Ragazze magiche: 4x400 urlo d’argento

05 Marzo 2023

Alice Mangione, Ayomide Folorunso, Anna Polinari ed Eleonora Marchiando regalano all’Italia il podio e il record italiano di 3:28.61. “È stata una bellissima avventura”. Simonelli quarto a cinque millesimi dal bronzo dei 60hs

Eccezionali, strepitose, le azzurre della staffetta femminile. Vola all’argento la 4x400 dell’Italia agli Europei indoor di Istanbul, con una prova maiuscola di Alice Mangione, Ayomide Folorunso, Anna Polinari ed Eleonora Marchiando in 3:28.61. C’è la forza del collettivo in questa medaglia voluta e conquistata, che vale anche un super miglioramento del record italiano, abbattuto di quasi due secondi. Scatta dai blocchi Alice Mangione, semifinalista a Istanbul nella gara individuale. Quando è il momento di andare alla corda la campionessa tricolore all’aperto si trova al quarto posto, rallenta e poi frena per una serie di contatti con l’Irlanda ma poi la siciliana guadagna una posizione. In seconda frazione lotta Ayomide Folorunso, la primatista italiana dei 400 ostacoli, per difendere la terza piazza con grinta. Si scatena l’emiliana, che quest’anno ha vinto il titolo tricolore ma poi in base al ranking internazionale non ha potuto gareggiare nei 400 agli Euroindoor. Poi tocca ad Anna Polinari e la veronese non solo aumenta il margine sulle inseguitrici, ma si affianca alla Polonia e la supera in rettilineo prima del cambio. A completare l’opera Eleonora Marchiando che cerca di contenere il rientro della squadra polacca e ci riesce, anzi la valdostana guadagna ulteriore vantaggio. Questi i parziali: Mangione 52.62, Folorunso 51.69, Polinari 52.07, Marchiando 52.23. Esplode la gioia del quartetto per una medaglia corale, per un’impresa di squadra. Ancora più grande se si considera che l’ammissione alla finale diretta era arrivata un paio di settimane fa, solo dopo un sorteggio con la Francia per assegnare il sesto e ultimo posto disponibile, ma agli Assoluti di Ancona tutte e quattro erano scese sotto i 53 secondi con il record personale per far nascere legittime speranze. Sempre in testa alla gara l’Olanda della fenomenale Femke Bol, 49.58 in ultima frazione, nel team con Lieke Klaver, Eveline Saalberg, Cathelijn Peeters (3:25.66), terza la Polonia (3:29.31) che tra le sue big schiera Anna Kielbasinska oltre a Marika Popowicz, Alicja Wrona e Anna Palys. È il secondo argento azzurro nella 4x400 agli Euroindoor dopo quello del 2000, oltre ai due bronzi delle edizioni 2002 e 2019.

4x400: “LA MEDAGLIA ERA UN SOGNO” - Gioia immensa per le azzurre, argento d’Europa con la staffetta. Un quartetto lanciato da Alice Mangione: “Ce l’abbiamo fatta! Partire dai blocchi mi fa sempre un po’ paura, ma oggi ero carica perché sapevamo che la medaglia era possibile. È stata una lotta, ci abbiamo creduto fino alla fine”. In pista come una guerriera Ayomide Folorunso, già sul podio a Glasgow con il bronzo di quattro anni fa: “Da ieri pomeriggio avevo un presagio e si è avverato! Ho dovuto aspettare qui tre giorni, senza aver potuto correre la gara individuale. È stata una bella avventura, sono contenta di averla condivisa con le ragazze”. Decisiva anche la terza frazione di Anna Polinari: “Dopo la finale ai Mondiali dell’anno scorso, grazie alle mie compagne ho vissuto un’emozione unica. E poi come ci siamo gasate ieri con la doppietta azzurra nei 60 metri!”. A portare il testimone al traguardo Eleonora Marchiando: “Si puntava sicuramente al record, ma consapevoli di potercela giocare. La medaglia era un sogno, anche se partivamo con l’ultimo tempo, ed è stata una bellissima staffetta in crescendo”.

OSTACOLI - Ai piedi del podio i due azzurri nei 60 ostacoli. Sfiora il colpaccio Lorenzo Simonelli, quarto alla sua prima finale europea assoluta, mancando di pochissimo la medaglia: cinque millesimi, un battito di ciglia. Ma il romano, classe 2002, può gioire per l’ennesimo miglioramento personale di questa stagione: con 7.59 demolisce il fresco 7.66 che gli ha dato il tricolore assoluto ad Ancona e il primato di categoria U23. Bronzo europeo under 20 due anni fa, si dimostra pienamente a suo agio in un contesto del genere, con limiti ancora tutti da esplorare sfruttando i mezzi fisici non comuni e i progressi tecnici. A beffarlo è il francese Just Kwaou-Mathey, terzo con lo stesso crono dell’azzurro e non è lontano l’argento del polacco Jakub Szymanski a 7.56 nella gara dominata dallo svizzero Jason Joseph con 7.41. Fino alla fine rimane in lizza per un’altra medaglia Paolo Dal Molin, il migliore nella prima fase di gara, reattivo al massimo, e poi quinto (7.52) a soli tre centesimi dal terzo posto.

ASTA - Una finale equilibratissima nell’asta, senza veri padroni: in quattro a 5,80 al primo assalto, poi sbagliano tutti e quindi contano gli errori alle quote più basse. Tra loro però non c’è Claudio Stecchi. L’azzurro supera 5,70 dopo un nullo, fallisce una volta 5,80 ed è costretto a provare il 5,85 che sarebbe il nuovo record italiano indoor, tre centimetri in più di quello eguagliato quest’anno dal fiorentino. Non riesce l’impresa e perciò chiude al sesto posto. Oro per il norvegese Sondre Guttormsen, argento a pari merito il greco Emmanouil Karalis e il polacco Piotr Lisek.

ALTO - Sesto nell’alto il bresciano Christian Falocchi con 2,19 al terzo tentativo prima di tre errori a 2,23. Un paio di gradini più indietro Marco Fassinotti, ottavo e non al meglio della condizione per la febbre degli ultimi giorni, che deve ricorrere alla terza prova per aver ragione della quota di 2,15 e poi sbaglia tre volte a 2,19. Si migliora due volte l’olandese Douwe Amels per l’oro a 2,31 scavalcando il 2,29 d’argento dell’ucraino Andriy Protsenko e stessa misura per il bronzo del belga Thomas Carmoy.

800 - In una gara concitata, come spesso avviene nelle indoor, settimo e ottavo posto negli 800 per Catalin Tecuceanu (1:48.54) e Simone Barontini (1:48.63). Si sgomita nel secondo giro, con diversi spintoni, e gli azzurri viaggiano in coda al gruppo. A trecento metri dall’arrivo Tecuceanu si tocca con lo spagnolo Adrian Ben che lancia in quel momento la sua risalita e poi va a vincere in 1:47.34 al fotofinish sul francese Benjamin Robert, terzo il belga Eliott Crestan. Meno tattica la finale femminile, dove fa tutto la britannica Keely Hodgkinson per il bis del titolo in 1:58.66. Dietro c’è solo correre il più forte possibile e la 22enne romana Eloisa Coiro arriva settima con 2:02.80, non troppo lontana dal personale. Sul podio anche la slovena Anita Horvat (2:00.54) e la francese Agnès Raharolahy (2:00.85).

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