Mondo, periscopio internazionale

08 Aprile 2013

Gli atleti del contintente nero sbancano Parigi, alla vigilia delle grandi maratone di Rotterdam e Boston. Tornano gli sprinter USA. In Australia via al Challenge IAAF

di FIDAL

Parigi, eccellenza in maratona

Ghiotto antipasto delle maratone a venire (Rotterdam, Boston e Londra su tutte), la 42 km della capitale francese ha offerto anche quest'anno risultati di primo piano: il vincitore della gara maschile Peter Kimeli Some (classe 1990) ha migliorato il primato personale di tre minuti collocandosi a 2h05'38", il secondo miglior tempo di sempre della maratona parigina dopo il 2h05'12" di Stanley Biwott (nel 2012), sorprendendo i favoriti Tadese Tola (secondo in 2h06'33") e Eric Ndiema (2h06'34", alla quarta maratona consecutiva chiusa sotto le due ore e sette minuti). Sotto lo stesso standard anche i "piazzati" Tujuba Megersa Bacha (2h06'56") e Philip Kimutai Sanga (2h06'57"). Chiave di volta della corsa, l'attacco di Some a due terzi del percorso, grazie a una frazione di 3 chilometri corsa ben al di sotto dei 2'50"/km. Some, per inciso, era reduce dalla brillante prestazione nella mezza maratona di Lisbona, chiusa in seconda posizione in 1h00'21".

Tadese 2h21'05"

Straordinaria prestazione nella maratona femminile, vinta dall'etiope vicecampionessa del mondo di mezza maratona Boru Feyse Tadese nel tempo-record di 2h21'05" (un precedente primato personale di 2h23'07" a Shanghai nello scorso dicembre, un limite infranto a Parigi di 2h21'40" detenuto dall'altra etiope Tsegaye un anno fa). Il crono della Tadese è anche record mondiale stagionale e 25° prestazione all-time. Avvio velocissimo, con passaggio a metà gara di 1h10'08". Etiope anche la seconda classificata, Merima Mohammed Hasen, che in 2h23'14" ha sfiorato il personale di 2h23'08" e che è già alla seconda maratona della stagione, avendo sbaragliato il campo a Houston in 2h23'37" in gennaio. La Hasen è un fenomeno tra i fenomeni: a 21 anni e otto mesi, ha già disputato dodici maratone, vincendone quattro e chiudendone altre sei tra il terzo e il quarto posto. Terza una kenyana, Eunice Kirwa Jepkirui in 2h23'34", già seconda a Amsterdam lo scorso autunno. Di pregio anche i "crono" dell'altra etiope Mekash Tefera Dinknesh (2h25'09") e della kenyana Agnes Kiprop, attesa però a un piazzamento tra le prime tre.

Zurigo da record

Doppio primato della corsa: se al maschile l'impresa era nell'aria, e la firma è dell'eritreo Abraham Tadese (2h07'44"), al femminile ha stupito la croata Lisa Christina Stublic (reduce però dal brillante terzo posto nella "mezza" di New York), che ha frantumato sia il primato della gara che il record nazionale, abbassandolo a 2h25'44". Tadese, che vive in Svizzera da tempo, sta inoltrando le pratiche per acquisire la nuova cittadinanza e l'eleggibilità di gareggiare per lo stato elvetico. Le altre 42 km della domenica: nella Debno Marathon (Polonia) successo dell'etiope Desta Morkama Beriso in 2h13'48" e della polacca Agnieszka Gortel-Maciuk (anche campionessa nazionale) in 2h40'03". A Santiago del Cile vincono i kenyani Julius Keter (2h11'44") e Jacqueline Kiplimo (2h30'52"), che stabiliscono anche i nuovi primati della manifestazione.

