olimpiade a due Mondiali. La staffetta mi ha sempre dato forza e morale per andare avanti, ho sperato a lungo di poter cogliere il record italiano con i miei compagni e per motivi contingenti non ci siamo mai riusciti. Mi ha addolorato vedere che il nocciolo duro del quartetto si è smembrato, ma io alla staffetta voglio dare un contributo, a prescindere se sarò ad Helsinki. Mi basta poter essere a disposizione, comunicare la mia esperienza vissuta, condividere momenti con i vecchi compagni e sentirmi parte del gruppo. - Quando ti rivedremo in gara? - Se tutto va bene a fine maggio, magari il 29 a Catania. Gabriele Gentili Nella foto: Scuderi esultante dopo la vittoria ai Tricolori 2003, la sua quinta sui 100 metri (foto Omega/Fidal)

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