Parigi: 12 medaglie ai Mondiali paralimpici

17 Luglio 2023

Nell’ultima giornata doppietta di Manu sui 100 davanti a Bottazzini, argento Campoccio nel peso, Petrillo bronzo nei 200

È un boato di felicità per l’Italia ai Mondiali paralimpici di Parigi. La squadra azzurra chiude con altre quattro medaglie nell’ultima giornata per un totale di 12 volte sul podio (5 ori, 3 argenti, 4 bronzi) e 10 pass validi per i Giochi del 2024. Non era mai successo prima per l’atletica paralimpica italiana che con questi risultati guadagna l’undicesimo posto nel medagliere.

Ancora una volta il nuovo dominatore dello sprint Maxcel Amo Manu infiamma lo stadio Charlety, ma in quest’occasione nell’impresa è accompagnato sul podio dalla rivelazione Fabio Bottazzini. Dopo l’oro sui 100 corredato di record europeo, la saetta azzurra raddoppia e mette la sua firma anche nella finale dei 200 T64 spiazzando nuovamente gli avversari. Il campione iridato corre un testa a testa con Sherman Guity, il numero uno di Tokyo. Manu è avanti di pochi centimetri, vince con un nuovo strabiliante record continentale di 21.36, a nove centesimi dal primato del mondo, mentre il costaricano perde il passo e cade rovinosamente prima di passare il traguardo. Da dietro spunta il giovane portabandiera azzurro che segue la scia del compagno di squadra e a soli 19 anni coglie la medaglia d’argento con il personale di 23.10, migliorato di 17 centesimi, che gli vale il suo primo grande riconoscimento internazionale tra i grandi portando un nuovo slot all’Italia. Terzo con 23.32 il neozelandese Mitchell Joynt. L’Italia della velocità c’è, non solo al femminile con il trio Sabatini-Caironi-Contrafatto conosciuto da tutti, ma ora anche al maschile.

A fine gara il doppio oro mondiale commenta: “Sto provando da poco a fare i 200, non ce lo aspettavamo però siamo qua. Sono contento, spero di riuscire a migliorare la prossima volta e prendermi il record del mondo. Come detto negli ultimi giorni, volevamo prendere tutto e questo è stato. Speriamo di continuare sempre a lavorare duro in questo modo e a migliorare sempre. Dedico nuovamente questa vittoria alle persone in difficoltà e a tutti quelli che vogliono provare a cambiare tutto. Anche oggi i miei bimbi sono in tribuna, faccio tutto anche per loro che sono la mia ispirazione. Ringrazio la FISPES che dà la possibilità ai ragazzi più giovani che non possono permettersi la protesi di tornare in vetta. L’anno prossimo ci sarà da divertirsi”.

Bottazzini è incredulo di aver centrato un risultato di tale portata: “È tutto così inaspettato, incredibile, devo ancora realizzare. Pensare che cinque anni fa ero su un letto di ospedale, adesso qui a un Mondiale e ho portato a casa una medaglia. Complimenti soprattutto a Max per la doppietta. Abbiamo gestito la gara anche mentalmente, siamo stati tranquilli con la consapevolezza di quello che sappiamo fare. È veramente stupendo, impensabile. Dedico la medaglia a tutte le persone più care per me e a tutte le persone nei momenti bui. Noi siamo l’esempio di come ci si possa rialzare quando la vita ti mette in ginocchio”.

Per gli azzurri anche la grande prestazione di Giuseppe Campoccio, tornato ai fasti di un tempo nel peso F33. Dopo una stagione altamente positiva, il portacolori del Paralimpico Difesa ritorna su un podio iridato dal 2017 ma questa volta dal terzo posto passa all’argento mondiale. Il Joe Black dei lanci aspetta fino all’ultimo concorrente, il marocchino Zakariae Derhem, campione paralimpico a Tokyo che si conferma anche qui (11,91), per capire la sua posizione avendo guidato la classifica fino a quel momento con 11,42. È un’altra carta di qualificazione per l’Italia a Parigi 2024, la decima, che rende nuovamente orgoglioso il tenente colonnello dell’Esercito per il prezioso metallo: “Il grande lavoro fatto con la Federazione, il CIP, il mio gruppo sportivo, il mio tecnico è stato straordinario. A questa età essere performante e tra i primi al mondo è qualcosa di spettacolare, è un’emozione grandissima. E potevo giocarmi anche la medaglia più bella. Grazie a tutti, è stato eccezionale”. In gara due lanci non validi, con il primo a 10,99, il terzo a 11,27 seguito da 11,40 fino alla misura dell’argento all’ultima prova: “Uno dei due nulli era superiore agli 11,80, è stato dato nullo, i giudici sono lì per questo, evidentemente avevano ragione”.

A quella ottenuta nei 400 metri, Valentina Petrillo aggiunge un’altra medaglia. La sua partecipazione azzurra ai Mondiali si colora completamente di bronzo: non c’è solo quello sul giro di pista, ma anche nei 200 metri T12.