Focus mezza maratona: Berlino

Nella Vattenfall Berlin Half Marathon (oltre trentamila al via) festa tripla per il kenyano Jacob Kendagor Kipleting: vittoria (ma a Berlino è già di casa, terzo lo scorso anno nella classica 25km), primato personale (59'36") e centounesimo atleta della storia a infrangere il "muro" dei sessanta minuti nella mezza maratona. Il 29enne Kendagor ha preceduto i connazionali Silas Kipruto (1h00'12"), Victor Kipchirchir (1h00'27") e Kenneth Kipkemoi (1h00'45"), che partivano coi favori del pronostico. Soddisfazione particolare anche per la vincitrice della mezza femminile Helah Kiprop, che ha sfiorato il personale in 1h07'54" e trionfato nel giorno del ventottesimo compleanno, battendo dopo un bel duello la kenyana Philes Ongori Morra (1h08'01"). La Kiprop era giunta seconda lo scorso anno, battuta di un secondo proprio dalla Ongori, in uno dei migliori "finali" della stagione della mezza maratona.

Ancora "mezze": a Poznan doppio successo kenyano con Martin Mukule (1h03'29") e Lucy Njeri Macharia (1h11'10"). A Madrid uno-due etiope con Haile Tegegn (1h02'57") e Meseret Kitata (1h11'31"). In Marocco (a Rabat) vince l'ex-kenyano Nicholas Kemboi (quello del Qatar, non l'omonimo tuttora kenyano) in 1h00'27" col nuovo record della corsa, mentre al femminile s'impone Cynthia Jerotich in 1h09'59". Ancora da oltre oceano (St.Louis) doppio successo targato USA con Aaron Brown (1h03'13") sullo zambiano Chopangama (1h03'22") e Mattie Suver (1h12'22").

Altre distanze negli States

Nella prestigiosa 5 km di Carlsbad vincono due dei nomi segnalati la scorsa settimana, Dejen Gebremeskel (terzo successo) e Gelete Burka, ma ben lontani dalle migliori prestazioni mondiali. Nell'occasione è rientrato all'attività il giovane talento americano Lukas Verzbicas, infortunato da molto tempo.

Gebremeskel ha battuto John Kipkoech e Yenew Alamirew. La Burka, piccola e reattiva, ha soffiato il successo in volata alla più giovane Mercy Cherono. Nella Cherry Blossom 10 Miles di Washington, due gare serrate fino al traguardo, tanto da lungo esame delle immagini prima di assegnare ufficialmente il successo, con vittorie di Daniel Salel e Caroline Rotich, entrambi kenyani.

Melbourne, IAAF World Challenge

Nell'avvio del circuito internazionale che conta, subuto in evidenza l'olimpionico di salto in lungo Greg Rutherford (8,10), che ha battuto gli australiani Watt (8,01) e Lapierre (7,99). Motivi di interesse anche nella presenza del fresco iridato di cross Japhet Korir, che si è imposto nei 5000 metri in 13'31"94. Senza Asafa Powell, infortunato sull'erba in Australia e ospite ai microfoni della TV locale, la "star" americana Wallace Spearmon non ha fatto cose trascendentali, vincendo i 200 in 20"79 ma chiudendo quarto nei 100 in 10"29, battuto dagli australiani Ross, Williams-Swain (10"25 per entrambi) e Alozie (10"28), un ex-nigeriano.

Ecco Gatlin e Gay

Esordio in staffetta a Gainesville per due dei componenti della staffetta d'argento alle Olimpiadi di Londra, Justin Gatlin e Tyson Gay. Gatlin ha corso una frazione di 4x100, perdendo in 38"59 contro un'altra formazione che schierava Mike Rodgers (38"52). C'erano anche gli inglesi (38"84, ma il test è poco indicativo con l'olimpionico USA del triplo Taylor schierato in ultima frazione). Tyson Gay è stato cronometrato in 45"3 nella frazione iniziale della 4x400. Assai meglio i "puristi" della distanza Tony McQuay e Jeremy Wariner, cifrati entrambi di 43"8 nelle rispettive frazioni col team Adidas (per McQuay anche il personale di 10"22 nei 100).

Questi e altri (esempio il 21,33 di Hoffa nel peso) i temi delle Florida Relays di Gainesville, dove nella prima giornata sia la giovane Octavious Freeman, che si è portata a ridosso degli undici secondi nei 100 metri in 11"02 (e vinto anche i 200 in 22"85), che gli altri statunitensi Johnny Dutch (49"09 nei 400 ostacoli) e Bryshon Nellum (45"59) hanno centrato le migliori prestazioni della stagione (quella di Nellum non arriverà al giorno dopo). Ha esordito David Oliver nei 110 ostacoli (13"48).

