Pertile dodicesimo a Otsu in 2h10:06

04 Marzo 2012

L'azzurro manca il personale di una manciata di secondi in una gara condizionata da freddo e vento

Rimandato l’appuntamento col record personale per Ruggero Pertile, che questa mattina alle 4.30 ora italiana ha partecipato alla Lake Biwa Marathon di Otsu (Giappone). L'azzurro ha chiuso al dodicesimo posto la prova sui canonici 42 chilometri e 195 metri, completati in 2h10:06, tempo da non disprezzare considerate le cattive condizioni atmosferiche (giornata fredda, 5° la temperatura massima alle 13, pioggia e vento a disturbare i maratoneti), e di poco superiore al limite personale di 2h09:53, realizzato nel 2010 a Torino. "Ho avuto un momento di flessione subito dopo il venticinquesimo chilometro - racconta il veneto nel dopo gara -, quando la corsa si è accesa sotto la spinta di Daba e Manza. In quel momento ho perso il contato con il gruppo di giapponesi che si giocavano la qualificazione per Londra e ho dovuto proseguire da solo. Mi sono trovato contro vento, con la pioggia un po’ più forte del solito, mentre davanti quel gruppetto si è organizzato per andare all’inseguimento di quelli che avevano seguito i favoriti. Forse un po’ più di concentrazione in quella fase mi avrebbe consentito di correre e arrivare con quei giapponesi che hanno corso fra le 2h08:44 e le 2h09:16. In questo momento la mia condizione era sicuramente buona, ma non sono al top, come vorrò essere per Londra. Oggi ho capito, però, che a ritmi intorno a 3’ km posso correre e ai Giochi Olimpici ne farò tesoro per interpretare al meglio la gara e  andare alla ricerca di un piazzamento da finalista, come a Daegu".

Ad imporsi è stato il Keniano Samuel Ndungu, che dopo essere stato utilizzato più volte come pacemaker in anni precedenti, si è aggiudicato la gara con una condotta di gara da esperto maratoneta, pur essendo al debutto sulla distanza. Ha infatti preso in mano le redini della corsa dopo che i favoriti, Nicholas Manza (2h06:34 a Rotterdam) e l’etiope Bekana Daba ( 2h07:04 a Houston) avevano dato fuoco alle polveri, con un km corso in 2:51, non appena il lavoro dei pacemaker era terminato al km 25 (1h15:23). La loro scaramuccia è durata qualche km per poi esaurirsi in un azione progressivamente sempre più spenta (ritirati poi alla fine) che ha consentito al gruppetto degli inseguitori di riagganciarli e quindi ad Ndungu di involarsi, prima con il sorprendente polacco Henryk Szost (2h07:39 alla fine con un miglioramento di 2’ rispetto al precedente PB) e il marocchino Abdellah Taghrrafet (2h08:37, a pochi secondi dal suo personale di 2h08:21), e poi in solitaria fino al traguardo, raggiunto nel tempo di 2h07:04, secondo crono di sempre in questa maratona. La prova odierna ha evidenziato ancora una volta la tradizionale qualità delle maratone giapponesi e la competenza organizzativa: 12 uomini sotto le 2h10:10 e 20 sotto le 2h14, nonostante le cattive condizioni climatiche.

m.m.



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