Nanchino, Prinetti ai piedi del podio

24 Agosto 2014

Quarta la martellista vercellese (65,86), settimo Leonardo Fabbri nel peso (18,96).

di Raul Leoni

Seconda giornata di finali ai Giochi Olimpici giovanili: dopo la brillante qualificazione sulla pedana di Nanchino (MPN a 70.27), Lucia Prinetti Anzalapaya manca l’appuntamento con una medaglia nel martello che pareva alla sua portata. L’atleta vercellese non capitalizza nei primi tre turni e strappa il quarto posto con il 65.86 uscito dall’ultimo lancio (oro alla cinese Xu Xinying, che sigla il PB a 68.35: ma alla fine è solo la quarta misura ottenuta nell’intera competizione, compresa la fase eliminatoria). Nella finale del peso dominata dal campione mondiale juniores di Eugene, il polacco Konrad Bukowiecki (23.17), Leonardo Fabbri è settimo con 18.96 (migliore della sua misura di partenza, ma inferiore rispetto al PB di 19.17 ottenuto dal toscano in qualificazione). Nella 10000m di marcia vinta dal giapponese Onogawa (42:03.64), l’azzurro Giacomo Brandi si è ritirato, mentre l’infortunio ai polsi incorso nella batteria dei 200 metri non ha consentito al lombardo Filippo Tortu di presentarsi alla finale A meritatamente conquistata. In mattinata la finale B del martello, onorata con il successo parziale ed il 9° posto complessivo dal romano Tiziano Di Blasio (69.58).

STREAMING - Sarà possibile seguire la seconda edizione dei Giochi Olimpici di Nanchino in diretta streaming attraverso il seguente LINK:nanjing.ovp.olympic.tv (l’ora locale è +6.00 rispetto all’Italia).

FOTO/Photos (coni.it)

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LE GARE DEGLI AZZURRI (24 agosto)

Peso M (finale A) – Dopo l’Eyot di Baku e i Campionati Mondiali juniores di Eugene, Konrad Bukowiecki infila una fantastica tripletta: la superiorità del polacco è disarmante, pari ai distacchi della precedente era-Jacko Gill. All’oro si aggiunge il nuovo PB, anche se di soli quattro centimetri (23.17): poi un altro dei reduci della finale mondiale juniores di Eugene, il romeno Andrei Toader (21.00), e anche il bronzo viene assegnato con un lancio da più di 20 metri (il tedesco Merten Howe, 20.13). In un contesto del genere, il toscano Leonardo Fabbri offre una prestazione dignitosa: 18.96 e settimo posto (ma nel secondo turno valeva ancora il bronzo virtuale), quindi migliore del suo accredito di partenza, ma inferiore al 19.17 ottenuto nella brillante qualificazione.

Martello F (finale A) – Finisce in lacrime Lucia Prinetti Anzalapaya: dopo la fantastica qualificazione – bagnata dall’ennesimo primato italiano a 70.27 – la ragazza vercellese aspirava legittimamente ad un posto sul podio. Invece occupa la posizione più scomoda della classifica, quel quarto posto che tutti gli atleti del mondo sentono come una mezza maledizione. Difficile dire cosa sia cambiato in due giorni per l’azzurra: fatto sta che quegli automatismi perfetti mostrati nella fase eliminatoria, non li ha ritrovati nei primi tre tentativi e all’ultimo lancio ha messo a segno un 65,86 sicuramente buono, ma insufficiente per il podio. Baciata dalla sorte è la cinese Xu Xinying: è l’unica fara il personale, di un a manciata di centimetri a 68.35, ma soprattutto strappa l’oro a pari misura all’australiana Alex Hulley proprio con l’ultimo lancio e approfitta del fatto che anche la rivale resta oltre due metri e mezzo sotto il suo PB ottenuto in qualificazione. Bronzo per l’ungherese Zsofia Bacskay, anche lei lontana dai suoi limiti (67.35, dopo il 69.35 dell’altro giorno): insomma, l’oro olimpico va all’atleta che ha segnato appena la quarta misura dell’intera competizione (!).