Nelle garegiovanili da segnalare il quasi 18enne Andres Arroyo, che sugli 800 ha polverizzato il personale di tre secondi e mezzo, scendendo a 1'47"79. Nel festival delle staffette di ogni tipo, annoveriamo anche la miglior prestazione mondiale nella 4x100 ostacoli con la Ali (prima nella gara individuale in 12"75 ventoso), la Castlin, la Lewis e la Harrison cronometrate in 50"78 (si corre nello stesso rettilineo, dal traguardo alla partenza e viceversa, per due volte, divertimento assicurato per atleti e pubblico). Mondiale stagionale anche nella 4x400 donne in 3'24"58 col contrinuto della giamaicana Novlene Williams-Mills.

Osservatorio USA

Da Tucson clamoroso progresso di Kori Carter, d'argento nei 100 ostacoli a Bressanone nel 2009, che toglie due secondi e mezzo al personale dei 400 ostacoli assestandosi a 54"71, ampiamente mondiale stagionale, battendo la finalista olimpica Moline (54"98). Terza gara consecutiva oltre gli 8 metri del lunghista Hartfield, stavolta planato a 8,10. Nel Rafer Johnson/Joyner-Kersee Invitational di Westwood, esordio outdoor da 13"47 per il campione del mondo e argento olimpico dei 110 ostacoli Jason Richardson. In pedana, nuovo mondiale stagionale del discobolo australiano Julian Wruck (66,05), e 6,66 di Tori Bowie nel lungo donne. Sulla pista tradizionalmente velocissima di Auburn, primato personale per la sprinter giamaicana Kerron Stewart sui 400, miglioratasi dopo cinque anni in 51"83, e 13"40 dell'ostacolista Adams. A Tempe 6,75 della canadese Nettey nel salto in lungo, davanti alla polivalente Vashti Thomas (eccelle anche negli ostacoli alti), seconda con 6,68.

Eaton si migliora

Il primatista mondiale di decathlon Ashton Eaton si prepara, nelle intenzioni, a fare sfracelli: dopo il forte progresso nel peso (per la prima volta in carriera sopra i 15 metri a Palo Alto con 15,40), si è migliorato anche nei 400, correndo in 45"68 a Santa Barbara, e ha corso i 110 ostacoli in 13"64. In Texas vanno bene in diversi: a San Marcos la lunghista Tori Polk (6,70) e la 29enne Bayne, che nei 100 metri segna 11"12 con vento di due metri come nel precedente limite (un 11"15 di sette anni fa, per di più in altura).

A Lubbock il 19enne Ahmed Ali corre in un promettente 10"23 in assenza di vento.  Altro, pescato qua e là dalle fonti di risultati Made in USA: a Tempe 18,73 di Tia Brooks nel peso, 73 metri della martellista Jessica Cosby, e doppietta dell'iridata junior dei 400 Ashley Spencer (23"04 nei 200 e 56"32 nei 400 ostacoli).

Caraibi

A Trinidad la velocista Michelle Lee Ahye ha ottenuto il miglior risultato nel President Classic, disputato nello stadio intitolato all'olimpionico di Montreal '76 Hasely Crawford, a Port of Spain. La semifinalista iridata e olimpica dei 100 metri "avrebbe" migliorato il personale in 11"07: il condizionale è d'obbligo perché fonti locali ammettono l'assenza della rilevazione del vento. A Kingston mondiale stagionale dei 400 piani femminili con Stephanie McPherson che si migliora fino a 50"78. Ancora un successo per Nick Maitland, l'uomo che ha battuto Usain Bolt sui 400 15 giorni fa, confermatosi in 45"96. In pedana, 63,48 del discobolo Smikle.