In gara è quarta in 26.31, ma la tedesca Katrin Mueller-Rottgardt viene squalificata per aver perso il cordino con la sua guida. A vincere è l’onnipotente cubana Omara Durand, tre volte d’oro nello sprint tra le ipovedenti. L’azzurra festeggia saltando avvolta dalla bandiera italiana: “È fantastico, ditemi che non è un sogno. È importantissimo questo bronzo, sono felicissima. Un pensiero alla mia mamma: mi ero affidata a lei che mi assistesse dal cielo e lei mi è stata vicina fino alla fine. Da qui parte la sfida di Valentina. Io sono pronta. Ho un anno davanti, le mie competitor sono tanto agguerrite però da qui si parte alla carica per le Paralimpiadi dell’anno prossimo. Si può ricominciare a 50 anni, lo sport fa bene per tutti, per noi che abbiamo qualsiasi tipo di disabilità ed è qualcosa di inclusivo nella società”. Spetta invece a Alessandro Ossola chiudere l’avventura di un’Italia superlativa, nell’ultima gara inserita in programma. Nei 100 T63 il bronzo europeo prova il massimo in una finale tosta e si piazza al settimo posto. È un ottimo 12.68 per lui, vicino al record tricolore che detiene.

Nel giorno del suo 24° compleanno in mattinata Ndiaga Dieng regala a se stesso il quarto posto dei 1500 T20 e ai compagni di squadra un pass per le Paralimpiadi del prossimo anno. In una finale altamente competitiva il mezzofondista mostra la consueta padronanza tecnica e tattica che lo contraddistingue. Già dalla partenza si mette in controllo con il primo gruppo di testa, passando sulla linea di arrivo ai primi due giri in quinta e poi in terza posizione. Alla campana degli ultimi 400 metri, nonostante gli spintoni, si mette in scia dietro al britannico Ben Sandilands, oro in 3:52.42, quando subisce l’attacco dello statunitense Michael Brannigan che è secondo in 3:53.50. Il podio è alla portata ma nel rettilineo finale sbuca il portoghese Sandro Baessa che si infila e si va a prendere il bronzo (3:54.04). L’atleta del Paralimpico Difesa cede negli ultimi metri per affaticamento e si deve accontentare della quarta piazza che vale 3:54.78.

A fine manifestazione il direttore tecnico FISPES Orazio Scarpa fa un bilancio generale sulla spedizione azzurra a Parigi: “Questo Mondiale ci ha riservato tante emozioni, forti e intense, meravigliose come oggi anche se non proprio tutte gioiose. Tuttavia, non si può non essere pienamente soddisfatti per i risultati conseguiti in termini di slot e medaglie. I nostri atleti top level hanno tutti centrato l’obiettivo e a questi livelli non c’è nulla scontato. Oltre agli atleti big della nostra delegazione, vorrei sottolineare le maiuscole prestazioni dei giovani talenti di UniCredit FISPES Academy: Fabio Bottazzini e Giuliana Filippi, oltre a chi nel percorso formativo dell’Academy è cresciuto, Riccardo Bagaini. È stato un Mondiale da record, un primato mondiale (Sabatini nei 100 T63), due record europei (Manu nei 100 e 200 T64), sette primati italiani, otto personal best e varie migliori prestazioni stagionali. Tutti gli azzurri hanno conseguito uno degli obiettivi sopracitati e questo è dovuto al caso quanto piuttosto a una programmazione attenta e meticolosa”. Fiero di questa Italia anche il presidente FISPES Sandrino Porru: “Avevo dichiarato di avere la squadra di para atletica più competitiva di tutti i tempi e i risultati lo comprovano. Siamo la nazione da battere nella velocità ma tutti gli atleti hanno dimostrato di poter reggere il confronto con qualsiasi avversario e di giocarsi sino in fondo la gara. Questo livello tecnico, mai avuto in maniera così corale in passato, è frutto di un ennesimo grande lavoro di squadra. Un gruppo ancor più grande se pensiamo a tutti quegli atleti che hanno sfiorato l’opportunità di essere convocati, ma che avranno un’altra chance in occasione dei prossimi Mondiali 2024 a Kobe e che sono stati anche loro un prezioso contribuito necessario per elevare la competitività della squadra”.

Campionati Mondiali paralimpici Parigi 2023 - Medaglie italiane
5 ori: Maxcel Amo Manu (100 e 200 T64), Ambra Sabatini (100 T63), Martina Caironi (lungo T63), Assunta Legnante (peso F11)
3 argenti: Fabio Bottazzini (200 T64), Giuseppe Campoccio (peso F33), Martina Caironi (100 T63)
4 bronzi: Monica Contrafatto (100 T63), Valentina Petrillo (200 e 400 T12), Assunta Legnante (disco F11)

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