Primi titoli olimpici ad ex sovietici



Nel giorno in cui buona parte della delegazione italiana di atletica ha raggiunto Atene per scendere in campo con i suoi primi elementi venerdì 20 agosto, anche la “regina degli sport” ha fatto il suo esordio ai Giochi Olimpici 2004. E non poteva avvenire in uno scenario più magico di quello di Olimpia, dove tutto ebbe inizio, sportivamente parlando, nell’antichità. L’idea dell’organizzazione di “staccare” le prove del getto del peso dal programma originale e di farle disputare ad Olimpia è stata pienamente indovinata, tanto che ben 15 mila persone hanno assistito ai due concorsi, pur sotto un sole cocente. Le vestigia della Grecia antica che contornavano la pedana del peso hanno dato al teatro delle gare un tocco di magia, tanto che quando la prima pesista, l’americana Heaston, è scesa in pedana è stata accolta da un’autentica ovazione. La gara femminile ha rispettato il pronostico della vigilia. Tutti accreditavano la russa Irina Korzhanenko, prima nelle graduatorie stagionali, e la campionessa europea e primatista stagionale non ha tradito le attese, “uccidendo” la competizione sin dal primo lancio, attestato a 20,41. Poi ha messo al suo attivo un 20,70 e addirittura 21,06, miglior prestazione mondiale dell’anno e prima misura del 2004 oltre i 21 metri. Alle sue spalle colpo di scena nell’ultimo turno di lanci, con la cubana Cumba che, posizionata nelle ultime posizioni della classifica, riesce a richiamare tutte le sue energie scagliando la palla a 19,59, togliendo così l’argento alla tedesca Kleinert, comunque felicissima per il bronzo conquistato che ha tolto alla rappresentativa tedesca l’amarezza della prematura eliminazione della Kumbernuss. Gli spettatori che hanno “goduto” del sole di Olimpia sono stati premiati da un bellissimo spettacolo nel concorso maschile, che è vissuto sul filo della massima incertezza, sin dal primo turno di lanci. L’americano Nelson ha scagliato l’attrezzo a 21,16, l’ucraino Bilonog si è attestato a 21,15, a un solo centimetro di distanza. Per l’ex sovietico la gara sembrava stregata: un altro 21,15 al secondo lancio, poi 21,07 e due nulli. Nelson intanto viveva di rendita, senza più riuscire ad ottenere una misura valida. E questo è stato la sua condanna: all’ultimo lancio Bilonog ha trovato le ultime risorse utili per trovare proprio quel centimetro che mancava: 21, 16, misura pari per lui e Nelson, ma in virtù del secondo lancio buono, è a lui che è andato il titolo olimpico. Il trentenne di Odessa compie così l’impresa della carriera, due anni dopo la conquista del titolo europeo. Il bronzo è andato un po’ a sorpresa al danese Olsen, che ha dimostrato così che il 21 metri di Laappeenranta non era stato un caso, visto che si è migliorato fino a 21,07. Solo quinto il bielorusso Mikhnevich campione del mondo in carica, mentre l’altro favorito, l’americano Godina, non è entrato nella finale a 8. Appuntamento ora a venerdì 20 agosto, tornando allo Stadio Olimpico di Atene per la prima giornata di gare canoniche. Gabriele Gentili Nella foto: l’ucraino Bilonog (archivio Fidal) File allegati:
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