Sud America

Cile e Brasile: a Santiago 11"24 della sprinter brasiliana Ana Claudia Silva e 17,89 della pesista, egualmente brasiliana, Arcanjo, che ricordiamo settima nella finale dei Giochi Olimpici di Londra a soli 20 anni. Poche ore dopo a San Paolo l'altra sprinter brasiliana Franciela Krasucki ha migliorato il personale dei 100 prima in batteria (11"27), poi in finale con un inatteso 11"15, che pareggia il primato sudamericano. La Krasuchi era reduce dal successo nei 150 metri sulla pista sopraelevatata in spiaggia a Copacabana. Nei 400 uomini, mondiale stagionale in 45"48 per Anderson Freitas Henriques. A Santo Domingo doppio successo dell'argento olimpico dei 400 Luguelin Santos (21"08 e 45"74).

Lunghe distanze

Campionati spagnoli dei 10000 metri a Mataro: successi di Carles Castillejo in 27'57"92 e della etiope Trihas Gebre (32'19"05). Nel Kanaguri Memorial di Kumamoto (Giappone) 13'26"48 dei kenyani Patrick Mutunga, che ha sconfitto i quotati connazionali Paul Tanui e Charles Ndirangu, e Sally Kaptich Chepyego (15'42"81).

Marcia, Lashmanova vince

Scontato successo nel Grand Prix di marcia di Rio Maior della campionessa olimpica e primatista mondiale dei 20 km di marcia Yelena Lashmanova. La russa si è imposta in 1h28'09", davanti alla sempre più accreditata guatemalteca Mirna Ortiz, che dopo il secondo posto nel Memorial Albisetti di Lugano, ha ancora migliorato il record del Centro America in 1h28'32", precedendo le migliori portoghesi e la spagnola Pascual, prima l'anno scorso. Nella 20 km uomini, i gemelli Vieira fanno il bello e cattivo tempo: vince João in 1h21'08", secondo è Sérgio in 1h21'53".

Previews: Boston, Rotterdam, Daegu

Le "ultime" danno Meb Keflezighi al forfait, una assenza che segue quelle, annunciate, di Moses Mosop, Ryan Hall, Dawit Shami, e dell'etiope Asefelech Mergia nel cast femminile. Ma a Boston, c'è di che sgranare gli occhi: in sostituzione della Mergia è stata iscritta Tirfi Tsegaye Beyene (2h21'19" a Berlino), tra gli uomini è stato recuperato Lelisa Desisa (2h04'45" a Dubai). Già noti da tempo, invece, i nomi di Levi Matebo, Wesley Korir, Micah Kogo (al debutto insieme a Lucas Rotich), Markos Geneti, Gebre Gebremariam e Raji Assefa tra gli uomini, e delle etiopi Meseret Hailu, Alemitu Abera e Mamitu Daska, sfidate dalle kenyane Rita Jeptoo e Sharon Cherop. Per l'Europa, la fortissima ucraina Tetyana Hamera-Shmyrko, per gli USA la Flanagan.

A Rotterdam si aspira a migliorare il primato del percorso (2h04'27") grazie alla presenza degli etiopi Berhanu Shiferaw (2h04'48", classe 1993), Getu Feleke, Bazu Worku e Tilahun Regassa, e dei kenyani Wilson Chebet e Sammy Kirop Kitwara. Sul percorso iridato del 2001 si correrà, domenica, anche la maratona di Daegu, dove il nome da prima pagina è quello dell'etiope Yemane Tsegay Adhane (2h04'48" nell'ultima Rotterdam). Tra le donne, le keynane Agnes Barsosio e Meg Akai. A Vienna, da tempo è annunciata la presenza di Rosalba Console. Domenica torna a gareggiare anche Kenenisa Bekele, iscritto nella 10 km di Dublino.

Nassau

Sabato prossimo (organizza Christopher Brown, al via sui 400), atleti di primo piano, oltre ai migliori esponenti dell'atletica bahamense: dal grenadino Kirani James alla giamaicana Veronica Campbell-Brown, agli statunitensi Justin Gatlin, David Oliver, Kellie Wells e LaShawn Merritt. Dopo l'esordio di Nassau, Kirani James sarà alle Penn Relays di Philadelphia, dove correrà nella 4x400.



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