Rigali: “La voglia matta di correre la 4x100”

13 Dicembre 2023

Su AtleticaTalk l’argento dei Mondiali di Budapest: “La finale di Tokyo l’ho sentita in radio, non ce l’ho fatta a vederla in tv. Fiducia e amicizia in gruppo, a Budapest ho detto ‘ci sono anch’io’. A casa mi hanno festeggiato come Valentino Rossi”

“Il segreto della svolta? Ho aumentato gli allenamenti, ho cominciato a seguire una dieta più seriamente: mi sono detto ‘questi sono gli ultimi anni che ho a disposizione come atleta’. Me n’ero dati uno, due, era impossibile pensare a un futuro senza un gruppo sportivo alle spalle. E poi c’è stata Budapest…”. Una medaglia d’argento che aveva soltanto sognato, condivisa con un gruppo di amici veri, gli altri staffettisti azzurri Marcell Jacobs, Filippo Tortu e Lorenzo Patta. C’è tutto il mondo di Roberto Rigali su AtleticaTalk: il recente ingresso nei Carabinieri, il legame con la propria terra, gli allenamenti a Bergamo, le emozioni di una stagione che l’ha portato ai vertici mondiali con il quartetto. E un’Olimpiade di Tokyo che per lui è stata amara, ma che ha dato la spinta per non arrendersi. “Non me la sono sentita di vedere la finale della 4x100 - ammette - l’ho solamente sentita in radio. Ero molto felice per i compagni, ma dall’altra parte mi dicevo che ci sarei potuto essere io, in quella staffetta. E invece ero a casa con problemi alle ginocchia”.

Rigali non ha mai mollato, ha continuato a lavorare nell’ombra e finalmente nel 2023 ha trovato continuità e risultati: il 6.62 indoor nei 60, il 10.25 nei 100 metri che gli ha riaperto le porte della 4x100, stavolta da titolare. “Non ho sentito il peso di entrare nella staffetta oro olimpico, avevo una voglia matta di correre, perché dal 2018 non avevo mai trovato spazio”. Dal primo convincente test di Grosseto alla finale di Budapest, è stata un’escalation: “Mi fidavo dei miei compagni, e sul podio, a fianco a Lyles e altri campioni, finalmente ho detto ‘ci sono anch’io’. Dopo i Mondiali siamo andati in vacanza insieme in Sardegna, con Tortu e Patta: ci divertiamo un sacco, siamo sullo stesso livello di ‘stupidità’ quando si può scherzare, e di serietà quando c’è da concentrarsi al campo. Anche perché con tutti i raduni che facciamo, se ci stiamo sulle scatole diventa difficile…”. Al ritorno a casa, a Borno, in Val Camonica, è stato accolto in piazza come un eroe: “Guardavo sempre le feste per Valentino Rossi a Tavullia e pensavo che un giorno l’avrei voluta anch’io. Così è stato”.

A Roma 2024 la finale della staffetta 4x100 sarà l’ultimissima gara in programma. Chiudere al meglio con l’Olimpico in estasi è la speranza di tutti, a un mese e mezzo dai Giochi di Parigi: “C’è tanta aspettativa su di noi e dobbiamo provarci in entrambe le occasioni - le parole di Rigali, che pianifica di tornare in pista alla fine di gennaio per puntare ai Mondiali indoor di Glasgow - Prima di tutto voglio riconfermare il mio posto in squadra: qui il più ‘scarso’ corre in 10.20. Siamo in tanti e bisogna essere al top. Sempre”.

GUARDA LA PUNTATA CON ROBERTO RIGALI


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