Portland, Pierre regina dello sprint

20 Marzo 2016

Per la statunitense titolo mondiale dei 60 metri in 7.02, battuta la favorita Dafne Schippers. Eaton trionfa nell'Eptathlon con quasi trecento punti di margine sul secondo classificato. 

La finale conclusiva della serata, quella dei 60m, vede ancora la caduta del favorito: vince la statunitense Barbara Pierre, che firma l’oro mondiale con un solido 7.02, due centesimi meglio di Dafne Schippers (7.04), l’olandese campionessa del mondo dei 200 metri a Pechino la scorsa estate e dominatrice dell’inverno in sala, e quattro in meno della terza classificata, la giamaicana Elaine Thompson (7.06), in una finale che di fatto conferma quanto visto nei turni eliminatori del mattino e del pomeriggio. La Pierre, nata a Port-au-Prince (Haiti) 29 anni fa, ha gareggiato per il suo paese d’origine fino al 2007, per poi optare per la cittadinanza statunitense; lo scorso weekend, su questa stessa pista, il successo nei campionati americani in 7.00.

Il titolo degli 800 metri maschili va ancora ad un atleta in maglia USA: è Boris Berian, che completa al comando una prova tutta di testa in 1:45.83. Battuto e fuori dal podio il favorito della vigilia, l’etiope Aman, quarto in 1:47.97; argento al burundiano Gakeme (1:46.65), bronzo allo statunitense Erik Sowinski (1:47.22). Pawel Maslak si ripete due anni dopo Sopot: il ceco si fa portare dal grenadino Taplin, che esagera con un passaggio ai 200 metri folle (20.89); Maslak attende il suo momento e infila l’avversario, mentre da dietro risorge il 18enne Haroun (Qatar), che fa suo l’argento con 45.59. Il bronzo finisce al collo di Deon Lendore (Trinidad e Tobago, 46.17).  

A vincere i 400 metri donne è invece Oluwakemi Adekoya, dominatrice già nei turni precedenti, che fissa il primato continentale asiatico in 51.45; le americane Spencer (51.72) e Hayes (51.76) le fanno compagnia sul podio. La regina dei 1500 metri è Sifan Hassan: l’olandese prende l’iniziativa poco prima del passaggio ai 1000 metri, e resiste nel finale (4:04.96) ai tentativi di ritorno del terzetto di etiopi alle sue spalle. Sul podio finiscono Seyaum (4:05.30) e Tsegay (4:05.71). Il trionfo di Ashton Eaton sulla pista della sua città si completa nel tripudio generale quando la serata sta per volgere al termine: i 6470 punti con i quali chiude la due giorni dell’Eptathlon sono il limite mondiale dell’anno, quasi trecento oltre i 6182 messi insieme dall’ucraino Kasyanov, argento, e ben più di trecento oltre i 6126 del tedesco Brugger, bronzo.

Serata da dimenticare per Chiara Rosa. La pesista azzurra chiude all’undicesimo posto, l’ultimo tra le iscritte, con una progressione che non rende onore né al suo valore né alla sua lunga carriera: 17,10; nullo; 16,89. Una serie davvero troppo brutta per essere vera. Davanti la gara si accende sotto le bordate della neozelandese Valerie Adams e della statunitense Michelle Carter. Alla fine la spunta la Carter, in un rocambolesco turno decisivo. Dalle retrovie, con due lanci super (19,08 e poi 19,33, record nazionale) l’ungherese Marton si porta a sorpresa al comando. Ma la statunitense esplode con un’ultima prova a 20,21 (mondiale stagionale e record USA) per prendersi l’oro iridato in sala. Sfortunata Gloria Hooper. La bella gara in batteria produce un lieve risentimento muscolare al cavo popliteo sinistro, e per precauzione, considerati i tanti appuntamenti ormai prossimi in stagione, e in accordo con il DT Massimo Magnani, preferisce non correre.

Gli Stati Uniti continuano a recitare la parte della schiacciasassi. Sono quindici le medaglie conquistate, otto delle quali d'oro. Parlare di dominio non rende l'idea.

m.s.

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