Pechino, gli azzurri al lavoro



E' solo questione di abitudine. Dopo un po', quasi non ci si fa più caso. E' la cappa di umidità che sovrasta Pechino. Una specie di mantello che avvolge tutto e tutti, che impedisce di vedere il cielo ed il sole, rendendo le cose di un grigio spettrale ed un tantinello inquietante. Dopo qualche ora, finito l'effetto stupore, resta solo il disagio fisico, ma è poca roba. Pechino, 8 agosto, iniziano i Giochi della XXIX Olimpiade. Ci sarà anche una delegazione dell'atletica italiana alla sfilata inaugurale, e questa è già una notizia (per ragioni legate al calendario delle gare, infatti, raramente i nostri, in passato, hanno preso parte alla manifestazione d'apertura). Un piccolo gruppo di atleti (in ordine sparso: Licciardello, Di Gregorio, Pistone, Cafagna, Cattaneo, Riparelli, Donati, Lingua, Checcucci, Grenot, Bani) nella grande macchia bianco-grigia della squadra italiana che sfilerà al 191° posto dell'elenco. Da ieri pomeriggio la squadra è alloggiata alla Beijing Sport University, la sede "di transito" della delegazione olimpica italiana allestita dal CONI per il primo periodo di ambientamento. Condizioni eccellenti nella struttura diretta da Nicola Perrone (il direttore della Scuola di Formia), che hanno sicuramente ammorbidito gli effetti del lungo viaggio verso la Cina. Qualche difficoltà in più per le condizioni di allenamento (salti in particolare), che sono però la norma nelle trasferte all'estero, e dovrebbero essere comunque risolte nel breve volgere di poche ore. Lavoro in campo per quasi tutto il gruppo nel pomeriggio di oggi (la mattinata italiana), mentre gli atleti che parteciperanno alla sfilata si sono allenati in mattinata (la scorsa notte in Italia). Inutile aggiungere che mezzofondisti e marciatori hanno utilizzato per una prima "sgambata" anche il pomeriggio di giovedì.

Gli azzurri sono tutti in buono stato di forma e di salute; nessun problema, per il momento, a complicare il lavoro di Nicola Silvaggi e dello staff tecnico. Andrew Howe ha lavorato al meglio nel camp di Kobe: René Felton e Claudio Mazzaufo si dicono molto soddisfatti del periodo di preparazione giapponese, anche se, è ovvio, resta l'incertezza per la lunga assenza del vice campione del mondo dal contesto agonistico. Ivano Brugnetti è di una tranquillità estrema: comincia ad essere un veterano, oltre che un pluridecorato, e sembra aver imparato a gestire le emozioni della vigilia, anche quella da "defending champion". Il gruppo della marcia vola bassissimo (tanto più dopo il rovescio di Brugnetti a Osaka), ma più d'uno sembrerebbe pronto a scommettere sulle possibilità di ben figurare del milanese; in una gara che, anche per le condizioni ambientali, rischia di diventare una lotteria. In generale il clima all'interno della squadra è assai positivo, ed anche le "separazioni" tra gruppi di specialità (una norma nell'atletica: velocisti con i velocisti, lanciatori con i lanciatori, ecc. ecc.) sembrano sempre meno nette. In più, la compagnia degli atleti di altre discipline sportive (triathlon, judo, tennis tavolo, scherma, nuoto sincronizzato) alimenta l'ambientazione "olimpica". In atesa dell'ingresso al villaggio (dal 13 agosto).

Il clima: meglio o peggio di Osaka?
Fa caldo, ed è una roba seria, inutile girarci intorno. Ma c'è chi considera la situazione migliore di quella di Osaka dello scorso anno, dove il sole cocente interveniva a complicare maledettamente la vita di chiunque. Può darsi, in ogni caso è difficile consolarsi. Ognuno si difende come può: visti questa mattina alle 5 (potenza del jet-lag) i marciatori cinesi rinfrescarsi al termine dell'allenamento. Sì, al termine. Tutto questo, nello stesso momento in cui gruppuscoli di poliziotti affrontavano il jogging mattutino (in divisa), ed alcuni anziani (in tuta) si ritrovavano nei prati per iniziare la consueta seduta di ginnastica (chiamiamola così, ma ci siamo capiti). Pechino, 2008, all'alba dell'Olimpiade.

m.s.

Nella foto, Ivano Brugnetti nel suo momento d'oro ai Giochi di Atene 2004 (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)




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