Marcia 10000m M (finale) – Il marchigiano Giacomo Brandi va in pista col proposito di capitalizzare questa sua seconda esperienza internazionale dopo l’Eyot di Baku: qui il livello è ancora più selettivo, visto che gli specialisti centro-sudamericani sono conosciuti per la tendenza a forzare i ritmi, senza vincoli tattici. Basta una manciata di minuti e dopo un paio di giri c’è già un gruppo di battistrada: una decina di ragazzi, con l’azzurro all’inseguimento, ma non finisce lì. Man mano che passano i chilometri la selezione si fa sempre più dura: particolarmente attivo il messicano Noel Chama, mentre il russo Vladislav Saraykin – oro a Baku - controlla da dietro. Ma poi la stoccata decisiva, nel finale, premia il giapponese Minoru Onogawa (42:03.64): davvero una stagione strepitosa per la marcia nipponica, già sugli scudi per il titolo mondiale juniores di Daisuke Matsunaga. Argento a Saraykin (42:10.95), bronzo a Chama (42:14.11): gravato da due proposte di squalifica, l’azzurro Brandi è costretto al ritiro.   

Martello M (finale B) – Manca solo la quota settanta: ma Tiziano Di Blasio onora nel migliore dei modi la sua partecipazione alla trasferta olimpica vincendo la finale B, quella che vale il 9° posto complessivo. Il martellista romano fissa i limiti fin dalla prima bordata, 69.26, poi cerca la fatidica fettuccia fino in fondo e al quarto (ultimo) turno incrementa a 69.58, meritando un giusto applauso.

I GIOCHI DEGLI ALTRI – Dal primo turno della finale, Anatoliy Ryapolov mette un’ipoteca sul titolo olimpico: 7.54 (+0.4) per il lunghista russo, che in qualificazione aveva comunque messo a segno un 7.65 di grande pregio. In testa dal primo all’ultimo metro il kenyano Gilbert Kwemoi Soet non lascia spazio alla concorrenza nei 1500 metri: condotta tattica elementare, pratica chiusa in 3:41.99, di gran lunga miglior prestazione mondiale stagionale (podio tutto africano, completato dall’etiope Mulugeta Umu, 3:45.08, e dal gibutiano Mohamed Ismail Ibrahim, 3:45.72). Nei 200 metri allieve non ci sono Kaylin Whitney o Irene Ekelund, già grandi protagoniste nella categoria superiore ai Mondiali juniores di Eugene, ma Nathalliah White è sicuramente la terza forza stagionale in questa fascia di età: e alla giamaicana va un meritato titolo olimpico (23.55/+0.7). Come in batteria, l’ucraina Dzhois Koba è l’unica altra atleta capace di andare sotto i 24” (23.94). Nei 3000m allieve, l’immenso coraggio frutta alla tedesca Alina Reh (9:05.07) una medaglia d’argento – alle spalle della giapponese di origini etiopiche Nozomi Takamatsu (9:01.58) – e approfittando anche dell’inesperienza della kenyana Jackline Chepkoech, che sprinta per l’oro quando manca ancora un giro alla fine e poi chiude sesta. L’argento juniores di Eugene, Michaela Hruba, qui trova solo il bronzo: 1.85 per la biondina ceca, schiacciata dagli enormi progressi dell’ucraina Yuliya Levchenko (da 1.83 a 1.89) e della francese Nawal Meniker (da 1.83 a 1.87). Se mettiamo in conto anche l1.94 dell’eptatleta britannica Morgan Lake, la stagione “under 18” è davvero di livello straordinario. Nei 3000m maschili grandioso assolo del campione mondiale juniores dei 5000m a Eugene,  Yomif Kejelcha Atomsa: l’etiopeprende la testa dopo il passaggio al chilometro e si invola senza avversari fino al traguardo (7:56.20 comodo per lui, che al “Golden Spike” di Ostrava aveva già corso venti secondi più veloce). Altra delusione kenyana, solo bronzo Moses Koech, battuto in volata dal burundiano Thierry Ndikumwenayo. Il primatista mondiale del martello Bence Halasz subisce una cocente sconfitta da parte del figlio d’arte ucraino Hlib Piskunov: l’ungherese pensa di aver messo in ghiaccio anche la finale con la superiorità dimostrata in qualificazione ed invece viene gelato a sua volta da Piskunov, 82.65 al secondo lancio (82.65) e non basta poi l’ultima bordata da 81.90 per risalire la china. Bronzo meritato per la rivelazione egiziana Ahmed Youssef (PB 78.59). Il peso meffinile viene dominato dalla russa Alena Bugakova (18.95), ma la novità arriva dall’argento della messicana Maria Fernanda Orozco (17.55). Nei 200 metri allievi, che non vedono sui blocchi l’azzurro Filippo Tortu (l’infortunio ai polsi costa al figlio d’arte lombardo anche un meritato piazzamento tra i primi otto e così finisce NC), lo statunitense Noah Lyles centra l’obiettivo in 20.80 (+0.3).    

 

File allegati:
- Il sito della manifestazione


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