Palmisano splende: è d’oro nella 20 km

16 Maggio 2021

Agli Europei a squadre di Podebrady l’azzurra si impone in 1h27:42: “Una vittoria per Alessandro Talotti”. Fortunato 1h19:43, quinto e standard per Tokyo. Team: uomini argento, donne bronzo

Antonella Palmisano non tradisce. L’azzurra conquista una splendida medaglia d’oro agli Europei a squadre (ex Coppa Europa) di Podebrady nella 20 km di marcia, sulle strade che adora e che anche stavolta le portano fortuna. La marciatrice azzurra si impone nel tradizionale appuntamento di primavera con il tempo di 1h27:42 a poco più di due mesi dalle Olimpiadi di Tokyo, staccando le rivali spagnole negli ultimi due chilometri, con un’azione tutta testa e cuore. Per il bronzo mondiale 2017 ed europeo 2018 era la prima gara di questa stagione, dopo aver rimandato il debutto per un fastidio alla zona inguinale. A Podebrady aveva già esultato per il successo di quattro anni fa in Coppa Europa e nello scorso ottobre aveva firmato nella città boema lo standard di qualificazione per i Giochi. L’azzurra delle Fiamme Gialle, col miglior risultato cronometrico dal giorno del bronzo continentale di Berlino, prevale sulla campionessa d’Europa Maria Perez (1h28:03) e sulle altre due spagnole Laura Garcia-Caro (1h28:07) e Raquel Gonzalez (1h28:37). Decima piazza per Valentina Trapletti (Esercito) in 1h30:05 a soli otto secondi dal primato personale, dodicesima Nicole Colombi (Carabinieri, 1h32:40) per completare il bronzo azzurro a squadre (23 punti) alle spalle di Spagna (9) e Ucraina (21). Squalificata invece Mariavittoria Becchetti (Cus Cagliari).

“È andata bene anche oggi qui a Podebrady, una città magica per me! È sempre bello tornarci e vincere - le prime parole della 29enne dopo il successo - Avevo in mente questo tipo di gara ma forse con un risultato diverso, un tempo peggiore. Non me l’aspettavo così. È un buon passaggio per Tokyo e questa vittoria la voglio dedicare ad Alessandro Talotti che ci ha lasciato, mi unisco al cordoglio della famiglia”. E poi prosegue: “Ero lucida, avevo la situazione in mano. Non ho neanche faticato troppo, non mi sono espressa al massimo. Quello che contava oggi era riuscire a gestire questo problema al bacino: l’ho avvertito di nuovo dopo i due chilometri più veloci, il 13esimo e 14esimo, quindi ho preferito non forzare e le spagnole sono rientrate. Mi sono vista ‘assalire’ da loro tre, ho pensato che stessero bene ma poi quando è sparito il fastidio ho dato l’assalto finale. E ce lho fatta. È una conferma che sto lavorando bene ed era l’unica, e l’ultima, gara prima di Tokyo: mercoledì prossimo partiamo per il primo di due raduni di 18 giorni a Roccaraso”.

Primi tredici chilometri di relativa quiete, senza che nessuna rompa gli indugi in maniera convinta. Le maggiori pretendenti al titolo sfilano tutte insieme, in gruppo di dieci, e passano a metà gara in 44:41: Palmisano fronteggia tre spagnole (Maria Perez, Laura Garcia Caro, Raquel Gonzalez), altrettante ucraine (Lyudmila Olyanovska, Hanna Shevchuk, Olena Sobchuk), le turche Meryam Bekmez e Ayse Tekdal, la polacca Katarzyna Zdzieblo.

Non lontane le altre azzurre Becchetti (44:48) e Trapletti (44:50), anche se Becchetti sarà frenata poco dopo dal terzo rosso e dai due minuti di stop in penalty zone, e poi dalla definitiva squalifica. Lì davanti, a provarci per prima è proprio Palmisano: la pugliese allenata da Patrizio Parcesepe aumenta il ritmo e infila un paio di giri in progressione (4:20 il tredicesimo, 4:14 il quattordicesimo) che mettono alla frusta il trio spagnolo, capace di resistere col lavoro di squadra. Per le altre non c’è più niente da fare, la vittoria si gioca tra queste quattro, ormai appaiate. Al diciassettesimo si stacca una delle iberiche e la sfida si riduce a Palmisano, Garcia-Caro e Perez. Manca soltanto il colpo del k.o., sferrato nel chilometro successivo e poi con ancora più vigore nel penultimo giro (4:16) prima del 4:10 negli ultimi mille metri. Per l’Italia è il terzo oro del giorno dopo quelli a squadre della 35 km femminile e della 50 km maschile.

Nella 20 km al maschile, dominata dal favoritissimo svedese Perseus Karlstrom, bronzo mondiale e campione in carica, ottime impressioni da Francesco Fortunato (Fiamme Gialle): il pugliese scende sotto l’ora e venti minuti e con 1h19:43 è quinto a Podebrady, timbra lo standard per Tokyo (tempo limite 1h21:00) e diventa il sesto italiano di sempre sulla distanza, migliorandosi di oltre due minuti rispetto a 1h22:01 dei Mondiali di Londra di quattro anni fa. Quattro azzurri nei primi dodici classificati: Massimo Stano (Fiamme Oro) è ottavo in 1h20:30 sulla specialità che gli mancava dai Mondiali di Doha, undicesimo Federico Tontodonati (Aeronautica) in 1h21:13, dodicesimo Matteo Giupponi (Carabinieri) in 1h21:52. È argento a squadre per gli azzurri, dietro all’imprendibile Spagna che piazza tre uomini nei primi quattro (Alvaro Martin 1h19:14, Diego Garcia 1h19:19, Miguel Angel Lopez 1h19:25). Qualche flash: chi tenta la fuga dal primo metro è il turco Salih Korkmaz, un’azione che si esaurirà ai cinque chilometri dal traguardo. Al netto di questa iniziativa del turco, per oltre metà gara i big rimangono coperti e con loro veleggia il trio azzurro Fortunato-Tontodonati-Giupponi, una manciata di secondi di vantaggio sul primatista italiano Stano (nella gara extra ritirato Giorgio Rubino in maglia Fiamme Gialle dopo il sesto km). È al quindicesimo chilometro che prende le redini lo svedese Karlstrom tallonato dagli spagnoli Garcia e Martin. E tra gli azzurri chi resiste meglio è Fortunato. Che può esultare per un crono che aspettava da anni.

naz.orl.

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